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mercoledì 11 gennaio 2017

BOTTEGA VENETA ANNUNCIA LA PARTNERSHIP CON IL SHANGHAI CENTER OF PHOTOGRAPHY

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Bottega Veneta annuncia la partnership con il Shanghai Centre of Photography (SCoP), uno dei più prestigiosi istituti di arte fotografica in Cina.
A partire da gennaio 2017, la maison sosterrà quattro importanti mostre internazionali che si terranno presso il museo, riconfermando il suo forte impegno verso l’arte e la cultura e celebrando il rapporto dinamico e duraturo del Direttore Creativo Tomas Maier con la fotografia.
L’Art of Collaboration è stata lanciata da Tomas Maier, Direttore Creativo di Bottega Veneta, dopo il suo ingresso in azienda nel 2001. Questo progetto continuativo invita fotografi e artisti visivi a collaborare alla realizzazione delle campagne pubblicitarie stagione dopo stagione traducendo l’estetica del marchio grazie al loro originale punto di vista. Nel 2015 il progetto è culminato nella pubblicazione di Bottega Veneta: Art of Collaboration, il volume che documenta la vasta serie di collaborazioni creative realizzate fino a quel momento e di cui fanno parte oltre 1000 fotografie. Per celebrare il 2016, che ha segnato il 50° anniversario dalla fondazione di Bottega Veneta a Vicenza nella regione del Veneto ed i 15 anni di Tomas Maier alla direzione creativa del marchio, la maison ha presentato la mostra “Art of Collaboration” nel mese di giugno presso l’Ullens Center for Contemporary Art (UCCA) di Pechino. Durante questa occasione, è stata presentata una speciale selezione di immagini scattate dai fotografi di fama mondiale che hanno contribuito alla creazione del portfolio pubblicitario del marchio.
La fotografia è una delle passioni della mia vita”, commenta Tomas Maier, “e rimane ancora oggi una delle espressioni del legame di Bottega Veneta con la collaborazione quale dialettica fondante di tutto ciò che creiamo. Il nostro impegno per sostenere l’arte segue la convinzione che tutelare il patrimonio e la cultura locale sia l’unico modo di garantire un futuro coerente alle prossime generazioni: la scelta di unire le forze con il SCoP è stata molto naturale a causa dell’impegno dell’istituto per far conoscere la fotografia locale e internazionale in Cina.”
Il programma di mostre del SCoP per il 2017 comprende fotografi internazionali appartenenti a diversi decenni dell’era contemporanea. La prima mostra, a partire da gennaio, è “Made In Germany: German Photography from the 19th Century to Today”, una panoramica della fotografia tedesca dal pittorialismo al Bauhaus e al documentario della Germania ovest.
 
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martedì 20 settembre 2016

Emotions of the Athletic Body. Una mostra fotografica curata da Giorgio Armani

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"Mi ha sempre affascinato il culto dello sport, che fin dai tempi antichi è legato all'idea di prestanza fisica e di gesto atletico di grande effetto. Questa mostra vuole esaltare l'atteggiamento sportivo unito all'estetica, concetto che fa da sempre parte del mio vocabolario.
Attraverso la moda ho cercato di interpretare il senso dell'agonismo vestendo gli sportivi per le mie campagne pubblicitarie, scegliendoli tra gli atleti di fama mondiale, ma anche tra coloro che ancora aspirano alla gloria." Giorgio Armani

ARMANI/SILOS
23 Settembre - 27 Novembre
Da mercoledì a domenica
dalle 11.00 alle 19.00
via Bergognone, 40
Milano, Italia

domenica 17 luglio 2016

Galleria Carla Sozzani: David Seidner

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In occasione dei 25 anni di 10 Corso Como, la Galleria Carla Sozzani presenta per la prima volta in Italia una mostra inedita di David Seidner, uno dei massimi esponenti della fotografia di moda degli anni ‘80 e ‘90.
La mostra, in collaborazione con l’International Center of Photography di New York, prevede un corpus di cinquanta fotografie che ripercorrono la sua ricerca fotografica in oscillazione continua tra la moda, il ritratto e la storia dell’arte.
Nato a Los Angeles nel 1957, a diciassette anni si trasferisce a Parigi per lavorare come fotografo e in breve tempo le sue foto sono pubblicate dalle piùimportanti riviste. Le sue collaborazioni con il mondo della moda iniziano a diventare sempre più fertili e le sue immagini presto documentano couturiers come Azzedine Alaïa, Chanel, Mme Grès, Jean Patou, Ungaro e Valentino. Nel 1980 lavora su esclusiva per Yves Saint Laurent per due anni.
David Seidner è scomparso prematuramente nel 1999 a soli quaranta due anni, lasciando una serie di opere che testimoniano la sua personale ricerca sulla fotografia e la storia dell’arte, dove cercava di apportare quella che considerava la propria “prospettiva filosofica”.
"Ciò che più mi interessa è evocare lo spirito della pittura attraverso la piega di un tessuto, la posizione di una mano, la qualità della luce sulla pelle".
Le immagini di Seidner sono ricomposizioni costruite con abilità attraverso riflessioni in frammenti di specchio o sovrapposizioni, collage, esposizioni multiple, manipolazione diretta delle stampe, utilizzo di luci dinamiche e flash.
La musica di John Cage, il compositore della musica aleatoria e della “sinfonia dei cambiamenti” ispira molta della sua ricercaestetica. Nel 1977,mentre lo fotografa per il Los Angeles Times, cerca di correggere la distorsione del teleobiettivo, e così riprendeJohn Cage dall’alto con cinque diversi scatti di sezioni del corpo. Inizia da quel momento a riprendere i suoi soggetti con scatti congiunti che poi ricompone nella figura intera.
Nel 1986 per il Musée de la Mode di Parigi fotografa i piccoli manichini di fil di ferro vestiti con mini abiti su misura dai grandi couturiers dell’epoca: Balenciaga, Jacques Fath, Lucien Lelong, Elsa Schiaparelli e Pierre Balmain creati nel dopo guerra per promuovere negli Stati Uniti la moda francese. Seidner li ritrae in set poveri, semi - abbandonati quasi per ricreare l’eco degli edifici bombardati e della guerra.
Le sue immagini sono apparse sulle riviste come Vogue (Italia, Francia, America), Harper's Bazaar, Harper's & Queen, The New York Times Magazine, Vanity Fair, e hanno influenzato la fotografia di moda per un intero decennio.
Un profondo interesse per il passato, la storia dell’arte e il ritratto lo avvicina allo studio dei ritratti dipinti a olio del pittore John Singer Sargent. Negli anni Novanta, inizialmente per un servizio su Vanity Fair, Seidner rintraccia i discendenti dei soggetti dipinti da Sargent, soprattutto aristocratici inglesi e americani, e li ritrae nei sontuosi costumi dei loro antenati.
Con la serie dei ritratti di Sargent, David Seidner unisce le tecniche della fotografia contemporanea a colori con le caratteristiche convenzionali dei ritratti dipinti di fine Ottocento.
Per la rivista americana “Bomb”, come redattore scrive tra il 1990 e il 1993 molte conversazioni avute con artisti tra cui Richard Serra, Sonia Delaunay, Duane Michaels e Jane Heighstein. Documenta gli studi d’artista e i ritratti ad artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein e John Baldessari come parte rilevante nella sua ricerca.
Numerose le pubblicazioni tra cui Le theatre de la Mode: Fashion Dolls (1990); Lisa Fossangrives: Three Decades of Classic Fashion Photography (1996); The Face of Contemporary Art, (1998).
Le sue opere sono state esposte in varie istituzioni museali tra cui laNation al Portrait Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il Whitney Museum di New York. Nel 2008 la Fondation Pierre Bergé - Yves Saint Laurent gli ha dedicato una mostra personale.
Il suo lavoro Paris Fashions, 1945 è stato presentato a ll’ICP, International Center of Photographydi New York nel 2009.
 
David Seidner in collaborazione con ICP, International Center of Photography, New York
Galleria Carla Sozzani
In mostra da domenica 4 settembre a martedì 1 novembre 2016
Tutti i giorni, 10.30 – 19.30
Mercoledì e giovedì, 10.30 – 21.00

giovedì 5 maggio 2016

LA FONDAZIONE LOEWE PRESENTA UNA MOSTRA DEDICATA A LUCIA MOHOLY‏

Lucia Moholy_Bauhaus metal workshop_objects designed by Marianne Brandt 1924 © Bauhaus-Archiv Berlin_1Bauhaus Dessau 1926 - credit The Bauhaus-Archive. Courtesy Fotostiftung Schweiz_1
Lucia Moholy_Orthodox Monk, Monastery of Praskvica, Yugoslavia 1930 © Bauhaus-Archiv Berlin_1Walter Gropius, 1926 - credit The Bauhaus-Archive. Courtesy Fotostiftung Schweiz_1

In occasione dell’edizione 2016, l’attenzione di PHotoEspaña — il forum internazionale di fotografia che si tiene ogni anno a Madrid — si rivolge all’Europa. Nell’ambito di questa manifestazione, la Fondazione Loewe è orgogliosa di presentare un’altra mostra di eccezionale livello curatoriale dedicata alla straordinaria opera della pioniera della fotografia modernista Lucia Moholy, presentata a Madrid per la prima volta. 
 
Il direttore creativo di Loewe, Jonathan Anderson, spiega: “Pensando ad un artista per l’edizione 2016 del festival, la scelta è stata naturale quando abbiamo analizzato l’opera di Moholy. È una donna e un personaggio affascinante e la mostra si sofferma sul suo calibro di pensatrice e artista. Che stia fotografando una persona o un oggetto, l'importanza che Moholy attribuisce a linee, luce e texture risulta evidente. Questo è ciò che la rende attuale e che crea un connubio perfetto con Loewe, una maison fondata sul design e la tecnica”.
Moholy fu un’artista, scrittrice, storica e vera intellettuale la cui rilevanza ha iniziato ad essere riconosciuta solo negli ultimi anni. Nata a Praga nel 1894, Moholy iniziò la sua carriera in Germania come redattrice di varie case editrici. In seguito al matrimonio con l’artista ungherese László Moholy nel 1921, la coppia collaborò ad un progetto di immagini fotografiche sperimentali considerate oggi fondamentali.
Quando László Moholy si unì all’Università del Bauhaus nel 1923, Lucia Moholy iniziò a documentare le attività artistiche e di design dell’accademia in una serie di straordinarie fotografie. Riconoscendo l’eccellenza del suo lavoro, il direttore della Bauhaus Walter Gropius decise di utilizzarlo per promuovere la filosofia e l’estetica dell’accademia, facendo di Lucia Moholy la fotografa ufficiale dell’istituzione fino al 1928.
L’esposizione Loewe PHotoEspaña include alcuni suggestivi ritratti di colleghi e amici del Bauhaus, oltre a scatti degli esterni e dell’interno della struttura (che comprendono panorami del nuovo edificio di Dessau), e una selezione di immagini che illustrano i prodotti creati all’interno dei laboratori della scuola sposando puro design e funzionalità.
Queste fotografie, utilizzate per la stampa e per le pubblicazioni ufficiali del Bauhaus, rivelano il punto di vista altamente visuale di Moholy, in passato audace e atipicamente puntuale nel descrivere persone e oggetti. Ciò nonostante, Moholy non ebbe mai il riconoscimento che si sarebbe meritata, per cui combatté fino alla sua morte a Zurigo nel 1989.
L’ossessione di Moholy per l’estetica e l’invenzione formale viene chiaramente rappresentata nella mostra di Loewe attraverso il suo uso di primi piani, chiaroscuri, angolature inconsuete e altre tecniche considerate insolite per il tempo. Il suo sapiente utilizzo di ombre e contrasti regala alle sue composizioni una tensione e una complessità grafica che anticipa i futuri sviluppi modernisti.
Esponendo il patrimonio creativo di un’artista singolare, la cui levatura è solamente destinata a crescere nel tempo, la Fondazione Loewe diventa, ancora una volta, piattaforma visionaria che ospita straordinarie espressioni culturali, diffondendo e reinterpretando un’importante conoscenza del passato indirizzata a presente e futuro.
‘Lucia Moholy, A Hundred Years Later’ curata da María Millán sarà in mostra dall’1 giugno al 30 agosto 2016 da Loewe in Gran Vía 8 a Madrid.

domenica 21 febbraio 2016

Galleria Sozzani presenta Beyond Blonde il libro di Steve Hiett


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Philippe Garner, Christie's Photographs Deputy Chairman, dialoga con il fotografo Steve Hiett in occasione dell'uscita del volume Beyond Blonde pubblicato da Prestel, sabato 27 febbraio 2016 alle ore 17.00 alla libreria Galleria Carla Sozzani. Beyond Blonde è un libro - raccolta degli scatti migliori di Steve Hiett che racconta con la sua coloratissima estetica cinque decadi di stile, glamour e moda.
Hiett dice di sè:«Non penso a me stesso come un fotografo. Penso a me come qualcuno che usa la macchina fotografica per creare immagini che vedo nella mia testa». E aggiunge: «dovunque vada, che sia Parigi o Miami, le mie foto sono storie dei sobborghi metropolitani, sono storie sulla solitudine e sui sogni».
Philippe Garner, nell'introduzione descrive il lavoro di Hiett come una importante testimonianza nel mondo della fotografia di moda.
Dalla fine degli anni Sessanta Hiett cattura la moda e le sue continue evoluzioni saturandoi colori, decentrando i soggetti ed esponendoli a flash abbaglianti in splendidi mondi compositi. Steve Hiett è nato in Inghilterra nel 1940. Dopo la scuola d'arte e una breve carriera come musicista  con il gruppo Psych Pop Piramide, Hiett scopre la fotografia di moda. I suoi primi lavori compaiono in Nova e Marie Claire e nell' edizione francese di Vogue.
A New York lavora come art director per riviste di moda e collabora con Arthur Elgort al libro "Model Manual" nel 1993. Vive a Parigi dove lavora come fotografo esclusivamente di moda.
Una selezione di immagini di Steve Hiett sarà esposta in Galleria Carla Sozzani da sabato 27 febbraio a sabato  26 marzo 2016. 

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mercoledì 23 aprile 2014

Il Blanco presenta la mostra di Ciro Zizzo Forward & back &... Forward


Giovedì 24 aprile alle ore 19.30, il noto locale milanese Blanco presenta Forward & back &... Forward, l’ultima mostra personale di Ciro Zizzo. L’evento proseguirà fino al 14 giugno 2014.
L’esposizione è incentrata sul percorso creativo dell’artista che, mediante l’arte, torna alle sue origini visive e territoriali.
Tra New York, Los Angeles, Miami, Milano e Nord Europa, Ciro è un artista nomade, in viaggio tra culture diverse di cui la sua terra d’origine, la Sicilia, è il punto di partenza e d’arrivo della sua ispirazione, passando attraverso svariate esperienze artistiche, dalla pittura alla manipolazione grafica e pittorica della fotografia.
Il percorso espositivo si divide in tre grandi temi correlati dalla comune origine siciliana: le cellule come le cassatelle siciliane, i Pupi e Corpus Domini.
La serie cellule rimanda all’origini e all’universalità di ogni essere. Benché siamo tutti dotati dello stesso corredo cromosomico, per effetto della differenzazione, le cellule assumono forma e funzione diversa, permettendo l’unicità di ognuno. Siamo in costante relazione con l’ambiente, offrendo e ricevendo stimoli per il cambiamento. Come i riflessi di un cristallo, come la pelle del camaleonte anche noi ci trasformiamo e cambiamo attraverso i luoghi, le esperienze e i movimenti del nostro stato vitale.
I Pupi, marionette medievali riccamente decorati e cesellati da maestranze siciliane, diventano un crogiuolo di reminiscenze della terra natale dell’artista, reinterpretate in chiave moderna: gli occhi rappresentano il sole raggiante del sud, le rotondità delle guance ricordano le succose arance, la fluorescenza dei colori rimanda alle stravaganti cromie dei dolci siciliani.
Le fisionomie dei Pupi si fondono con quelle di altri emblemi della Sicilia quali: la testa del moro, i pupi di zucchero e la Trinacria.
La tradizione viene mediata dalla iper-contemporaneità delle cellule che invadono il volto e lo sfondo dei Pupi, dal ricordo newyorkese e dal tratto pittorico frenetico.
La serie Corpus Domini propone dettagli scultorei di statue classiche, ricordi della Magna Grecia, immagini fotografiche trasfigurate mediante particolari tecniche miste pittoriche e grafiche.
L’espressionismo della forma, l’incisività del tratto e le varie manipolazioni smaterializzano le perfezioni corporee della fotografia riportando alle origini, al primitivismo del segno e alle forme arcaiche. I soggetti diventano contemporanei grazie al surrealismo del colore e al minimalismo del graffiato.
Ciro Zizzo è fotografo, pittore e artista grafico. Laureato in Scenografia e Costume all’Accademia di Belle Arti a Palermo, Ciro ha realizzato: editoriali, campagne pubblicitarie e ritratti di celebrity internazionali per Vanity Fair, Chopard, BMW Nord America Lifestyle, L’Oréal, Absolute Yachts, e altro ancora.
La sua attività artistica è sempre progredita in parallelo alla sua professione attraverso mostre collettive e personali, partecipando a progetti internazionali quali ad esempio: ACT for AIDS in collaborazione con Sotheby’s (1996, 1997); la collettiva Moda&Gioielli. Uniti nella lotta all’AIDS voluta da Bulgari Fashion Service Group ed esposta alla Triennale di Milano (1997); Masterminds of Mode, Kobe Fashion Museum (1999-2000); Fashion Art su Papercity per Art Basel Miami (2005).

domenica 27 ottobre 2013

Roberto Cavalli’s Capsule Collection

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Irina Shayk è la protagonista della Campagna pubblicitaria realizzata dal fotografo Giampaolo Sgura per C&A Brasile della Capsule Collection di Roberto Cavalli. Abiti a stampa animalier decisamente sexy e perfettamente indossati dalla 27enne Russa.