Visualizzazione post con etichetta Vogue. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Vogue. Mostra tutti i post

venerdì 9 aprile 2021

LIFE IN VOGUE 2021 Love letters to Milan


IN OCCASIONE DI MILANO DESIGN CITY 6 DESIGNER INTERPRETANO VIRTUALMENTE GLI SPAZI DELLA REDAZIONE DI VOGUE ITALIA, VISITABILE DAL PUBBLICO INTERNAZIONALE ATTRAVERSO UNA PIATTAFORMA DIGITALE

Vogue Italia annuncia la terza edizione di Life in Vogue: l’evento dedicato al Design che per quest’anno si trasforma in un’experience interamente digitale intitolata Love Letters To Milan. L’evento è in programma dal 12 al 18 aprile, in occasione dell’uscita di Casa Vogue e di Milano Design City. Il progetto Life in Vogue nasce nel 2018 come occasione di scambio e confronto tra design e moda. Coinvolgendo artisti, progettisti e aziende del settore nella riflessione sul significato di workspace, ha acceso interessanti collaborazioni e generato spunti di grande originalità attraverso gli allestimenti degli spazi della redazione, ed è diventato subito uno degli appuntamenti imprescindibili della kermesse. La terza edizione, intitolata “Love Letters to Milan”, vuole proseguire questo brillante percorso di dialogo e celebrare altresì l’amore per Milano – e la vitalità e creatività che la caratterizzano – in un modo molto speciale. Verranno infatti aperte al pubblico le stanze di un palazzo digitale creato ad hoc, che riproduce le fattezze della sede Condé Nast in Piazza Cadorna 5 a Milano. La versione digitale dell’evento permette di superare i limiti di spazio e tempo dettati nelle precedenti edizioni dal calendario del Salone, per sperimentare così la condivisione di contenuti esclusivi e appuntamenti live in un modo inedito e completamente digitale attraverso una piattaforma creata ad hoc e aperta a un pubblico il più vasto possibile. «Life in Vogue 2021 è il nostro omaggio a Milano e al suo Salone. In attesa di tornare ad aprire le porte, non appena sarà possibile, alla comunità creativa internazionale, Milano non può e non deve perdere la sua centralità: questo progetto, che sfrutta la possibilità di raggiungere un’audience ancora più ampia data la sua natura digitale e non fisica, è il nostro contributo per mantenere accesi i riflettori sul settore, proprio nei giorni in cui il Salone avrebbe dovuto animare la città. Confidiamo che presto sarà possibile affiancare le piattaforme fisiche e digitali, mettendo a frutto quanto abbiamo imparato in questi difficili mesi di distanziamento forzato» dice il direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti.

Life in Vogue 2021 sarà dunque un’esperienza sospesa tra realtà e immaginazione, dove l’interpretazione del ruolo del luogo di lavoro è diventata punto di partenza per una più ampia e complessa valutazione della contemporaneità, dei suoi nuovi veicoli, condizionamenti e destinazioni di fuga; protagonisti saranno il sogno, la storia, e anche la natura, in un giardino incantato dove rifugiarsi per rigenerare le idee. Nasce così lo spazio che Vogue Italia ha immaginato all’interno del progetto, una dimensione incantata e surreale: The Inspirational Garden. Al centro del progetto, i lavori di sei designer internazionali selezionati per l’occasione: Vincent Darré, Luke Edward Hall, Anna Karlin, Marion Mailaender, Nendo e Studiopepe. Contrariamente ai designer delle precedenti edizioni, in questo caso i progettisti non hanno dovuto fare i conti con i limiti dettati dagli spazi fisici disponibili, e hanno dunque potuto dare libero sfogo alla fantasia e portare negli uffici di Vogue Italia mondi ideali ricchi di suggestioni. Ciascuno a modo suo, hanno così scritto una lettera d’amore a Milano, la città del design che aspetta di rivivere l’energia che la anima, ogni anno, ad aprile e che rinnova, anche per il 2021, la meraviglia della sua atmosfera. «Ogni Salone, e fuorisalone, ha la sua speciale alchimia che lo rende unico. Ogni anno è una ricetta bilanciata di presenze fisse “incountourables” (ovvero imperdibili), di giovani talenti, di grandi maestri e di nuove scoperte. La selezione di quest’anno cerca quindi di riprodurre quest’alchimia fatta di persone, sfumature e stili diversi, dal surrealista al minimalista, dal brutalista al pop», dice la curatrice del progetto Federica Sala.
Durante la settimana la piattaforma di Life in Vogue sarà animata da momenti di condivisione, conversazioni e visite guidate aperte a tutta la community. Il palinsesto si aprirà lunedì 12 aprile alle ore 18 con un Live Opening Event. Emanuele Farneti - direttore di Vogue Italia, Federica Sala - Curatrice di Life in Vogue e i designer Vincent Darré, Luke Edward Hall, Anna Karlin, Nendo, Marion Mailaender, Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto - fondatrici di Studiopepe, presenteranno il progetto digitale, offrendo al pubblico la possibilità di approfondire tramite una sessione di Q&A curiosità e insights sui progetti realizzati. Da martedì 13 a giovedì 15 aprile si susseguiranno contenuti esclusivi a cura di ciascun designer. Due appuntamenti giornalieri, rispettivamente alle ore 12 e 17. Con “A Visit to Jean Cocteau’s House by Vincent Darré”, “Round At Mine Again Soon with Anna Karlin”, “A Garden Promenade with Luke Edward Hall”, “A Conversation with Oki Sato”, “Duality in Creativity with Studiopepe” e “Walking by the sea with Marion Mailaender” gli artisti porteranno i visitatori alla scoperta delle loro passioni, fonti d’ispirazione e dei loro luoghi del cuore. Da venerdì 16 a domenica 18 aprile verrà data l’opportunità agli utenti di prendere parte a visite guidate degli spazi virtuali in compagnia di ospiti d’eccezione: il critico Francesco Bonami, Felix Burrichter, direttore di Pin Up, l’autore Costantino della Gherardesca, la designer Patricia Urquiola e l’artista Francesco Vezzoli. Il programma dettagliato degli eventi è consultabile su lifeinvogue.vogue.it, dove sarà anche possibile seguire gli appuntamenti.

L’evento, organizzato in occasione di Milano Design City e con il patrocinio del Comune di Milano, è reso possibile anche grazie al supporto dei seguenti partner: Dal 1972 sinonimo di invenzione, innovazione, made in Italy, Alcantara è presente in questa terza edizione di Life in Vogue mostrando le virtù uniche del suo materiale: leggerezza, resistenza, sensorialità e l’estrema versatilità. Nella sala riunioni, progettata da Studiopepe, un pattern inedito di Alcantara caratterizza il loveseat; nel The Inspirational Garden la seduta disegnata da Nendo è realizzata in layer di Alcantara tagliati e sovrapposti con cura per ottenere una tridimensionalità che richiama, illusoriamente, il legno. Belmond, leader nel settore del turismo di lusso con strutture in luoghi spettacolari nel mondo, porta la meravigliosa baia di Portofino al settimo piano del palazzo e presenta il nuovo hotel Splendido Mare, che riapre al pubblico in seguito al restauro firmato dallo studio francese Festen Architecture, e il suo ristorante DaV Mare affacciato sulla Piazzetta, guidato da Roberto Villa con Enrico e Roberto Cerea e Paolo Rota, chef di Da Vittorio a Bergamo. Glamour anni 50, design, tradizione e natura in un'esperienza da vivere con tutti i sensi. Piccole creature fantastiche volano leggere e allegre nel The Inspirational Garden. Sono alcuni dei soggetti di Arcadia, la nuova collezione tableware di Ginori 1735, che verrà presentata ufficialmente dal 12 aprile, nata dalla collaborazione con il fashion designer Orazio Stasi. Un progetto artistico che attraverso la fusione di bellezza, creatività e artigianalità, incarna l'essenza Ginori, dal 1735 uno tra i principali marchi mondiali nel settore del lusso e del lifestyle; espressione dell'eccellenza italiana nella porcellana pura e nel design di altissima qualità. La designer Nika Zupanc firma la linea Deep per Natuzzi Italia, lifestyle brand italiano del settore dell’arredamento. Il divano Wave, seduta protagonista della collezione, nel The Inspirational Garden di Vogue Italia diventa una presenza magica e invitante, grazie ai volumi morbidi, la struttura leggera e sospesa da terra, i cuscini generosi della seduta e lo schienale che avvolge in un abbraccio. Uno spazio dove trovare calma e riparo, da godere da soli o da condividere, per far volare l’immaginazione verso destinazioni lontane. Poliform prende parte al progetto con la poltrona con schienale alto Gentleman Reserved, della collezione Gentleman firmata da Marcel Wanders. Una famiglia di sedute all’insegna della comodità, del design d’autore e della varietà; valori che l’azienda italiana dell’arredamento, nata in Brianza e oggi presente nel mondo, da sempre persegue, coniugandoli con innovazione, interpretazione continua delle tendenze dell’abitare contemporaneo e ricerca della qualità formale e nei materiali. Immersa nella flora fiabesca di The Inspirational Garden troviamo anche la Maison Veuve Clicquot con il suo Champagne Rosé. Con la sua intensità aromatica caratterizzata da aromi iniziali di frutti rossi freschi che successivamente virano verso note biscottate, invita i visitatori a scoprire la sua identità con un contributo speciale: la playlist Veuve Clicquot Rosé Together, cool e raffinata, dallo spirito retrò ma contemporaneo, che perfettamente si sposa con l'atmosfera che si respira nel palazzo digitale di Vogue Italia. Per questa edizione di Life in Vogue, la tecnologia di Xiaomi, terzo brand di smartphone al mondo e la più grande piattaforma Internet of Things con 324,8 milioni di dispositivi intelligenti connessi a essa, anima la stanza della redazione moda reinventata da Marion Mailaender. I suoi device, come la Mi TV Q1 75", il Mi Smart Speaker, il Mi Smart Clock, lo smartphone Mi 11 Lite o il Mi Air Purifier 3H, imprescindibili strumenti di intrattenimento, condivisione e benessere, si inseriscono armoniosamente tra gli specchi e i marmi di un ambiente contemporaneo pensato per ospitare un party immaginario. Gli utenti si troveranno in stanze virtuali uniche, per stile e scelte cromatiche, in grado di rispecchiare la peculiare visione di ogni progettista. Ambienti fra l’onirico e immaginario, realtà e visione. The Inspirational Garden Il 7 e mezzo è il livello ultimo; l’attico che offre una vista privilegiata sul mondo. È la meta agognata; la destinazione che conclude la salita. Il 7 e mezzo è il piano che non esiste ma che qui è l’approdo che conduce al sogno. E il nostro sogno era un universo sospeso tra verità e finzione, dove far fuggire il pensiero sciolto da divieti e costrizioni e ritrovare la forza dell’idea. Il 7 e mezzo è The Inspirational Garden: un’ode all’immaginazione, una dimensione inventata e surreale. Un giardino incantato dove rifugiarsi per scoprire la meraviglia; misterioso e affascinante, da esplorare con curiosità. In cui perdersi, sulle note suadenti della playlist Veuve Clicquot Rosé Together, tra siepi giganti dalle fattezze di animali, cespugli cangianti che abitano l’arco di pietra, macro fiori dagli steli esili – congreghe di papaveri, una rosa dai petali dorati – funghi enormi e fluorescenti, illuminati da tagli di luce che filtrano dalle chiome degli alberi. Una flora rigogliosa e fiabesca, in cui spuntano anche presenze reali ma rese eccezionali dal filtro della fantasia. Così le porcellane della collezione Arcadia di Ginori 1735 liberano creaturine allegre e multicolori; linee sinuose e morbide, come le onde del mare, si uniscono per disegnare un divano armonico e accogliente, realizzato da Natuzzi Italia; una poltrona Gentleman di Poliform spunta tra le piante lussureggianti invitando ad accomodarsi sui suoi generosi cuscini, o ancora sedute realizzate in Alcantara trasformato in legno pregiato, come per incantesimo, offrono ristoro lungo il sentiero. Un luogo dove tutto è possibile e gli orizzonti sono infiniti, dove godere dell’effetto benefico della natura per rigenerare la mente e dare vita all’inaspettato. Il giardino in cui sbocciano le sinergie più proficue, la bellezza stupisce e l’ispirazione si rinnova. Che quest’anno invita tutti a entrare e a viverne la magia.

VINCENT DARRÉ / The Director’s Anamorphic Office BIO L’opera di Vincent Darré, artista che spazia tra moda e arredamento, trasforma le case in laboratori creativi, dove l’interior designer dà libero sfogo alla sua fantasia e alla sua stravaganza, combinando elementi del surrealismo e dell’eccentricità inglese con uno stile che rimanda a Jean Cocteau e Cecil Beaton. Nel campo dell’arredamento Vincent Darré è considerato una personalità fuori dall’ordinario. Innanzitutto per le sue origini: l’artista proviene dal mondo della moda, dove lavora prima da Yves Saint Laurent, poi Montana, Prada e Chloé, successivamente diventa il braccio destro di Karl Lagerfeld in Fendi e infine il direttore artistico di Moschino e Ungaro. Nel 2008 lascia il settore fashion per dedicarsi alla creazione di mobili e complementi d’arredo. Inizia a Parigi, con una fantastica esposizione in Rue du Mont-Thabor dove presenta una collezione chiamata “Ossobuco” composta da sedie con schienali a forma di vertebre e tavoli sorretti da femori. Nel 2016, riparte da zero con la nuova Maison Darré, un omaggio al patrimonio vivente delle arti decorative situato in Rue Royale 13. Un’arte di vivere che Vincent interpreta in modo molto personale e teatrale, facendo riferimento ad un passato inventato. La sede della Rue Royale 13 apre al pubblico con la nuova collezione “Renaissance”, realizzata in collaborazione con i migliori artigiani francesi. Nel 2018, cura l’arredamento del Serpent à Plume, che riunisce un caffè, un concept store e un bar in uno spazio ibrido distribuito su due livelli al numero 24 di Place des Vosges. Si occupa anche di allestire la vendita di mobili del Ritz per la casa d’aste Artcurial, trasformando l’Hôtel Marcel Dassault in una visione in stile Ritz.

Per me, l’ufficio del direttore è un luogo misterioso e quasi inaccessibile, il Sacro Graal dei visitatori di Vogue Italia. A ben pochi viene concessa udienza qui; ma è anche il luogo da cui emergono tutte le idee per progetti futuri. È il cervello della rivista! Me lo immagino in cima all’edificio, a un passo dal cielo e dalle stelle, che segue il movimento del sole; un planetario a incoronare la torre di Babele. È un cerchio infinito attorno a cui si dispiegano le arcate, reminiscenze del barocco. Il pavimento, un’anamorfosi di intarsi marmorei, si estende fino alle pareti. Al centro si erge l’ufficio del direttore, un astrolabio di vetro e oro nel quale due poltrone si guardano in attesa degli ospiti. Immagino di avere un appuntamento con lui e di presentargli il mio progetto. Come l’ombra ruota attorno a una meridiana, attorno a noi s’intersecano gli archi fin dove l’occhio arriva e rivelano squarci di luce del cielo che ci circonda. Queste volte celestiali sono popolate da oggetti surreali: mobili emblematici provenienti da diverse collezioni, donati al direttore per la sua Wunderkammer, mentre gli ospiti occasionali posano come statue. L’arredo nel suo complesso è inoltre un tributo all’architettura metafisica di Milano, che ricorda il meccanismo di un orologio. I volumi ruotano all’infinito sotto una cupola ispirata a quella del Pantheon romano, mentre un globo astrale simboleggia l’invito universale a tutte le dimensioni dell’arte a raccogliersi presso questo ufficio, culla della creazione.

LUKE EDWARD HALL / The Art Director’s Summer Pavilion BIO Luke Edward Hall è un artista e designer di Londra. La sua estetica romantica è infusa dall’amore per la storia, dall’apprezzamento per la bellezza e da una certa giocosità. Hall ha fondato il suo studio nell'autunno del 2015 e da allora ha lavorato a tante diverse commissioni, spaziando dall’interior design a progetti di moda, fino a murales e illustrazioni per libri, ristoranti e hotel. Ha collaborato con varie società e istituzioni, come Burberry, Lanvin, Christie’s, la Royal Academy of Arts, Ginori 1735, Svenskt Tenn e Habitat. Hall ha esposto i suoi disegni, i dipinti e le sue ceramiche a Londra, a Stoccolma e negli Stati Uniti. La sua terza mostra monografica è stata inaugurata ad Atene nel gennaio 2021. Nel marzo 2019 ha iniziato a scrivere come editorialista per una rubrica del FT Weekend, settimanale del Financial Times, rispondendo alle domande dei lettori su temi come l’interior design, l’estetica e lo stile nella vita di tutti i giorni. Nel settembre 2019 ha visto la luce il primo libro di Hall, Greco Disco: The Art and Design of Luke Edward Hall, pubblicato da teNeues. Nell’autunno del 2020, Hall ha inaugurato il suo primo grande progetto di direzione artistica e interior design a Parigi: un hotel da trentatré camere con bistrot nel decimo arrondissement della città. Al momento, Luke Edward Hall sta lavorando al suo secondo libro, a nuove mostre e a diversi progetti di interior design.

Il mio concept per la stanza del direttore artistico ruota intorno all’idea di uno spazio che sia per metà giardino, per metà tendone. Siamo in piena estate e il confine tra interno ed esterno, sogno e realtà si è assottigliato deliziosamente. Vediamo un pavimento in legno verniciato e carta da parati a righe, una vecchia vasca da bagno e un divano rosa acceso; soffici nuvole di cotone fluttuano sulle nostre teste, mentre fiori e piante selvatiche lottano per emergere dai listelli del pavimento. Al centro, una fontana in pietra antica riempie la stanza del gocciolio dell'acqua, e da essa partono canali in pietra che diramano l'acqua scintillante in quattro direzioni tutto attorno, sotto i mobili e all’esterno sotto gli archi dei tendaggi alle pareti. In fondo, su una pedana, c’è una scrivania in stile anni Settanta sormontata da una tenda tutta sua. Tra le piante si nascondono oggetti eleganti e funzionali: un paio di sedie a conchiglia in stile barocco veneziano, una statua del Discobolo, un paio di pantofole di velluto, enormi pile di libri e pentole colme di pennelli. Fondamentalmente, questa stanza è lo studio dei miei sogni: uno spazio in cui lavorare, certo, ma anche rilassarsi, cadendo addormentati tra le digitali e i tulipani cullati dal ronzio delle api, e uno spazio che anche il levriero Merlin possa apprezzare. È ispirato sotto molti aspetti dal giardino di casa mia nella campagna inglese e dal mio amore per le strutture a tenda, nonché dagli shooting fotografici di Tim Walker dei primi anni 2000 per Casa Vogue, che trovo incredibili.

ANNA KARLIN / Quarry for Vogue Talents BIO Nata a Londra, Anna Karlin ha frequentato il Central St. Martins College e la Glasgow School of Art. È una product designer autodidatta con una formazione nella comunicazione visiva. Il suo lavoro comprende progetti di interni, di direzione artistica, per la stampa, per sfilate di moda nonché una collezione di alta gioielleria. Questo approccio alchemico al design l’ha portata a lanciare una sua collezione di mobili e complementi d’arredo. Oggi è rappresentata a livello internazionale da una rete di gallerie di design e collabora con alcuni tra i migliori architetti e interior designer per far includere le sue creazioni nell'arredo di alcuni degli edifici più prestigiosi in tutto il mondo. Karlin crede fermamente che ogni forma di design debba raccontare una storia e che tutte le discipline apportino un contributo straordinario l’una all'altra, e che pertanto nessuna area di design debba rimanere inesplorata. Il suo studio e le sue collezioni di arredi e di gioielli preziosi sono il risultato di questa sensibilità. Attualmente Karlin vive e lavora a New York.

Il 2020 ci ha obbligato tutti a ripensare il nostro modo di lavorare. Abbiamo dovuto manipolare all'estremo l’ambiente che ci circonda. Nel trasformare la mia stanza in una cava, mi è piaciuta la metafora molto letterale del dover scavare per ricavarci un nuovo spazio tutto per noi. Non sono religiosa, ma visitare le cave di marmo in Italia per me è stata un’esperienza spirituale. Il 2020 ci ha spinto a trovare rifugio in luoghi e concetti di cui prima trascuravamo il significato, e riconsiderare questi pensieri mi è sembrata la cosa giusta da fare. La scala e la maestosità di una cava di marmo rafforzano in noi la sensazione di essere una piccolissima parte di un ecosistema più grande. Il 2020 ha evidenziato quanto siamo tutti interconnessi e come dobbiamo lavorare insieme per proteggere quel sistema.

MARION MAILAENDER / Party in the Fashion Editors' Office BIO Lavora tra Parigi e Marsiglia, sua città di origine. Dopo la formazione all’Ecole Boulle ha fondato la propria agenzia di architettura e design a Parigi, nel 2004. Da allora si è occupata della creazione di oggetti e di scenografie, nonché di progetti residenziali e commerciali come il recente incarico di progettazione per l’hotel Tuba di Marsiglia. La sua audacia e il suo stile hanno già attirato l’attenzione di numerosi creativi, come Amélie Pichard, Sophie Calle o il designer colombiano Esteban Cortázar, i quali le hanno affidato progetti straordinari.

Marion lavora basandosi sull’istinto e fonde diversi generi ed epoche in scenari che combinano la tradizione con la modernità. La sua creatività e la sua attenzione per dettagli e materiali sono preziosissimi quando si occupa della scala dell’oggetto. Marion Mailaender cerca continuamente nuove forme per associazione di idee, mescolando stili ed epoche per risvegliare ricordi, spesso e volentieri con sottile humour.

La vita qui torna un po’ alla volta alla normalità e riprende con un party organizzato in collaborazione con Xiaomi negli uffici di Vogue Italia. Non manca niente: lo champagne nei bicchieri firmati Michele de Lucchi, le kitsch cake da condividere, la musica un po’ troppo alta in sottofondo e un video viene proiettato. Apriamo le finestre che danno su balconi grondanti di piante, il sole entra e si riflette negli specchi. Il tavolo monumentale in marmo by Nanda Vigo per La Galerie Italienne cattura la morbidezza del tessuto e la riproduce in forma scultorea, i vasi diventano borse marmoree, la lampada Naeko di Kazuhide Takahama (galleria A1043) s’innalza verso i soffitti specchiati e noi vaghiamo tra il reale e l'immaginario. Giochiamo con le percezioni, alcuni oggetti sono saldi e ben ancorati, altri si sciolgono come neve al sole: la mensola dello studio Their & van Daalen, il lampadario fluido di Héctor Esrawe per Galeria Masa. E tutto si riflette nelle superfici specchiate del soffitto. Un telefono squilla, qualcuno chiama per la festa. Siamo a Milano, finalmente!

NENDO / The Enlightened Graphic Room BIO Oki Sato è Chief Designer e fondatore di nendo. Nato nel 1977 a Toronto, Canada, nel 2002 ha conseguito un master in architettura presso l’Università di Waseda, a Tokyo, e in quello stesso anno ha aperto il suo studio di design “nendo". La sua attività in questo campo non si è limitata ad un'area specifica, bensì ha assunto molteplici forme, dal design grafico e di prodotto fino alla progettazione di mobili, installazioni, interni e finestre, fino a toccare la dimensione architettonica. Annoverato da Newsweek tra i 100 giapponesi più rispettati al mondo, ha vinto diversi importanti riconoscimenti come “Designer of the Year”, tra cui quelli delle riviste Wallpaper* ed Elle Decor. Le creazioni di nendo possono essere ammirate presso il Museum of Modern Art di New York, oltre che al Musée des Arts Décoratifs e al Centre Pompidou di Parigi.

Lo spazio digitale vuole omaggiare la stanza che nella redazione di Vogue è dedicata al team di progettazione grafica; lo sfondo è volutamente mantenuto incolore, in modo da delineare graficamente le lanterne hyouri e avvolgerle con una luce soffusa, simile a quella che attraversa le porte shōji rivestite di carta bianca traslucida. Hyouri significa dentro e fuori in giapponese e questa collezione di lampade evoca le lanterne giapponesi chiamate “chōchin”, realizzate con un telaio di bambù spaccato ricoperto di carta e solitamente appese a un gancio o un palo. Come la lanterne hyouri sono state create combinando tecniche artigianali tradizionali e nuove idee progettuali, lo spazio è stato creato ispirandosi alla tradizionale architettura giapponese di templi e santuari – all’uso del legno che la contraddistingue e alla tecnica “tsugite” di incastrare assieme assi attraverso dei giunti, come pezzi di puzzle – adattandola però al mondo digitale.
Le colonne sono così rese sottili e delicate in virtù della non gravità e sono sormontate da una struttura composta da numerose griglie unite insieme per enfatizzare un senso di profondità nella navigazione 3D.

STUDIOPEPE / No Man Is an Island: The Meeting Room BIO Studiopepe è un'agenzia di architettura e design fondata a Milano nel 2006 da Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto. L'attenzione di Studiopepe è rivolta al design con un approccio multidisciplinare, che comprende interior design, progettazione del prodotto e consulenza creativa. Il linguaggio usato dallo studio nei suoi progetti è stratificato: combina infatti una visione poetica con una forte identità iconografica. Studiopepe si occupa di progetti commissionati a livello internazionale, ad esempio da attività di vendita al dettaglio e hotel, e di commissioni private, avvalendosi di un team di 15 professionisti tra architetti, interior designer e product designer. La visione di Studiopepe si basa sulla sperimentazione, sulla ricerca continua di colori e materiali e sulla fusione con il linguaggio contemporaneo dell'arte. Alcuni dei temi di lavoro dello studio sono le installazioni, lo studio degli archetipi formali, gli esperimenti con i materiali e il dialogo tra opposti.

Gli antichi greci si recavano in pellegrinaggio a Delfi, al tempio di Apollo; punteggiato da colonne, custodiva al suo interno l’oracolo e sul pronao portava l’incisione Conosci te stesso, a indicare che ogni conoscenza parte dalla profonda consapevolezza del nostro Io. Ci siamo ispirate a questa architettura per immaginare la meeting room del futuro, anche se in questo momento storico appare quasi come un ossimoro. La sala riunioni è il luogo del dialogo, spesso tra opposti, ed è dall'alterità che nasce il processo di creazione. Il dialogo, infatti, è sempre trasformativo e generativo di connessioni: con noi stessi, con gli altri e con la natura, con la quale i rapporti sono ancora più profondi perché liberi da sovrastrutture. Come duo creativo, sappiamo che sperimentare il confronto ogni giorno è fondamentale per far nascere nuove idee. Le nostre scelte parlano di noi e della nostra relazione con l’ambiente; arredi e oggetti sono stati selezionati con grande cura non solo per come appaiono ma per quello che significano. Abbiamo inserito un tavolo poligonale affinché non ci fosse un lato predominante. La sua "pelle" è un omaggio ad Archizoom e al loro messaggio utopico, ancora oggi attuale e potente. Sul piano gli oggetti sono sei, ciascuno rappresentato da due corpi celesti che sono gli estremi di un asse di confronto dialogico. (Noi e gli altri, noi e la natura, noi e le nostre radici...) I pianeti sono il simbolo del legame con la natura che va oltre il visibile, che coinvolge gli archetipi e il mondo dell’inconscio, qui raffigurato dal mare. E proprio dall’acqua emerge un’isola, sulla quale campeggiano luminose le parole: NO MAN IS AN ISLAND. Abbiamo inoltre inserito un pezzo simbolico in Alcantara che attraverso il pattern marmorizzato richiama il concetto di relazione e fusione di due elementi diversi. La dualità fa parte del nostro essere e la nostra identità di individui è un equilibrio di relazioni e opposizioni del nostro essere e la nostra identità di individui è un equilibrio di relazioni e opposizioni.

Kim Jones è guest editor del numero di aprile di Vogue Italia: una celebrazione delle community creative della moda


Il designer inglese Kim Jones è il guest editor del numero di aprile di Vogue Italia. Il numero, in edicola domani, è dedicato alle community creative della moda. Le idee e le foto che ogni mese compongono le pagine di Vogue Italia sono frutto di uno scambio continuo tra il team interno e i più rilevanti talenti mondiali della fotografia di moda, dello styling, della scrittura: questa “famiglia allargata” è alle origini del successo del magazine, un riconosciuto unicum a livello internazionale. Questo mese, il direttore Emanuele Farneti ha chiamato come guest editor Kim Jones, stilista che a sua volta è noto per la capacità attrattiva e la volontà di collaborazione con grandi talenti. Il numero di aprile è dunque frutto dell’incontro di due comunità creative che si uniscono in un momento in cui il senso di condivisione è centrale nelle nostre vite.



“Ci sono prodotti creativi che sono frutto del talento individuale. Altri invece sono figli di uno sforzo collettivo, crescono e prendono forza dal contributo di persone con diverse sensibilità ed esperienze. Senza alcun margine di dubbio, Vogue Italia fa parte di questo secondo gruppo”, scrive nel suo editoriale il direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti. “Questo mese abbiamo fatto un esperimento. Abbiamo chiamato un designer che a sua volta sa e ama circondarsi di talenti, e abbiamo messo a fattore comune le nostre rispettive comunità creative”. “Sono entusiasta di aver potuto lavorare a questo progetto per Vogue Italia con un gruppo di persone straordinario”, scrive Kim Jones. “Ho scelto di coinvolgere non solo amici che appartengono al mondo della moda, ma anche all’arte e alla letteratura, e agli altri ambiti che amo e che quindi volevo fossero rappresentati in questo numero. È un gruppo di persone che ammiro, e che so continuerò ad ammirare in futuro. Come Malick, per fare un esempio: è un nuovo fotografo, è assolutamente fantastico, e l’idea che potesse produrre immagini così belle per un magazine tanto prestigioso è stata davvero emozionante. Negli anni, Vogue Italia è stata per me la rivista di moda più stimolante. Risparmiavo per comprarla e non appena usciva l’andavo a cercare nelle edicole di Londra. Esserne il Guest Editor per un mese è stato davvero, davvero speciale”.



Per il numero, Kim Jones ha coinvolto artisti, musicisti, collezionisti, star del cinema e del web che si sono confrontati attorno a un tema caro allo stilista: il collezionismo, e in generale le ossessioni creative. C’è una conversazione tra lo stesso Jones e Demi Moore sulla bellezza, e il conforto che ci danno le cose che scegliamo di amare. Nel ritratto scattato da Brett Lloyd, la Moore tiene in mano una prima edizione autografa dell’Orlando di Virginia Woolf, pezzo pregiato della collezione di Jones che già era stato visto in passerella nelle mani dell’attrice durante la sfilata Couture di Fendi lo scorso gennaio, quando la Moore aveva aperto lo show, il primo di Jones alla guida della maison. Ci sono poi il libraio antiquario Sammy Jay e l’attrice Gwendoline Christie, per i quali le prime edizioni autografe sono feticci che hanno cambiato le loro vite.



Tra i protagonisti anche Edward Tang e Ronnie Sassoon, entrambi appassionati collezionisti, che vivono in modo totalizzante ma opposto l’affezione per le opere disseminate nelle loro case: massimalista lui, lei minimalista. Le idee fissate su carta, la ricerca di “frammenti di dipinto” sparsi in natura, l’evoluzione dell’arte figurativa: gli artisti Peter Doig e Alex Foxton riflettono su emozioni e ispirazione, mescolando moda, pittura, paesaggi, leoni, santi e sex appeal. Amano avventurarsi in territori inesplorati il musicista Max Richter e Swizz Beatz, rapper e produttore discografico che nel numero vanno alla scoperta dei contrasti, come quelli tra l’irrazionalità di un brano, l’eleganza degli abiti e il genio di Virginia Woolf. Infine due stelle del web: la comica diciannovenne Elsa Majimbo si confronta con il fashion blogger Bryanboy su hater, likes, mentori e appuntamenti con il destino. Questo numero speciale va in edicola con 6 diverse copertine: Demi Moore scattata da Brett Lloyd, Stella Jones da David Sims, Natalia Vodianova da Paolo Roversi, Amar Akway, Malika Louback e Skarla Ali da Malick Bodian, Binx Walton e Selena Forrest da Miranda Barnes.



Per ciascuna di esse, Kim Jones ha scelto di raffigurare gli abiti di un diverso brand. La sesta copertina è il frutto di un ulteriore, importante progetto. Questa primavera Londra rende omaggio a un maestro della fotografia, James Barnor. Al novantunenne artista ghanese la Serpentine Gallery dedica infatti una retrospettiva che abbraccia sessant’anni di una carriera a cavallo tra due continenti. A prendere parte a James Barnor: Accra/London - A Retrospective, la Serpentine ha chiamato Ferdinando Verderi, direttore creativo di Vogue Italia, che ha ideato una videoinstallazione focalizzata sul lavoro di Barnor nella Londra degli anni Sessanta. L’opera, grazie alla collaborazione dell’istituzione londinese con l’emergente piattaforma artistica CIRCA, dal primo al dieci aprile, alle ore 20:21, verrà proiettata sullo schermo gigante di Piccadilly Circus. Un video il cui finale contiene una sorpresa: una foto scattata da Barnor a Piccadilly nel 1967 si “trasforma” infatti nella sua versione attualizzata, e diventa appunto una delle cover di Vogue Italia di questo mese. L’immagine è stata infatti scattata nello stesso luogo e nella stessa posa di cinquant’anni fa. Protagonista della versione odierna, Adwoa Aboah, la modella inglese di padre ghanese che è il simbolo di una nuova generazione britannica. Stampata in tiratura limitata di 2021 copie, questa copertina – la prima di Barnor per Vogue Italia – sarà poi replicata su poster sparsi per la città, a richiamare l’attenzione sulla mostra della Serpentine e su un leggendario testimone dell’arte africana.

domenica 21 febbraio 2021

Vogue Talents lancia "The World Of Vogue Talents - The New Frontiers of Awareness"


Si rinnova in formato completamente interattivo il consueto evento di Vogue Talents, patrocinato dal Comune di Milano, dedicato allo scouting internazionale di creativi e designer di nuova generazione che per questa edizione sarà interamente dedicato ai progetti responsabili. “The World of Vogue Talents - The New Frontiers of Awareness” è la piattaforma digitale accessibile all’indirizzo: https://voguetalents.vogue.it/it a partire dal 25 febbraio 2021.
Vogue Talents è il progetto di scouting di Vogue Italia lanciato nel 2009 che, oltre a due numeri cartacei all’anno, conta più di un milione di utenti tra social e web. Raggiunti i primi dieci anni di presenza nel panorama editoriale, oggi è un brand attraverso il quale Condé Nast Italia supporta la nuova generazione di creativi, una solida piattaforma multimediale che si è imposta quale punto di riferimento per i creativi di tutto il mondo, un network di persone e attività che mette in relazione persone e aziende, in un meccanismo non soltanto comunicativo ma promotore di business e nuove prospettive sulla moda.
La piattaforma sarà visitabile online esclusivamente su invito il 24 febbraio e dal giorno successivo disponibile al pubblico internazionale.
La prima edizione, lanciata lo scorso settembre 2020, ha registrato più di 100.000 visite alla piattaforma, con oltre 130.000 pagine visitate.
"Dopo il successo della prima edizione digital, Vogue Talents torna con un'offerta informativa ancora più ricca e completa. Strumento imprescindibile per gli addetti ai lavori, la piattaforma in questa edizione, con nuove soluzioni creative, mette a disposizione anche del grande pubblico notizie e idee per abbracciare davvero il tema della sostenibilità, all'insegna di scelte quotidiane più consapevoli e informate", commenta Emanuele Farneti, Direttore di Vogue Italia.
"Vogue Talents continua ad ampliare i suoi orizzonti e i suoi impegni. Abbiamo la responsabilità di continuare a sostenere le nuove generazioni in tutte le forme creative. Questa edizione è dedicata alla responsabilità sociale, con una selezione di designer internazionali, tante iniziative e suggerimenti su come tutti noi possiamo vivere in modo più consapevole" commenta Sara Sozzani Maino, Vice Direttore di Vogue Italia e Head of Vogue Talents.

In occasione del lancio della piattaforma, Vogue Talents svelerà il frutto della collaborazione con una delle realtà formative più importanti della scena artistica, cui la piattaforma funge da palcoscenico.
Dal momento che il settore dell’arte e dello spettacolo sta attraversando un periodo difficile a causa della pausa forzata dalla situazione pandemica, Vogue Talents, da sempre impegnato nel supporto del talento a 360°, ha scelto di offrire la visibilità globale della piattaforma ai talenti della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Ad accogliere gli ospiti, infatti, sarà un video che vede impegnati gli artisti della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi nelle performance di danza “Entaglement - Sette brevi lezioni di fisica” con coreografia di Manuela Victoria Colacicco e gli Interpreti Martina Di Prato e Rafael Candela e “Vertigini”, coreografia di Serena Zimolo che lo interpreta con Tommaso Cavalcanti. I danzatori indossano capi e accessori firmati da Act n°1, Agglomerati, Alessandro Vigilante, Calcaterra, Garbage Core, Marcello Pipitone, Persia, Simona Marziali - MRZ e Vièn. Dalla sua fondazione, nel 1951 a opera di Paolo Grassi e Giorgio Strehler, la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, diretta oggi da Tatiana Olear, è da settant’anni punto di riferimento formativo per il mondo teatrale italiano. Gestita dal 2000 da Fondazione Milano offre, unica in Italia, percorsi di formazione per tutte le principali figure professionali nel campo del teatro e dello spettacolo dal vivo.
La sezione “Spotlight on Talents” è dedicata alla creatività di designer dall’approccio responsabile: sarà possibile vedere le collezioni del coreano Kwun Hyuk Kim del brand Anchovi; Caes dell’olandese Helen de Kluiver; Commas disegnato dal creativo australiano Richard Jarman; le creazioni di Cormio dell’italo statunitense Jezabelle Cormio; Mossi del francese Mossi Traorè; i brand Ssōne e S.S.Daley disegnati rispettivamente dai creativi britannici Caroline Smithson e Steven Stokey-Daley; Uniforme dei francesi Hugues Fauchard e Rémi Bats e Yuzefi dell’iraniana Naza Yousefi.

“Awareness Manifesto” è l’area dedicata alle diverse tematiche riguardanti la sostenibilità. Divisa in due parti, una è dedicata a un approfondimento sulla tematica, con una serie di Q&A riguardanti le domande più frequenti relative all’approccio responsabile, e formulate con il contributo di alcune delle personalità più influenti del panorama della moda tra cui Orsola De Castro, Founder and Global Creative Director Fashion Revolution e Francesca Romana Rinaldi, docente dell’Università Bocconi e autrice di “Fashion Industry 2030”. La seconda parte è dedicata alla creatività di Matteo Ward (design studio WRAD) che, insieme al supporto artistico e grafico di Sara Guazzarini, racconta all’interno di un manifesto illustrato l'importanza della sostenibilità ambientale all’interno del sistema moda, evidenziandone le criticità e suggerendo tecniche più responsabili e concrete per abbracciare un percorso più etico.
Una delle novità dell’edizione 2021 dell’evento è la sezione “How to buy responsible” al cui interno sarà possibile esplorare una selezione di negozi online, realtà produttive, brand e luoghi da visitare, anche virtualmente, con un’attenzione particolare verso l’ambiente e il desiderio di innovare.
La sezione “Mentoring”, altra novità di questa edizione, avrà al suo interno video dedicati a creativi e giovani all’inizio delle loro carriere che potranno ascoltare dalle parole di head hunter intervistati in video webinar gli step fondamentali per trovare lavoro nella moda: come raccontarsi nel giusto cv e come preparare il fashion portfolio, fino a come affrontare il colloquio di lavoro. “Editorial Contents” è dedicata a contributi video, interviste esclusive e una selezione di podcast dedicati al mondo di Vogue Talents. Queste due aree verranno aggiornate periodicamente con contenuti nuovi.



All’interno della piattaforma ci sarà l’area dedicata al lancio della seconda edizione di “Vogue YOOX Challenge - The Future of Responsible Fashion”: il progetto di Vogue Italia e YOOX a supporto di designer, creativi e start-up che attraverso progetti innovativi hanno deciso di investire in maniera coraggiosa su un approccio alla moda e al design – novità per l'edizione di quest’anno – responsabile e sostenibile. Per Vogue Italia e YOOX sostenere la nuova generazione di creativi continua a essere una sfida che deve essere affrontata per concepire un futuro migliore e aumentare la consapevolezza all’interno del sistema del tessile, del design e dell’abbigliamento. L’edizione 2021 sarà annunciata il 22 febbraio su vogue.it e yoox.com.
Come di consueto, il palazzo virtuale ospita le iniziative speciali e i progetti creati in esclusiva da Vogue Talents.
All’interno della sezione “Tailored Creativity” saranno presenti:
Il racconto interattivo della Limited Edition UNO® by VIVETTA. In occasione del cinquantesimo anniversario di UNO, il gioco di carte #1 al mondo è stato reinterpretato dalla creatività della designer italiana Vivetta Ponti che, selezionata da Vogue Talents, ha donato a UNO una nuova e inedita veste reinterpretando il pack ed il retro delle carte attraverso la sua personale cifra stilistica.
La Limited Edition UNO® by VIVETTA sarà in vendita su unicef.it/carteuno e il ricavato sarà interamente devoluto ai programmi dell’UNICEF per garantire salute, nutrizione, istruzione di qualità e protezione a migliaia di bambini nel mondo.
Xiaomi rinnova la partnership con un’iniziativa pensata ad hoc per la presentazione del modello di smartphone Mi 11 | 5G, che presenta straordinarie funzionalità nel campo della fotografia e dei video che lo rendono un dispositivo premium. Alfredo Cortese del brand AC9 e Francesco Murano vincitore dell’edizione 2020 di “Who is on Next?”, selezionati da Vogue Talents, hanno realizzato degli artwork esclusivi ispirati alle personali cifre stilistiche, per il pack del nuovo modello dell’azienda che punta a ridefinire gli standard del settore. Sarà possibile esplorare nella piattaforma le caratteristiche e le ispirazioni per la limited edition del pack di Mi 11, in vendita da Marzo 2021.
Nell’area dedicata alle “Special Initiatives” realizzate in collaborazione con i brand:
Il lancio di “Reshaping The Future”, lo scouting di Alcantara e Vogue Talents volto a supportare studenti, designer e creativi chiamati a immaginare un futuro più consapevole che creeranno la propria visione stilistica e mettendosi alla prova con la versatilità e le infinite declinazioni di Alcantara. Lo scouting sarà attivo fino al 30 Aprile 2021, e i tre creativi più meritevoli avranno la possibilità di effettuare un'esperienza di stage nell'ufficio stile di Alcantara.
La presentazione della nuova collezione Autunno/Inverno 2021-22 firmata da Sara Wong, direttore creativo dell’omonimo brand. “Tartary – Shades of Mongolian” s’ispira alla contaminazione culturale avvenuta in Cina durante il 19esimo secolo. Forme decise, colori luminosi e tecniche audaci danno vita a 39 look rappresentativi della personalità della designer, che sceglie Vogue Talents per lanciare “A Cultural Fashion Clash”, un racconto video in cui porta il pubblico alla scoperta della sua storia, delle sue passioni e della nascita dell’ultima collezione.
La playlist Yellow Hour su Spotify realizzata da Veuve Clicquot. Un contributo che perfettamente rappresenta l’identità - fra stile, eleganza e audacia - della Maison, che sceglie un linguaggio tanto personale quanto universale, la musica, per accompagnare la visita di ciascun ospite all’interno della piattaforma, coinvolgendolo con il suo mondo radioso e solare. L’iniziativa si inserisce nel percorso del brand a sostegno della creatività e dei talenti che con le loro peculiari visioni si fanno portavoce di messaggi di positività, bellezza e coraggio - un tributo a Madame Clicquot, che con perseveranza, intuizione e creatività rivoluzionò il mondo dello Champagne.
Nella cornice di Base Milano, un talk dal titolo “A conscious approach to fashion” vede protagonisti Massimiliano Bizzi founder di White Milano e due designer: Federico Cina, founder del brand omonimo di menswear vincitore di Who is on Next? 2019 e Monica Sarti, erede del celebre Faliero Sarti e creatrice di sciarpe artigianali e preziose. I tre ospiti delineeranno, in conversazione con Elisa Pervinca Bellini di Vogue Talents, i contorni del futuro del Made in Italy esplorando le potenzialità del networking e del fare sistema.
La sede dell’evento anche per questa edizione è un palazzo immaginario realizzato in esclusiva per Vogue Italia da MONOGRID. Rinnovato e diviso in aree tematiche esplorabili è concepito come sede simbolo dell’iniziativa interamente dedicata alla creatività responsabile e sostenibile. Attraverso l’utilizzo di tecniche creative e esperienze interattive, il lavoro realizzato da MONOGRID ha donato al consueto evento di Vogue Talents una veste digitale che permette agli spettatori un’esperienza innovativa.

domenica 30 agosto 2020

Vogue Italia, Settembre 2020: 100 copertine, 100 storie, 100 cover star


Il numero di settembre di Vogue Italia è un progetto eccezionale, senza precedenti, che vede il coinvolgimento di 100 personaggi per 100 copertine: modelle famose, attrici, attiviste per i diritti sociali, Instagram star, artiste, scrittrici e persone comuni con la loro storia unica da raccontare.
Vogue Italia esce in edicola il 28 agosto, ancora una volta con un numero da collezione, in cui le copertine numerate diventano un’opera d’arte e un manifesto della moda per tutti, all’insegna della diversità, della bellezza e della speranza.
«Lo scorso aprile, quando abbiamo scelto di lasciare bianca la nostra copertina, eravamo convinti che il silenzio fosse un giusto messaggio di rispetto e pudore» scrive nel suo editoriale Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia. «Adesso invece, all’inizio di una nuova stagione per molti versi decisiva, pensiamo sia il momento di parlare ad alta voce di bellezza e di speranza. Per la prima volta abbiamo scattato, e stampato, cento cover. Ciascuna di loro è dedicata a una protagonista diversa: per età, aspetto fisico, colore della pelle. È il ritratto di una comunità che, pur nel giusto rispetto delle restrizioni di distanze e tempi imposte dal contesto, dopo aver diligentemente atteso ora si ritrova e ricomincia».


Il direttore creativo Ferdinando Verderi, che ha concepito il progetto, racconta: «L’idea è molto semplice: more is more. Una sfida ai canoni di quantità con cui la moda si misura da sempre, una volontà di rinascita, una celebrazione delle diversità che una volta stampata diventerà un’esperienza collettiva, vissuta a distanza. Abbiamo scattato individualmente le 100 cover star in un semplice studio a New York. Il fotografo scelto è Mark Borthwick, firma storica di Vogue Italia che torna dopo decenni. Il cast unisce senza alcuna distinzione 100 persone tra cui modelle, attrici, artiste, gente di talento nei campi più diversi, icone del passato e persone che non hanno niente a che fare con la moda».
Nel cast ci sono persone diversissime per età, etnia, professione, vita. Una a fianco all’altra, senza gerarchie, senza filtri né artifici fotografici o cosmetici. Ci sono supermodel iconiche: Cindy Crawford, Pat Cleveland, Patti Hansen, Donna Jordan. Le top del momento: Kaia Gerber, Bella Hadid, Julia Nobis, Freja Beha Erichsen, Sasha Pivovarova, Irina Shayk, Alek Wek, Raquel Zimmermann, Saskia De Brauw, Rebecca Longendyke. Instagram star come Emily Ratajkowski e Paloma Elsesser. Attrici come Chloë Sevigny. Volti emergenti. Modelle non binarie, genderless o transgender come Indya Moore, Juno Mitchell o Cici Tamiz, in prima linea per i diritti LGBTQI+. Attiviste black come Bethann Hardison. Poi ancora, le pioniere: Ugbad Abdi, la prima a calcare una passerella in hijab, o Precious Lee, la prima modella plus size di colore a comparire sulla copertina di Sports Illustrated. Ma anche Cameron Russell e Trish Goff, decisive nella battaglia per il #metoo. Ash Foo, tornata a sfilare dopo un anno di chemioterapia. Attiviste, scrittrici, fotografe e artiste di fama internazionale: come Dominique Duroseau che esplora temi come razzismo, femminismo black, gender; come la pittrice Elizabeth Peyton, la deputy director del New Museum di New York Karen Wong e l’archistar Gisue Hariri. Ma anche donne comuni come l’autista di Uber Debra Solomon. Una curiosità: tra i cento personaggi compaiono anche due delle artiste che hanno realizzato le copertine del celebre “Illustrated Issue” di Vogue Italia (Gennaio 2020): Cassi Namoda e Delphine Desane.
Il progetto rappresenta un investimento nel print, nella capacità che un oggetto cartaceo ha tutt’oggi di produrre idee destinate a durare, ma prevede anche una forte anima digitale: tutte le protagoniste infatti raccontano la propria storia in un video di un minuto, che andranno a formare sul canale IG di Vogue Italia un eccezionale caleidoscopio di volti e voci.
Nel numero, che per l’occasione presenta un impianto grafico rinnovato, si trovano anche il manifesto politico di Tyler Mitchell (primo fotografo afroamericano ad aver firmato una copertina di Vogue America) dedicato alle battaglie di Black Lives Matter, accompagnato da un testo scritto dal commediografo Jeremy O.Harris. Mert&Marcus scattano Chanel, l’artista Tina Barney Gucci. Collier Schorr, con i suoi 20 ritratti di donna, ritrae i look più rilevanti della stagione mentre il digital artist Jason Ebeyer prova a dare forma alla moda nel futuro. A celebrare la ricorrenza del trentesimo anniversario di “Made In Milan”, il documentario che Martin Scorsese dedicò al suo amico Giorgio Armani, Vogue Italia ha realizzato un’intervista esclusiva al regista e un video-editoriale ispirato a quell’iconico incontro. Il magazine ha inoltre riunito, per la prima volta dopo oltre quarant’anni, l’intera famiglia Rossellini per uno scatto di gruppo che anticipa il docufilm “The Rossellinis”, presentato al prossimo Festival del Cinema di Venezia.
Il numero di settembre di Vogue Italia rientra nel progetto globale Vogue “Hope”: una collaborazione tra le 26 edizioni di Vogue in tutto il mondo per il numero di settembre. L’iniziativa rappresenta la prima volta nei 128 anni di storia di Vogue in cui tutte le edizioni si riuniscono attorno a un unico tema editoriale, per trasmettere speranza, ottimismo e solidarietà in un momento in cui il mondo sta affrontando un cambiamento straordinario.
Continuano le straordinarie performance digitali di Vogue Italia: i profili social di Vogue Italia contano 8.2 MIO di fan follower total segnando un + 19% YOY. In particolare il profilo Instagram ufficiale ha varcato la soglia dei 4 milioni di follower. Il sito di Vogue nella prima metà del 2020 è stato visitato mediamente da 3 milioni di utenti ogni mese, con una crescita del 48% rispetto all'anno precedente. 


L’elenco completo dei 100 personaggi protagonisti delle cover del numero di settembre di Vogue Italia: Heaven Aaliyah, Ugbad Abdi, Akon Adichol, Adesuwa Aighewi, Diana Al-Hadid, Madeline Allen, Angeer Amol, Kai Avent-deLeon, Zazie Beetz, Munaiya Bilal, Sara Blomqvist, Lexi Boling, Naomie Broquet, Abby Champion, Asia Chow, Susan Cianciolo, Pat Cleveland, Meghan Collison, Giannie Couji, Cindy Crawford, Anisa Dagher, Saskia De Brauw, Delphine Desane, Agyness Deyn, Dominique Duroseau, Denali White Elk, Paloma Elsesser, Freja Beha Erichsen, Ash Foo, Beatrice Galilee, Kaia Gerber, Trish Goff, Bella Hadid, Patti Hansen, Bethann Hardison, Gisue Hariri, Donna Jordan, Xiao Wen Ju, Jake Junkins, KiKi Layne, Precious Lee, Lacey Lennon, Loren Lenox, Havana Liu, Rebecca Longendyke, Dede Anyema Mansro, Carly Mark, Hiandra Martinez, Vineeta Seshasai Maruri, Jade Meehan, Emily Miller, June Miller, Juno Mitchell, Maria Mocerino, Lineisy Montero, Indya Moore, Cassi Namoda, Haley Nichols, Ariel Nicholson, Samantha Nixon, Julia Nobis, Elaine Palacios, Soo Joo Park, Benzo Perryman, Elizabeth Peyton, Sasha Pivovarova, Efna Plaza-Merritt, Kyla Ramsey, Emily Ratajkowski, Missy Rayder, Rachel Rose, Talia Ryder, Ajani Russell, Cameron Russell, Tafv Sampson, Carolina Sarria, Valerie Scherzinger, Yulu Serao, Tschabalala Self, Chloë Sevigny, Irina Shayk, Zora Sicher, Avery Singer, Ming Smith, Toni Smith, Debra Solomon, Gray Sorrenti, Lili Sumner, Cici Tamez, Cara Taylor, Laurel Taylor, Lulu Tenney, Varsha Thapa, Tara Thomas, Kita Updike, Guinevere Van Seenus, Binx Walton, Alek Wek, Karen Wong, Raquel Zimmermann.

domenica 12 aprile 2020

VOGUE ITALIA Aprile: #IMAGINE


Per la prima volta nella sua storia, Vogue Italia manda in edicola una copertina completamente bianca.
«È un segno di rispetto, una pagina tutta da scrivere, con fantasia e immaginazione.
E un omaggio al colore dei camici di medici e infermieri che ci hanno salvato la vita», spiega il direttore Emanuele Farneti.
Nel numero, anche il primo portfolio della moda in quarantena con gli scatti in remoto di oltre 40 protagonisti della fashion industry, tra cui Gigi e Bella Hadid.
Vogue è un giornale che nella sua storia ultracentenaria ha attraversato guerre, crisi e atti di terrorismo. Facendo fede alla sua tradizione più nobile di non voltarsi dall’altra parte, in questo momento drammatico in cui il mondo sta cambiando per sempre, Vogue Italia ha scelto di realizzare un numero speciale, in edicola dal 10 aprile.
Per sottolineare il rispetto, la rinascita e la speranza per il futuro, per la prima volta nella storia internazionale di Vogue, la copertina sarà completamente bianca. Non perché mancassero le immagini, ma perché il bianco è tante cose insieme, è una pagina tutta da scrivere, come spiega il direttore nel suo editoriale.
Il bianco è innanzitutto rispetto. Il bianco è rinascita, è la luce dopo il buio, la somma di tutti i colori. Il bianco è le divise di chi ci ha salvato la vita, mettendo a rischio la propria. È tempo e spazio per pensare. Anche per rimanere in silenzio. Il bianco è per chi questo spazio e questo tempo vuoto lo sta riempiendo di idee, pensieri, racconti, versi, musica, attenzioni per gli altri. Il bianco è come quando, dopo la crisi del ’29, gli abiti si fecero candidi – un colore scelto per esprimere purezza nel presente, e speranza nel futuro. Soprattutto: il bianco non è resa, piuttosto è una pagina tutta da scrivere, il frontespizio di una nuova storia che sta per cominciare”: così Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia.
Il titolo dell’operazione, e hashtag dell’iniziativa, è #imagine: un invito alla fantasia e alla speranza in un momento così difficile.
Il numero è caratterizzato anche dal primo grande servizio di moda nell’era del lockdown, realizzato nell’arco di una settimana in diversi paesi del mondo da oltre 40 artisti della community di Vogue Italia (fotografi, modelle, stylist, direttori creativi, make up artists) che hanno fotografato, utilizzando abiti di stagione o del proprio archivio personale, se stessi, le proprie famiglie, o gli amici lontani attraverso il computer.
«A tutti gli effetti è la prima fotografia che un giornale di moda pubblica del mondo nuovo – tutti lontani, nessuno da solo», spiega Farneti.
Questi i nomi che hanno aderito al progetto: Steven Klein, David Sims, Harley Weir, Oliver Hadlee Pearch, Emilie Kareh, Thomas De Kluvyer, Ibrahim Kamara, Charlotte Wales, Jack Davison, Max Pearmain, Laura Nash, Tyrone Lebon, Mert Alas, Marcus Piggott, Joe McKenna, Chris Simmonds, Larissa Hoffman, Drew Vickers, Tyler Mitchell, Roe Ethridge, Brianna Capozzi, Haley Wollens, Bella Hadid, Collier Schorr, Carlos Nazario, Ryan McGinley, Gigi Hadid, Sebastian Faena, Gray Sorrenti, Michael Bailey Gates, Glen Luchford, Paolo Roversi, Arnaud Lajeunie, Suzanne Koller, Ezra Petronio, Talia Chetrit, Andrea Artemisio, Petra Collins, Paloma Elsesser, Francesca Cisani, Willy Vanderperre, Olivier Rizzo, Rianne Van Rompaey, Isamaya Ffrench, Lindsey Wixon Young, Cyndia Harvey, Josh Olins, Stephanie Waknine e Paolo Ventura.
Nel numero, inoltre, filosofi, sociologi dei consumi e addetti ai lavori ragionano su come cambierà lo scenario nell’industria fashion. Tra loro Martin Hagglund, Geoff Mulgan, Francesco Morace, Carla Buzasi, Federico Marchetti, Lidewij Edelkoort, Emanuela Schmeidler, Angelo Flaccavento, Carlo Capasa, Raffaello Napoleone, Riccardo Grassi.
Numerosi gli stilisti che hanno contribuito al numero.
Alcuni di loro hanno realizzato uno sketch appositamente per Vogue Italia come regalo per i suoi lettori (Maria Grazia Chiuri, Miuccia Prada, Dolce e Gabbana, Pierpaolo Piccioli, Alessandro Michele, Donatella Versace, Francesco Risso, Michael Kors, Stella McCartney, Alessandro Dell’acqua, Paul Andrews, Daniel Roseberry e Jeremy Scott).
Ad alcuni designer è stato poi chiesto di raccontare l’Italia ai tempi del lockdown: Alessandro Michele e Pierpaolo Piccioli spiegano come stanno lavorando da casa alle nuove collezioni; Massimo Giorgetti, romagnolo, rievoca la stagione delle grandi discoteche, che oggi sembrano destinate a non riaprire; Fausto Puglisi, uomo del Sud, ragiona sul perché i balconi sono così importanti nel nostro immaginario nazionale; Gherardo Felloni, dall’isola del Giglio, racconta la quarantena vista da un angolo remoto e isolato del Paese.
Grazie all'iniziativa di «solidarietà digitale» messa in atto da Condé Nast, la copia digitale del numero di aprile di Vogue Italia è scaricabile gratuitamente.

sabato 8 febbraio 2020

VOGUE ITALIA Febbraio 2020 Cover


Per la prima volta nella sua storia, Vogue Italia dedica la propria copertina a una raccolta fondi: nell’immagine infatti la più celebre top model italiana Vittoria Ceretti reca un cartello su cui è scritto “PROTECT VENICE”, e invita a donare al numero di Iban del conto corrente che il Comune di Venezia ha aperto per l’emergenza acqua alta (IT24T0306902117100000018767 BIC BCITITMM, causale “contributo emergenza acqua alta”).
«Abbiamo scelto di mettere a disposizione ciò che di più prezioso ha un giornale, la sua copertina, per lanciare un appello internazionale. Vogue Italia è infatti il giornale italiano con maggiore distribuzione all’estero, e fa parte di un network di 26 edizioni nel mondo. Confidiamo che molti lettori, non solo italiani, possano dare il loro contributo, essendo Venezia un patrimonio universale» ha dichiarato il direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti.
Il numero di febbraio completa idealmente il progetto che Vogue Italia ha lanciato con la prima uscita dell’anno, in cui – rinunciando a scattare fotografie per ridurre il proprio carbon footprint – il magazine ha potuto devolvere quanto risparmiato dai costi di produzione proprio a una fondazione veneziana, la Querini Stampalia, a sua volta gravemente danneggiata dall’acqua alta dello scorso 12 novembre.
«Questo mese il nostro sostegno va alla sottoscrizione del Comune “Venezia nel cuore” perché ci sembra giusto che l’attenzione internazionale non sia indirizzata solo alla pur indispensabile salvaguardia del patrimonio artistico, ma anche a tutti i cittadini che hanno subito ingenti danni alle proprie abitazioni e attività commerciali», spiega Farneti.
Il numero di febbraio del magazine di Condé Nast è interamente dedicato all’Italia, di cui Venezia è scelta come simbolo. Nella seconda copertina in edicola, firmata dal leggendario fotografo bolognese Paolo Roversi, la diciottenne modella italiana (di origine senegalese) Maty Fall, stella emergente delle passerelle internazionali, è scelta come simbolo della nuova bellezza italiana per il 2020.
In omaggio con il numero “Bulletin”, un inserto in formato quotidiano interamente in lingua inglese pensato per dare accesso ai contenuti del numero al lettorato internazionale. Per l’occasione, è stata infatti rinforzata la tiratura internazionale, e verrà effettuata una distribuzione speciale durante la Milano Fashion Week di febbraio.

martedì 22 ottobre 2019

L’UOMO DEDICA IL NUOVO NUMERO AL LAVORO: STORIE DI CORAGGIO E DI SUCCESSO, NOVITÀ E CONSIGLI D’AUTORE


In un momento in cui il lavoro cambia, si trasforma, si smaterializza e sempre più spesso svanisce, L’Uomo ha deciso di dedicargli un intero numero, che si apre con una storia di coraggio e accoglienza particolarmente significativa in questo momento storico. Quella dei pescatori siciliani di Mazara del Vallo, che molte volte in questi anni hanno scelto di interrompere il proprio lavoro per soccorrere in alto mare barconi di migranti, senza il supporto (se non contro la volontà) delle istituzioni dei Paesi limitrofi. Marinai che si sono trovati nella condizione di prendere una decisione pagandone un prezzo di tasca propria: il mancato guadagno della giornata, a volte la propria sicurezza, o persino la libertà personale.
Il numero esce in edicola il 23 ottobre con 4 diverse copertine, una delle quali è dedicata proprio a Carlo Giarratano e al suo equipaggio, protagonisti lo scorso 26 luglio del salvataggio di un barcone con oltre 50 migranti a bordo. La seconda copertina celebra il più straordinario lavoro fotografico mai dedicato alla dignità del lavoro: gli “Small Trades” di Irving Penn, oggetto di una grande mostra esattamente dieci anni fa. La terza cover vede protagonista in esclusiva mondiale la nuova superstar di Hollywood, l’attore Timothée Chalamet, alla vigilia dell’uscita dell’attesissimo film “Il re” (1 novembre, Netflix). La quarta copertina è infine dedicata a una fashion story scattata dal fotografo Alasdair McLellan.
Il tema del lavoro è sviluppato nel numero con diverse chiavi narrative. Alcuni dei più rilevanti protagonisti del mondo della moda e della creatività condividono i migliori consigli ricevuti nella loro carriera; altri rendono omaggio al mentore che ha cambiato la loro vita; altri ancora rievocano i loro primi mestieri, condividendone le relative lezioni di vita. Una nuova sezione, Workplace, è poi dedicata a idee, esperienze e strumenti pensati per i ragazzi che sognano di entrare nel mondo della moda.
Anthony Vaccarello, Edward Enninful, Dean & Dan Caten, Craig McDean, Federico Marchetti, la cacciatrice di teste Floriane de Saint-Pierre, il direttore di Central Saint Martins Fabio Piras e l’imprenditore Claudio Antonioli, che racconta i retroscena della recente vendita del suo gruppo Ngg a Farfetch, sono solo alcune delle voci che si raccontano in esclusiva nelle pagine del numero.
Tra le tante storie si rende omaggio anche a una serie di professioni apparentemente “minori” che però hanno permesso ad alcuni dei nomi più noti dell’industria di diventare ciò che sono oggi.
“Spero che in questo numero si legga chiaramente un messaggio che ci sta molto a cuore: ogni lavoro fatto bene, e con passione, ha la stessa dignità, e merita lo stesso orgoglio.” ha dichiarato il direttore de L’Uomo Emanuele Farneti.

lunedì 23 settembre 2019

VOGUE JAPAN celebra il suo ventesimo anniversario


Quest'anno, VOGUE JAPAN, l'edizione giapponese della rivista di moda femminile più influente al mondo, VOGUE, celebra il 20° anniversario dal suo lancio nel 1999.
Per celebrare questo momento speciale, VOGUE JAPAN lancia dei contenuti speciali, on e off line, nonché una serie di appuntamenti esclusivi.


Uno dei principali eventi del calendario di quest'anno è il party "#TOKYOGLAM" in collaborazione con BVLGARI. Tenutosi mercoledì 18 settembre, il primo giorno della settimana della moda di Milano, presso il Bulgari Hotel, grazie all’ospitalità di Jean Christophe Babin, CEO di Bvlgari. "#TOKYOGLAM" celebra la cultura contemporanea giapponese di fama internazionale, con un dress code kawaii.


L'evento è stato ospitato dall’ Editor in Chief di VOGUE JAPAN Mitsuko Watanabe e dal Creative Director at Large Anna Dello Russo.
Inoltre, il dinamico duo di fotografi Luigi & Iango, autori di diverse copertine della rivista, e la designer, influencer e fond atrice del marchio Attico, Gilda Ambrosio hanno partecipato come ospiti speciali, i nsieme alla modella, fashion icon Sita Abellan responsabile del dj set. La location, Bulgari Hotel Milano, è stata trasformata in #TOKYOGLAM per una sola notte. Gli ospiti sono stati accolti da ll e MONSTER GIRLS Colorful, con una scenografia ispirata all'Harajuku Kawaii Monster Café di Tokyo.


Al party hanno partecipato, tra gli altri ospiti: Priyanka Chopra, Stella Maxwell, Chiharu, Irina Shayk, Vittoria Ceretti, K imura Koki, Kat Graham.

venerdì 30 agosto 2019

VOGUE ITALIA SEPTEMBER ISSUE: WORDS MATTER


Vogue Italia celebra l’importanza delle parole con i racconti inediti di due premi Nobel e di due premi Pulitzer
Il numero di settembre di Vogue Italia dal titolo Words Matter, in edicola il 28 agosto, è dedicato all’importanza delle parole. Per la prima volta un giornale tradizionalmente legato alla moda, all’immagine e alla fotografia sceglie un tema così attuale.
“Le parole contano. Hanno sempre contato”, spiega Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia nel suo editoriale, “ma contano più che mai in un momento storico in cui, da una parte, il nostro vocabolario si restringe in maniera allarmante, e dall’altra esse sono sempre più spesso prese in ostaggio, svuotate di significato, usate come armi, piegate a interessi di corto raggio, piccoli e meschini”.
Le parole divengono dunque il centro di questo numero che raccoglie gli inediti di due premi Nobel come Al Gore e Nadia Murad, vincitori rispettivamente nel 2017 e nel 2018, e due premi Pulitzer come Michael Cunningham e Richard Powers, il primo premiato nel 1999 per “Le Ore” e il secondo nel 2019 per “Il respiro del mondo”.
“È compito di tutti noi fare in modo che le parole che oggi caratterizzano la conversazione di questa industria come diversità, inclusività e sostenibilità, non si svuotino di significato, che non diventino furbi cliché usati per vendere una T-shirt in più, una copia in più”, continua Farneti, “Noi pensiamo che sia giusto sfidarle, quelle parole, metterle in discussione per far sì che, alla fine del processo, ne escano più forti”.


Per questo a una serie di personaggi internazionali è stato chiesto di “mettere in salvo” una parola che sta loro a cuore. L’attrice Angelina Jolie ha scelto “Libertà”; la primatologa Jane Goodall, nominata UN Messenger of Peace, e una delle 100 persone più influenti nel 2019 secondo il Time, ha scelto di salvare la parola “Speranza”; la scrittrice Stefania Auci, autrice del bestseller “I leoni di Sicilia”, ha indicato la parola “Famiglia” mentre l’ambientalista più influente d’America secondo il Boston Globe, Bill McKibben, ha scelto la parola “Neve”.
La copertina, per la prima volta nella storia di Vogue Italia è frutto di una collaborazione tra uno scrittore e celebri fotografi di moda. Il premio Pulitzer Michael Cunningham ha infatti scritto due racconti brevi ispirati agli scatti di Paolo Roversi e Mert & Marcus, e le parole sono diventate parte integrante della cover stessa.
“Volevamo vedere come e se fosse possibile far convivere sulla copertina di Vogue Italia due diversi punti di vista, e renderli complementari”, spiega Farneti, “Cunningham ha scritto di rose e sogni, di terra e cielo. Ci piace vederla come una specie di danza, in cui le parole diventano immagine, e l’immagine parole”.