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venerdì 19 marzo 2021

Vanity Fair Italia: #LASTRADAGIUSTA


48 DONNE IN COPERTINA PER SCRIVERE UNA NUOVA GEOGRAFIA: VANITY FAIR LANCIA #LASTRADAGIUSTA, UN NUMERO SPECIALE CHE CELEBRA I TALENTI FEMMINILI CHE STANNO SCRIVENDO LA NUOVA GEOGRAFIA SOCIALE, CULTURALE, POLITICA ED ECONOMICA DEL NOSTRO PAESE. INSIEME A LORO E AI PIÙ IMPORTANTI COMUNI D’ITALIA, IL SETTIMANALE DI CONDÉ NAST SI È FATTO PROMOTORE DELL'INTESTAZIONE DI STRADE E PIAZZE AD ARTISTE, SCRITTRICI, SCIENZIATE E PIONIERE CHE HANNO FATTO LA STORIA


In Italia, solo il 4% delle strade di città e comuni sono intitolate a personaggi femminili che per la maggior parte sono madonne, sante e martiri. E le artiste? Le scienziate? Le scrittrici? Dove sono le grandi voci femminili? Partendo da questo dato, Vanity Fair lancia «LA GEOGRAFIA DELLE DONNE», un progetto che unisce editoria, istituzioni pubbliche e impegno civile intorno al tema dell’emancipazione femminile. Lo scopo è iniziare a riscrivere la cartografia italiana dando spazio alle donne che hanno reso grande il nostro Paese.

Insieme con l’associazione Toponomastica Femminile, il settimanale di Condé Nast si fa promotore di intestazioni di strade, piazze, corti e giardini, che porteranno il nome di grandi donne. Si è partiti proprio l’8 marzo 2021 da Firenze, dove uno dei giardini che affacciano su Lungarno Colombo è stato dedicato a Tina Anselmi. L’intestazione è accompagnata da un QR code che rimanda a un approfondimento sul sito di Vanityfair.it per scoprire la storia di ogni donna celebrata. Come Tina Anselmi, che ha dedicato la sua vita ai valori della libertà e della democrazia. Il progetto di Vanity Fair proseguirà per le prossime settimane ed è coronato dal numero speciale in edicola il 17 marzo.

In copertina ci sono 48 donne che stanno scrivendo una nuova geografia politica, culturale, sociale ed economica dell'Italia. E che a noi raccontano che cosa è significato nel loro percorso professionale e che cosa significa essere una donna nell'Italia di oggi, nonché quali sono le regole fondamentali per dare più spazio alle figure femminili in futuro: da Ilaria Capua a Luciana Lamorgese, da Donatella Versace a Milena Gabanelli, a Chiara Ferragni, Elodie e Vittoria Puccini, troverete nomi altrettanto importanti della contemporaneità, professioniste del mondo della politica, della scienza, dello sport e della cultura.

Non mancano inoltre esclusive narrazioni al femminile come una «mostra» della curatrice Carolina Corbetta che ha selezionato le opere di 12 grandi artiste sul tema dell’emancipazione inclusiva. Il racconto della battaglia di Alessandra Clemente, figlia di un’insegnante uccisa dalla camorra, che da anni si impegna per scardinare i modelli culturali criminali. L’inchiesta sul gender gap e sulle iniziative presenti sul territorio, da #STEMintheCity a Coding Girls, per incentivare le studentesse a intraprendere percorsi universitari nelle discipline tecnico-scientifiche, così da ridurre il divario di genere e contribuire alla crescita economica del Paese.

Intraprendere #lastradagiusta è anche l’intento del direttore di Vanity Fair Simone Marchetti che, nel suo editoriale, annuncia come, da questo numero, cambierà il linguaggio del giornale. Il primo passo è stato aggiornare le cariche del corpo redazionale, utilizzando il sostantivo femminile laddove la giornalista è donna. Altre importanti iniziative seguiranno perché, scrive Marchetti, «come per i nomi delle strade, anche il linguaggio che usiamo ha bisogno di cambiare. Le parole che pronunciamo, infatti, come i nomi delle vie che attraversiamo ogni giorno, ci condizionano, ci formano, ci indicano la strada. È arrivato il momento di cambiarli perché noi stiamo cambiando e perché noi abbiamo bisogno di cambiare. È un percorso lungo e come tutte le rivoluzioni passa da forzature, da eccessi, forse da moralismi. Ma è necessario perché la questione femminile riguarda tutti. Uomini e donne. Geografie e linguaggi. E non fermatevi di fronte a chi insinua che sia solo l’ennesima deriva del politicamente corretto. Non c’è niente di corretto ma molto di politicamente sbagliato nei secolari soprusi che le donne hanno subito. È arrivato il momento di cambiare la Storia».

E a proposito di soprusi, Marchetti richiama l’attenzione su un tema caldissimo che riguarda le donne e le strade: la sicurezza e la libertà, troppo spesso violate, come testimonia l’omicidio di Sarah Everard, assassinata il 3 marzo scorso a Londra, che ha scatenato nel Regno Unito un «effetto George Floyd»: «Mentre finiamo di lavorare a queste pagine, a Londra la polizia sta caricando con violenza un gruppo di donne che manifesta pacificamente per una veglia funebre in memoria di Sarah Everard, dirigente marketing di 33 anni rapita e assassinata da un poliziotto nella zona Sud della capitale inglese. All’evento arriva anche Kate Middleton, mentre in rete l’hashtag #reclaimthestreets invita tutte le donne del Regno Unito a rivendicare il proprio diritto alla sicurezza per strada. C’è un’aggravante ai fatti: il capo della polizia metropolitana di Londra è una donna, Cressida Dick, la prima nella storia in questo ruolo. A lei viene imputata l’eccessiva forza impiegata nell’operazione. Questo, come tanti, tantissimi altri, è l’ennesimo esempio di quanto la questione femminile, la sua emancipazione, la sua tutela e il suo interesse riguardino tutti, uomini e donne, in un intricato e spinoso sistema di tradizioni, linguaggi, pratiche e consuetudini che fino a ieri davamo per scontati ma che oggi devono cambiare».

domenica 7 marzo 2021

NEL NUMERO DI MARZO DI VOGUE RACCONTA LA CREATIVITÀ, A COMINCIARE DA QUELLA DELLE MODELLE RITRATTE, CHE SONO ANCHE ARTISTE, ATTRICI, MUSICISTE, ATTIVISTE, FOTOGRAFE


Dodici mesi fa, nei giorni di lockdown globale, Vogue Italia andava in edicola con una copertina completamente bianca, messaggio di rispetto e assieme auspicio di rinascita, divenuto immediatamente un simbolo a livello internazionale. In quei giorni una curatrice indipendente decise in autonomia di comprare decine di copie del giornale e chiedere a un gruppo di artisti italiani di usare la cover per quello che era: una tela su cui dare forma a idee, speranze, paure, sogni. «Era l’inizio di aprile, sono andata in edicola per comprare Vogue Italia, una delle poche gioie in quel periodo difficile, e quando ho visto la copertina bianca, così simbolica eppure così aperta alla fantasia, sono rimasta folgorata. L’idea era già lì», racconta la curatrice Valentina Ciarallo.



Così, mesi dopo, la redazione di Vogue Italia si è ritrovata con 49 opere di straordinaria qualità che ha deciso di includere e raccontare nel numero in edicola dal prossimo 6 marzo, rendendo omaggio ai lavori realizzati sullo spazio bianco della cover. Lo stesso spazio bianco che oggi Francesco Bonami, il più importante critico d’arte italiano, descrive in un intervento nel numero come forza e debolezza insieme ma anche imprescindibile blocco di partenza che esalta (o atterrisce) chi vuole pensare qualcosa che non c’era. E nel periodo più “nero” del mondo, un simbolo di speranza.



E alla creatività in tutte le sue forme è dedicato il numero di marzo delle 27 edizioni del magazine. La comunità internazionale di Vogue ha scelto infatti di lavorare nuovamente su un tema condiviso, come fatto con la “speranza” lo scorso settembre.



Per noi di Vogue Italia creatività vuol dire costruire progetti di cui la moda, con la sua capacità di parlare a un pubblico immenso, è mezzo e non fine. Progetti che hanno un senso nella misura in cui portano significato, e se possibile danno un piccolo contributo concreto a formare una società più giusta, più sostenibile, autenticamente inclusiva. Poiché proviamo a farlo ogni mese, ogni giorno sui nostri canali digitali, questa volta abbiamo voluto invece mettere al centro e rendere il giusto merito alla creatività non nostra, ma di amici e collaboratori del giornale”, scrive nel suo editoriale il direttore Emanuele Farneti.

Così nelle pagine del numero si raccontano i talenti degli artisti che più di frequente hanno lavorato con Vogue Italia in questi mesi in cui la creatività è stata una scelta per molti versi obbligata. Ancora una volta disegnano il presente: Falk Gernegross, Delphine Desane, Tschabalala Self, Cassi Namoda, Paolo Ventura, Andrea Rossi, Vanessa Beecroft e Allison Zuckerman.

La copertina e i servizi di moda sono tutti dedicati a modelle che, oltre al lavoro di fronte alla macchina fotografica, hanno uno speciale talento creativo. C’è chi dipinge, chi suona il piano, chi scrive, chi recita, chi fotografa. Tra queste: Saskia de Brauw, Binx Walton, Lily Aldridge, Dilone, Lulu Tenney, Tao Okamoto, Julia Nobis, Hanne Gaby Odiele, Toni Smith, Jessie Li, Soo Joo Park, Benzo e Sasha Pivovarova. L’iconica modella danese Freja Beha Erichsen debutta anche nei panni di fotografa, firmando per Vogue Italia una serie di poetici autoritratti.

domenica 21 febbraio 2021

Vanity Fair Italia: nuovo numero "Fateci Spazio"


Cinema, musica, social, scienza, moda: in un numero speciale, Vanity Fair celebra i nuovi talenti italiani che stanno riscrivendo le regole della cultura e dell’intrattenimento. Una new wave che vuole cambiare l’Italia.

Milano, 16 febbraio 2021 - Vanity Fair arriva in edicola il 17 febbraio con un numero speciale che celebra i nuovi talenti italiani che stanno riscrivendo le regole di cinema, musica, moda, intrattenimento, scienza e social. Un coro di voci, di esperienze e di progetti che stanno cambiando il volto del nostro Paese.

«Quello su cui abbiamo lavorato è un catalogo, parziale ma progettuale, di un gruppo di pionieri», scrive nel suo editoriale il direttore Simone Marchetti. «Talenti che hanno avuto il coraggio di rompere schemi per fare cose nuove o di ristabilire schemi per recuperarne di antiche. Sceneggiatori, registi, compositori, attivisti, atleti, scrittori, musicisti e più in generale creativi che non si sono mai arresi, nemmeno di fronte alla pandemia, nella definizione del proprio sogno».

In copertina, un gruppo di questi pionieri: l’attore Rocco Fasano, idolo teen dopo Skam Italia, che riflette sui ruoli portatori di una mascolinità tossica, oggi non più accettabili. Nabou Thiam, classe 2002, modella bresciana di origini senegalesi che ha appena intrapreso la carriera dopo il secondo posto al concorso Elite Model Look. Sespo, digital creator e star di YouTube e Twitch da due milioni di follower e il duo musicale La Rappresentante di Lista composto da Veronica Lucchesi (cantante) e Dario Mangiaracina (polistrumentista), che sarà al 71esimo Festival di Sanremo con la canzone Amare.

Questo numero di Vanity Fair ha l’obiettivo di scatenare idee, dibattito e azione, per indicare direzioni, soluzioni e speranze di cambiamento in un momento che sembra suggerire il contrario. Ne sono esempio l’estro di Giada Zhang, 25 anni e già amministratore delegato di un’azienda, la Mulan Group, che ha saputo innovare durante la pandemia, attraverso l’e-commerce organizzato in due settimane. L’impegno di Agnese Pini, 35 anni, la più giovane direttrice di un quotidiano in Italia, e la prima donna a dirigerlo in 160 anni (La Nazione, Firenze), che racconta come lo è diventata e quali sono i modi per avvicinarsi ai giovani e dar loro un’opportunità. La determinazione di Veronica Yoko Plebani, 25 anni, atleta paralimpica di triathlon che ha fatto della sua storia e del suo corpo un manifesto per educare alla diversità. Bellissime le parole dello scrittore Jonathan Bazzi, 35 anni, che con il suo libro d’esordio Febbre (candidato al Premio Strega 2020), sta cambiando la narrazione di due temi che lo riguardano da vicino: la periferia e la sieropositività. L’ironia intelligente che fa riflettere: è quella della comica Emanuela Fanelli, rivelazione del programma televisivo Una pezza di Lundini. Due talenti under trenta hanno conquistato il cuore del pubblico anche grazie al successo di Skam Italia: l’attore Pietro Turano, 24 anni, nella vita attivista LGBTQ, vicepresidente di Arcigay Roma e consigliere nazionale di Arcigay e Ludovico Di Martino, 28 anni, regista della web serie e del film La belva, che ha scalato le classifiche di Netflix. Un messaggio alle nuove generazioni affinché si impegnino con entusiasmo per la realizzazione dei loro sogni arriva da Ginevra Lubrano, classe 1993, torinese, che ci accompagna nell’universo della musica ibrida come la sua personalità, fatta di disciplina e grandi ambizioni.

L’attivismo a sostegno dei più deboli: ne sono testimoni Djarah Kan, prima blogger ora scrittrice, il suo libro Ladri di denti raccoglie una serie di racconti sul razzismo e le sue forme più subdole e Aboubakar Soumahoro, sindacalista dei migranti, difensore degli invisibili, che sogna un’Italia in cui l’empatia prevale sul calcolo e la bellezza della diversità sulla paura. Iacopo Melio, 28 anni, in sedia a rotelle dalla nascita: nonostante l’impossibilità di tenere comizi dal vivo, lo scorso settembre ha sbancato al collegio di Firenze 1, diventando Consigliere regionale per la Toscana.

Racconta dell’importanza della riflessione da cui può scaturire la «fioritura personale» la filosofa Maura Gancitano, classe 1985, fondatrice, con Andrea Colamedici, di Tlon che è scuola permanente di filosofia e immaginazione, casa editrice, catena di librerie teatro. Fortissima la presenza femminile anche nel mondo della scienza: Raffaella Di Micco, napoletana, classe 1980, che studia per Telethon l’invecchiamento delle cellule staminali del sangue. Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di Micro-BioRobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, pioniera della robotica bioispirata e grande amante della natura come la biologa Emanuela Evangelista, attivista e presidentessa dell’associazione Amazônia Onlus, impegnata in sfide come la conservazione ambientale, la lotta alla crisi climatica e la preservazione degli habitat.

Tra i pionieri di questo numero non potevano naturalmente mancare i protagonisti della digital generation: come Cicciogamer89, un canale YouTube da oltre 30 milioni di iscritti, gamer abilissimo conoscitore di Fortnite; alle spalle un passato di sofferenza legato al bullismo subito per la sua obesità e il riscatto raggiunto grazie alla passione per il gaming e al lavoro sul proprio corpo; e ancora, Muriel, classe 1996, youtuber, attivista LGBTQ+, impegnata nel sociale nelle campagne per la body positivity, punto di riferimento per la sua community anche in tema moda e beauty; Riccardo Romiti, 18 anni, in arte Reynor, campione di gaming di StarCraft II.

C’è poi una sezione interamente dedicata alla moda con dieci talenti di ambiti ed estrazione diversi davanti all’obiettivo fotografico di Attilio Cusani: Lil Jolie, Chiara Cascella, Mike Lennon, Martina Momusso, Moà, Francesco Cicconetti, Valeria Margherita Mosca, Riccardo Dellacasa, Maria Luisa De Crescenzo e Natalia Criado. A vestirli, due stylist delle celeb tra i più apprezzati e innovativi: Nick Cerioni e Rebecca Baglini.

Vanity Fair continua a riscrivere le regole dell'editoria rovesciando il classico meccanismo carta-web, mettendo quest'ultimo al primo posto nello svelare interamente il contenuto del servizio di moda presente nel numero, pubblicato su Instagram a partire da cinque giorni prima dell'uscita del giornale in edicola.

mercoledì 6 gennaio 2021

Vanity Fair, Papa Francesco protagonista nuovo numero


È in edicola da oggi, mercoledì 6 gennaio, il nuovo numero di Vanity Fair che vede come protagonista Papa Francesco insieme al suo messaggio per affrontare il 2021 con amore e speranza: «Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo diventare una grande famiglia umana».

«Avevamo un sogno, a Vanity Fair, per la fine del 2020: iniziare l’anno nuovo con un messaggio di Papa Francesco, affidare a lui il compito di aprire il 2021 con la fiducia in un domani migliore», scrive nel suo editoriale il direttore del settimanale Simone Marchetti. «Nei mesi scorsi, abbiamo parlato a lungo con i suoi collaboratori. E oggi siamo fieri di questo numero che riporta due grandi temi cari al Pontefice e fondamentali anche per Vanity Fair: il rispetto e l'amore per le diversità, tutte le diversità. E la speranza che il vaccino sia disponibile per tutti, senza distinzioni o nazionalismi, e soprattutto per i più vulnerabili e bisognosi».

In copertina è ritratto il volto sereno del Pontefice che ricorda una frase di San Francesco, «Fratelli tutti», un invito universale rivolto a ogni uomo e donna a essere una grande famiglia umana oltre le diversità, anzi proprio accettando, amando e rispettando le diversità di tutti. Un messaggio che Vanity Fair per la sua cover ha deciso di tradurre in diverse lingue.

Un numero speciale che arriva in edicola dopo mesi di pandemia e nei primi giorni del nuovo anno per ricordare che «da una crisi come questa non si esce uguali, ma migliori o peggiori», come aveva ricordato sua Santità nell’omelia di Pentecoste.

Il messaggio del Papa continua all’interno del numero con un estratto della benedizione Urbi et Orbi di Natale concessa a Vanity Fair. Jorge Mario Bergoglio, 84 anni, è il 266° Pontefice: da San Francesco D'Assisi ha ereditato non solo il nome ma anche il desiderio di abbracciare tutte le diversità.

giovedì 22 ottobre 2020

Vanity Fair Italia e Vanity Fair US insieme per la prima volta, alla vigilia del voto


Alla vigilia delle elezioni presidenziali del 3 novembre, per comprendere la complessa fase che gli Stati Uniti stanno attraversando e provare a immaginare il futuro di questo immenso Paese (e del mondo), Vanity Fair Italia e Vanity Fair America collaborano insieme per un numero speciale.

«Per la prima volta nella storia di questo magazine, con Radhika Jones e con la redazione statunitense abbiamo realizzato un ritratto severamente limpido degli Stati Uniti di oggi. Un Paese alle prese con cambiamenti storici e rivoluzioni che mettono in discussione le basi della sua storia, della sua democrazia e persino del suo sogno, l’American Dream. In copertina, abbiamo scelto di mettere lei, Jane Fonda, un’icona, un’attivista più che un’attrice. 82 anni, una forza della natura, una donna che non ha mai smesso di lottare e che perfettamente incarna i dubbi, le domande e le azioni di un’intera nazione», spiega Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair Italia.

Da parte sua, Radhika Jones, direttrice di Vanity Fair America, scrive: «Quando Simone Marchetti ha chiesto a me e al team di Vanity Fair America di aiutarlo a curare un numero sull’America nel 2020, abbiamo colto l’occasione al volo. Siamo abituati a scrivere di politica, di celebrity, di raccontare il mondo dello spettacolo e della tecnologia. Ma la collaborazione con Vanity Fair Italia, che quest’anno ha fatto un lavoro così importante e coinvolgente, ci ha aiutato a capire meglio ciò che l’America rappresenta e dove è diretta».

L’intervista a Jane Fonda rivela il retroscena dell’impegno dell’attrice, che da sempre mette il suo «corpo» a servizio delle cause in cui crede, dai comizi contro la guerra del Vietnam alle battaglie ecologiste davanti alla Casa Bianca nei suoi Fire Drill Fridays, ispirati da Greta Thunberg. Fonda riflette su Biden e Trump e sulle sfide che qualsiasi Presidente dovrà affrontare dopo il voto.

Radhika Jones fa poi per Vanity Fair Italia un bellissimo ritratto della sua città natale, New York, all’epoca della pandemia. Una metropoli ferita ma pronta a rialzarsi, che soffre ma che non smette di guardare in alto, una città che ha fatto della resilienza il suo punto di forza.

I temi che hanno accesso la campagna elettorale, cambiamento climatico e conflitto sociale - i cui toni sono stati inaspriti ancor di più a causa della pandemia - vengono affrontati in un articolo dallo scrittore Daniel Duane, che piega come e perché nascono gli incendi che stanno devastando la California e in che modi gli scienziati possono combatterli, e in un emozionante saggio dell’intellettuale e giornalista Ta-Nehisi Coates, che affronta i conflitti sociali che hanno dato vita al Black Lives Matter e la nascita di una maggioranza antirazzista intenzionata a creare un mondo più inclusivo.

Sempre su questo tema, una serie di ritratti inquadra sette visionari che aiutano a capire come nasce un movimento come Black Lives Matter, una nuova generazione di artisti e attivisti che ha gettato le basi per la protesta globale in difesa della giustizia sociale. Si va dalla regista Ava Duvernay allo scrittore Colson Whitehead, e alla giornalista Isabel Wilkerson.

Una riflessione sul ruolo della Silicon Valley e sui rischi e le manipolazioni delle piattaforme digitali, ricordando gli scandali che seguirono le precedenti elezioni americane, la fa Anthony Breznican, giornalista, romanziere e corrispondente di Vanity Fair America che intervista Jeff Orlowski, il regista del documentario The Social Dilemma.

L’esperto Dave Cullen racconta invece la storia dell’attivista Gabby Giffords, indispensabile per capire perché il tema del controllo delle armi è entrato nelle agende dei politici americani nel 2020, e come siamo arrivati a parlarne.

E non manca una riflessione sullo spettacolo, materia prima di Vanity Fair. Richard Lawson, critico di punta di Vanity Fair America per tutto ciò che riguarda cinema, tv e teatro, si chiede: se una ex star di un reality è riuscita a diventare Presidente degli Stati Uniti - leggi Donald Trump - qual è il peso delle star Hollywoodiane nella vita del Paese in epoca Covid-19? Tutti gli altri colleghi di Vanity Fair America segnalano poi quali libri, film, documentari e serie tv sono i fondamentali per capire il loro paese, oggi.

Vanity Fair Italia ha chiesto inoltre ai colleghi oltreoceano se esistesse ancora il sogno americano. La risposta è stata sì, e si chiama Canada. A spiegare perché è la giornalista Sonia Saraiya, in un divertente articolo che è anche la storia del suo matrimonio.

lunedì 21 settembre 2020

LE DONNE ITALIANE Un numero speciale di Vanity Fair diretto da Francesco Vezzoli


Arriva in edicola mercoledì 23 settembre il numero speciale di Vanity Fair, diretto dal grande artista Francesco Vezzoli e dedicato alle donne italiane.
Donne simbolo per l'Italia e per il mondo, esempi di una cultura progressista che cerca il dialogo e che si oppone allo schema patriarcale per estirpare gli stereotipi di genere.
In copertina, una dichiarazione d'intenti: la modella Roberta De Titta Graziano, una delle transgender ritratte all'interno del giornale da Francesco Vezzoli, per la prima volta fotografo di un servizio di moda. La scelta di Roberta è un simbolo, l'emblema del messaggio provocatorio che vuole lanciare questo numero speciale di Vanity Fair: la necessità per tutti di transitare da una cultura maschilista a una più inclusiva, aperta e femminista.
«C'è un salto culturale storico da fare per tutti. Uomini, donne, tutti. Siamo chiamati ad abbandonare finalmente una cultura patriarcale che ci imprigiona in una logica perversa, prevaricatrice, violenta e soprattutto non inclusiva», dichiara il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti. «Questo numero di Vanity Fair, meravigliosamente orchestrato dall'immaginazione di Francesco Vezzoli, mette in luce questo snodo epocale col contributo di grandi e potenti donne italiane in grado di incarnare perfettamente il cambiamento in atto. Abbiamo analizzato tutto questo in un equilibrio bellissimo di arte e informazione.»


All'interno, il giornale si sviluppa come un percorso di una galleria d'arte contemporanea con grandi ritratti di donna. Il magazine diventa così un libro da collezionare e i protagonisti, anzi, le protagoniste sono grandi firme che intervistano grandi donne. Daria Bignardi, giornalista e firma di Vanity Fair, intervista la scrittrice - fenomeno internazionale - Elena Ferrante, che qui si svela per la prima volta come non ha mai fatto prima. La giornalista ed ex direttrice di Vanity Fair Daniela Hamaui intervista il Ministro dell’interno Luciana Lamorgese in un dialogo sul valore dello Stato. L’attrice Isabella Ferrari intervista Caterina Caselli, una delle più grandi voci italiane. La cantante Emma Marrone intervista una delle politiche più influenti di sempre Emma Bonino, ragionando sul dovere dell'impegno civile. La giornalista Agnese Pini, unica donna a dirigere oggi un quotidiano in Italia, intervista la parlamentare Lucia Annibali, sfregiata con l’acido per mano del suo ex fidanzato. E ancora, la lista delle grandi donne italiane continua con Miuccia Prada e Chiara Ferragni intervistate dal direttore Simone Marchetti, Barbara D’Urso intervistata da Michele Masneri, Maria De Filippi in un dialogo con Francesco Vezzoli e il vice direttore Malcom Pagani che intervista anche l’attrice culto del cinema erotico italiano Zeudi Araya.


I grandi ritratti non finiscono qui: tra questi, un omaggio all’architetto e designer di fama internazionale Cini Boeri - recentemente scomparsa - scritto da un’altra grande donna del design e dell’architettura, Patricia Urquiola; ma anche Dacia Maraini che a Vanity Fair racconta l’amicizia e i viaggi con l’amico Pier Paolo Pasolini.
A ciascuna di queste donne, Francesco Vezzoli ha dedicato una nuova opera d’arte realizzata in esclusiva per Vanity Fair, ritraendole attraverso artwork che rendono questo numero un’edizione da collezione. In questa galleria iperbolica di volti contemporanei, tra le altre Chiara Ferragni diventa la Madonna di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, Barbara D’Urso la contessa du Barry, Luciana Lamorgese Giovanna D’Arco e Emma Bonino il Mahatma Gandhi.


La sezione moda, invece, mette a fuoco l'analisi femminile e femminista del fashion system contemporaneo sviluppando i tre temi cardine che caratterizzano il lavoro delle più grandi maison e dei più bravi creativi d'oggi: il femminismo, l'anti femminismo e la questione del genere. Il primo tema, il femminismo, è rappresentato dall’opera della grande artista italiana Paola Mattioli, realizzato in esclusiva per Vanity Fair, con un commento d'autore, anzi d'autrici, condotto dall’esperta d’arte Raffaella Perna e da Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa delle linee femminili di Dior. Il secondo, l'anti femminismo, si incarna in Valentina, il personaggio culto dei fumetti di Guido Crepax, ridisegnato da Francesco Vezzoli con un guardaroba che raggruppa i capi più audaci delle collezioni moda del recente autunno inverno. La questione del genere, infine, viene raccontata in un’opera di Vezzoli che ritrae un casting di donne transgender vestite, non a caso, con l'abito del nemico, il look convenzionalmente appartenuto alla borghesia, in un capovolgimento di un'estetica che storicamente ha escluso e che oggi, all'opposto, diventa arma d'inclusione.


Con questo numero Vanity Fair continua la sua missione: portare l’arte nelle pagine del giornale e fisicamente anche nelle strade per creare dibattito, conoscenza ed emancipazione. Questo nuovo percorso del giornale, iniziato lo scorso anno, si è rafforzato ancora di più durante il lockdown con il contributo, tra gli altri, del premio Oscar Paolo Sorrentino, è continuato a maggio con JR, uno dei fotografi e degli street artist più famosi del mondo per la realizzazione di un murales a Parigi (diventato poi una cover di Vanity Fair) ed è arrivato a Paliano, la scorsa settimana, con l'artista italiano Ozmo che nella città ha creato un murales con il volto di Willy Monteiro Duarte, morto dopo essere stato picchiato da alcuni coetanei. Francesco Vezzoli, dopo aver creato ad aprile un’opera in esclusiva per Vanity Fair in omaggio a Lucio Fontana (un tricolore squarciato che è stato venduto all'asta da Sotheby's e il cui ricavato totalmente devoluto in beneficenza) torna a collaborare con il settimanale di Condé Nast Italia e dirige interamente questo numero.


Tutte le donne italiane e le lettrici di Vanity Fair saranno invitate a raccontare, attraverso la feature «Ask Questions» di Instagram, cosa vuol dire essere donna e la bellezza di esserlo. Le risposte ricevute diventeranno una sorta di enciclopedia digitale, a cui contribuiranno anche le protagoniste del numero, che racconta le donne italiane attraverso le loro parole pubblicate sul profilo Instagram di Vanity Fair.

domenica 30 agosto 2020

Vogue Italia, Settembre 2020: 100 copertine, 100 storie, 100 cover star


Il numero di settembre di Vogue Italia è un progetto eccezionale, senza precedenti, che vede il coinvolgimento di 100 personaggi per 100 copertine: modelle famose, attrici, attiviste per i diritti sociali, Instagram star, artiste, scrittrici e persone comuni con la loro storia unica da raccontare.
Vogue Italia esce in edicola il 28 agosto, ancora una volta con un numero da collezione, in cui le copertine numerate diventano un’opera d’arte e un manifesto della moda per tutti, all’insegna della diversità, della bellezza e della speranza.
«Lo scorso aprile, quando abbiamo scelto di lasciare bianca la nostra copertina, eravamo convinti che il silenzio fosse un giusto messaggio di rispetto e pudore» scrive nel suo editoriale Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia. «Adesso invece, all’inizio di una nuova stagione per molti versi decisiva, pensiamo sia il momento di parlare ad alta voce di bellezza e di speranza. Per la prima volta abbiamo scattato, e stampato, cento cover. Ciascuna di loro è dedicata a una protagonista diversa: per età, aspetto fisico, colore della pelle. È il ritratto di una comunità che, pur nel giusto rispetto delle restrizioni di distanze e tempi imposte dal contesto, dopo aver diligentemente atteso ora si ritrova e ricomincia».


Il direttore creativo Ferdinando Verderi, che ha concepito il progetto, racconta: «L’idea è molto semplice: more is more. Una sfida ai canoni di quantità con cui la moda si misura da sempre, una volontà di rinascita, una celebrazione delle diversità che una volta stampata diventerà un’esperienza collettiva, vissuta a distanza. Abbiamo scattato individualmente le 100 cover star in un semplice studio a New York. Il fotografo scelto è Mark Borthwick, firma storica di Vogue Italia che torna dopo decenni. Il cast unisce senza alcuna distinzione 100 persone tra cui modelle, attrici, artiste, gente di talento nei campi più diversi, icone del passato e persone che non hanno niente a che fare con la moda».
Nel cast ci sono persone diversissime per età, etnia, professione, vita. Una a fianco all’altra, senza gerarchie, senza filtri né artifici fotografici o cosmetici. Ci sono supermodel iconiche: Cindy Crawford, Pat Cleveland, Patti Hansen, Donna Jordan. Le top del momento: Kaia Gerber, Bella Hadid, Julia Nobis, Freja Beha Erichsen, Sasha Pivovarova, Irina Shayk, Alek Wek, Raquel Zimmermann, Saskia De Brauw, Rebecca Longendyke. Instagram star come Emily Ratajkowski e Paloma Elsesser. Attrici come Chloë Sevigny. Volti emergenti. Modelle non binarie, genderless o transgender come Indya Moore, Juno Mitchell o Cici Tamiz, in prima linea per i diritti LGBTQI+. Attiviste black come Bethann Hardison. Poi ancora, le pioniere: Ugbad Abdi, la prima a calcare una passerella in hijab, o Precious Lee, la prima modella plus size di colore a comparire sulla copertina di Sports Illustrated. Ma anche Cameron Russell e Trish Goff, decisive nella battaglia per il #metoo. Ash Foo, tornata a sfilare dopo un anno di chemioterapia. Attiviste, scrittrici, fotografe e artiste di fama internazionale: come Dominique Duroseau che esplora temi come razzismo, femminismo black, gender; come la pittrice Elizabeth Peyton, la deputy director del New Museum di New York Karen Wong e l’archistar Gisue Hariri. Ma anche donne comuni come l’autista di Uber Debra Solomon. Una curiosità: tra i cento personaggi compaiono anche due delle artiste che hanno realizzato le copertine del celebre “Illustrated Issue” di Vogue Italia (Gennaio 2020): Cassi Namoda e Delphine Desane.
Il progetto rappresenta un investimento nel print, nella capacità che un oggetto cartaceo ha tutt’oggi di produrre idee destinate a durare, ma prevede anche una forte anima digitale: tutte le protagoniste infatti raccontano la propria storia in un video di un minuto, che andranno a formare sul canale IG di Vogue Italia un eccezionale caleidoscopio di volti e voci.
Nel numero, che per l’occasione presenta un impianto grafico rinnovato, si trovano anche il manifesto politico di Tyler Mitchell (primo fotografo afroamericano ad aver firmato una copertina di Vogue America) dedicato alle battaglie di Black Lives Matter, accompagnato da un testo scritto dal commediografo Jeremy O.Harris. Mert&Marcus scattano Chanel, l’artista Tina Barney Gucci. Collier Schorr, con i suoi 20 ritratti di donna, ritrae i look più rilevanti della stagione mentre il digital artist Jason Ebeyer prova a dare forma alla moda nel futuro. A celebrare la ricorrenza del trentesimo anniversario di “Made In Milan”, il documentario che Martin Scorsese dedicò al suo amico Giorgio Armani, Vogue Italia ha realizzato un’intervista esclusiva al regista e un video-editoriale ispirato a quell’iconico incontro. Il magazine ha inoltre riunito, per la prima volta dopo oltre quarant’anni, l’intera famiglia Rossellini per uno scatto di gruppo che anticipa il docufilm “The Rossellinis”, presentato al prossimo Festival del Cinema di Venezia.
Il numero di settembre di Vogue Italia rientra nel progetto globale Vogue “Hope”: una collaborazione tra le 26 edizioni di Vogue in tutto il mondo per il numero di settembre. L’iniziativa rappresenta la prima volta nei 128 anni di storia di Vogue in cui tutte le edizioni si riuniscono attorno a un unico tema editoriale, per trasmettere speranza, ottimismo e solidarietà in un momento in cui il mondo sta affrontando un cambiamento straordinario.
Continuano le straordinarie performance digitali di Vogue Italia: i profili social di Vogue Italia contano 8.2 MIO di fan follower total segnando un + 19% YOY. In particolare il profilo Instagram ufficiale ha varcato la soglia dei 4 milioni di follower. Il sito di Vogue nella prima metà del 2020 è stato visitato mediamente da 3 milioni di utenti ogni mese, con una crescita del 48% rispetto all'anno precedente. 


L’elenco completo dei 100 personaggi protagonisti delle cover del numero di settembre di Vogue Italia: Heaven Aaliyah, Ugbad Abdi, Akon Adichol, Adesuwa Aighewi, Diana Al-Hadid, Madeline Allen, Angeer Amol, Kai Avent-deLeon, Zazie Beetz, Munaiya Bilal, Sara Blomqvist, Lexi Boling, Naomie Broquet, Abby Champion, Asia Chow, Susan Cianciolo, Pat Cleveland, Meghan Collison, Giannie Couji, Cindy Crawford, Anisa Dagher, Saskia De Brauw, Delphine Desane, Agyness Deyn, Dominique Duroseau, Denali White Elk, Paloma Elsesser, Freja Beha Erichsen, Ash Foo, Beatrice Galilee, Kaia Gerber, Trish Goff, Bella Hadid, Patti Hansen, Bethann Hardison, Gisue Hariri, Donna Jordan, Xiao Wen Ju, Jake Junkins, KiKi Layne, Precious Lee, Lacey Lennon, Loren Lenox, Havana Liu, Rebecca Longendyke, Dede Anyema Mansro, Carly Mark, Hiandra Martinez, Vineeta Seshasai Maruri, Jade Meehan, Emily Miller, June Miller, Juno Mitchell, Maria Mocerino, Lineisy Montero, Indya Moore, Cassi Namoda, Haley Nichols, Ariel Nicholson, Samantha Nixon, Julia Nobis, Elaine Palacios, Soo Joo Park, Benzo Perryman, Elizabeth Peyton, Sasha Pivovarova, Efna Plaza-Merritt, Kyla Ramsey, Emily Ratajkowski, Missy Rayder, Rachel Rose, Talia Ryder, Ajani Russell, Cameron Russell, Tafv Sampson, Carolina Sarria, Valerie Scherzinger, Yulu Serao, Tschabalala Self, Chloë Sevigny, Irina Shayk, Zora Sicher, Avery Singer, Ming Smith, Toni Smith, Debra Solomon, Gray Sorrenti, Lili Sumner, Cici Tamez, Cara Taylor, Laurel Taylor, Lulu Tenney, Varsha Thapa, Tara Thomas, Kita Updike, Guinevere Van Seenus, Binx Walton, Alek Wek, Karen Wong, Raquel Zimmermann.

sabato 23 maggio 2020

Paolo Sorrentino direttore artistico del nuovo numero di Vanity Fair Italia


Il premio Oscar Paolo Sorrentino è il direttore artistico nel nuovo numero di Vanity Fair, in edicola dal 20 maggio. Nelle mani del regista, il giornale diventa una sceneggiatura, un film che scrittura un cast stellare di attori, artisti e personalità in qualità di scrittori. Il progetto si ispira a La Grande Bellezza, capolavoro del regista premiato dall'Academy Award nel 2014, e si sviluppa seguendo un’ operazione multimediale innovativa, a metà tra cinema ed editoria.
Innanzitutto la copertina, uno stuolo di fenicotteri rosa fotografati di notte sulla Scalinata di Trinità dei Monti a Roma da Alex Majoli con Paolo Sorrentino: una visione iconica e surreale che annuncia la "Fase 4", momento onirico ma programmatico per pensare il futuro dopo il lockdown e i primi tentativi di ripartenza. Ognuno è chiamato a immaginare la propria Fase 4. Per Sorrentino, questa fase coincide col mito della Grande Bellezza italiana, tesoro e opportunità, un oceano di eccellenza a cui guardare e dai cui pescare ogni ipotesi di rinascita. Per il lettori che la guardano è un richiamo all'impegno e all'immaginazione: ognuno potrà inviare la propria visione del futuro usando l’hashtag #fase4 e descrivendo con una fotografia il proprio sogno per il domani.
Arricchiranno i contenuti del numero alcuni video che documentano il lungo lavoro del regista, tutti girati nella città eterna durante il lockdown. Per questo numero speciale, la città di Roma ha aperto in esclusiva alcune delle sue maggiori istituzioni culturali per reportage e performance artistiche organizzate da Vanity Fair insieme a Paolo Sorrentino, documentate nel numero e nei video. Tra queste, la Galleria Borghese e il Teatro dell’Opera.
Al numero contribuiscono come scrittori grandi personalità dello star system internazionale che raccontano esperienze personali, suggestioni o ricordi legati alla bellezza italiana: Sharon Stone, Jennifer Lawrence, Willem Dafoe, Christoph Waltz, Jude Law, Wes Anderson, Jane Fonda, John Malkovich, Rachel Weisz e Woody Harrelson.
Anche la moda italiana è protagonista: lo stilista Alessandro Michele partecipa all'operazione dialogando con Achille Lauro sul potere ruolo della bellezza nella cultura di oggi.
Per l'arte contemporanea, invece, Marina Abramović ha creato un'opera in esclusiva rispondendo a una domanda del regista.
Isabella Rossellini, infine, si aggiunge al cast stellare del numero raccontando la parabola della propria bellezza: dai ricordi dei genitori Ingrid Bergman e Roberto Rossellini al successo come icona nel mondo della bellezza e del cinema, fino al nuovo impegno come attivista, divulgatrice ed emblema di una nuova estetica inclusiva e femminista.

sabato 9 maggio 2020

Vanity Fair Italia, nuovo numero dedicato alle Connessioni


PER LA PRIMA VOLTA LO STREET ARTIST FRANCESE JR COLLABORA CON UN MAGAZINE ITALIANO E REALIZZA UN’OPERA CHE DIVENTA LA COVER DEL NUOVO NUMERO DI VANITY FAIR
DEDICATO ALLE CONNESSIONI

Jean René, in arte JR, fotografo e street artist tra i più famosi al mondo per le sue opere in contesti metropolitani, nella notte di domenica 3 maggio ha realizzato su un muro in un quartiere di Parigi una nuova installazione in esclusiva per la cover di Vanity Fair Italia.
L’opera rielabora uno dei capolavori più conosciuti della storia dell’arte, la Creazione di Adamo, l’affresco più iconico della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti.
Quella che nell’opera originaria era la figura di Adamo, nella reinterpretazione di JR è stata sostituita da una ragazza che si trova di fronte a Dio, entrambi con le braccia protese un istante prima di sfiorarsi.
Si tratta della prima collaborazione che vede l’artista francese unirsi a un magazine italiano.
Le nuove connessioni a cui saremo chiamati dopo l’emergenza virus, tema del nuovo numero di Vanity Fair, sono state l’argomento del processo creativo intrapreso dalla redazione con JR”, racconta Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair. “Abbiamo chiesto all’artista di rappresentare le fragilità, le potenzialità, i dubbi e le scommesse che dovremo affrontare nei prossimi mesi e che abbiamo messo in luce all’interno del nuovo numero. È stata una sfida a distanza e in lockdown, una prova di immaginazione che vuole indicare una strada per creare tutte le nuove connessioni necessarie non solo per uscire da questo momento difficile, ma per costruire un futuro migliore”.
L’immagine dell’opera di JR diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fair, in edicola dal 6 maggio, dedicato alle connessioni. Connessioni come nuove relazioni, legami che vanno ben oltre i confini nazionali e i limiti fisici imposti; connessioni come nuove unioni permesse da un'innovazione che passa attraverso nuove priorità dove la tecnologia è abilitante al cambiamento, parte integrante del nuovo sistema quotidiano dove ciò che non c'era prima è il nuovo indispensabile.
Un numero che, attraverso le voci autorevoli di personaggi ed esperti del settore, riscrive e tratteggia il futuro per raccontare come sono cambiate e cambieranno le nostre abitudini quotidiane, le relazioni, la formazione, la cultura, l’intrattenimento, la fruizione dei servizi e le nostre scelte.
Così il regista Paolo Genovese scrive un racconto per Vanity Fair su un amore platonico ai tempi del lockdown, il professore di Scienze Pedagogiche Raffaele Mantegazza dell’Università Milano-Bicocca riflette sulla perdita della socializzazione tra studenti in mezzo ai banchi di scuola, importante nella formazione tanto quanto l’apprendimento, Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI, racconta i cambiamenti nella modalità di fruizione dei musei che riapriranno a partire dal 18 maggio. Inevitabili saranno i cambiamenti anche nel settore dell’intrattenimento che porterà a un nuovo modo di connettersi alle performance attraverso lo streaming, come racconta a Vanity Fair il numero 1 di YouTube in Europa Cécile Frot-Coutaz. La conduttrice televisiva e radiofonica Daniela Collu nel suo racconto sincero e senza filtri evidenzia invece il problema dato dall’assenza di connessione che crea isolamento. A connettere il mondo degli adulti con quello dei bambini c’è la storia del prodigioso Mikail Akar, il “Picasso bambino”, a 7 anni artista quotato oltre che una star dei social. Una connessione tra fratelli, quella tra Edoardo ed Eugenio Bennato, ha portato alla nascita della canzone La realtà non può essere questa. Nel brano si parla della rete, quella che annulla ogni distanza ma che allo stesso tempo i due fratelli descrivono come una prigione, evidenziando l’importanza della connessione reale e non virtuale. Sulla stessa linea di pensiero anche l’altra voce musicale del numero: Bob Geldof.
C’è invece un pizzico di ironia nell’alfabeto semiserio che Miriam Leone ha stilato per dimostrare come il coronavirus abbia contagiato temporaneamente anche il nostro linguaggio. Tra le varie parole compaiono ad esempio assembramento, mascherine, preoccupazione e connessioni, che per Miriam sono: “la Rete, Internet, il wi-fi: le piattaforme in cui fruire contenuti ci hanno salvato dalla follia… perché solo i saggi non impazziscono da soli, nel silenzio e isolati e sappiamo essere pochi e rari, come i panda”.
A tutte queste voci si unisce il reportage su Vo' Euganeo, il comune Veneto dove c’è stata la prima vittima di coronavirus in Italia e dove, facendo scelte non convenzionali, grazie a una comunità connessa che si sostiene e che sa fare squadra, si è isolata l’epidemia e il paese si è trasformato in un laboratorio a cielo aperto dal quale, forse, verranno le risposte per la cura della malattia.
In concomitanza con l'uscita del numero partirà anche il progetto #TheConnectors, una serie di conversazioni virtuali che hanno come protagonisti le eccellenze della new connection nei campi della moda, dell'arte, dello spettacolo e dell'entertainment. 14 appuntamenti in videotalk con altrettanti personaggi simbolo della new communication, che ogni giorno inviteranno alla loro round table una selezione di amici e colleghi per discutere con loro l’evoluzione nel campo in cui sono innovatori. Tra loro Beniamino Barrese, Elisa Maino, Riccardo Pozzoli, Pablo Trincia, Nico Vascellari, Charley Vezza, Matteo Ward, Zuzu.
Gli incontri saranno online sui canali social di Vanity Fair e sul sito.

domenica 12 aprile 2020

VOGUE ITALIA Aprile: #IMAGINE


Per la prima volta nella sua storia, Vogue Italia manda in edicola una copertina completamente bianca.
«È un segno di rispetto, una pagina tutta da scrivere, con fantasia e immaginazione.
E un omaggio al colore dei camici di medici e infermieri che ci hanno salvato la vita», spiega il direttore Emanuele Farneti.
Nel numero, anche il primo portfolio della moda in quarantena con gli scatti in remoto di oltre 40 protagonisti della fashion industry, tra cui Gigi e Bella Hadid.
Vogue è un giornale che nella sua storia ultracentenaria ha attraversato guerre, crisi e atti di terrorismo. Facendo fede alla sua tradizione più nobile di non voltarsi dall’altra parte, in questo momento drammatico in cui il mondo sta cambiando per sempre, Vogue Italia ha scelto di realizzare un numero speciale, in edicola dal 10 aprile.
Per sottolineare il rispetto, la rinascita e la speranza per il futuro, per la prima volta nella storia internazionale di Vogue, la copertina sarà completamente bianca. Non perché mancassero le immagini, ma perché il bianco è tante cose insieme, è una pagina tutta da scrivere, come spiega il direttore nel suo editoriale.
Il bianco è innanzitutto rispetto. Il bianco è rinascita, è la luce dopo il buio, la somma di tutti i colori. Il bianco è le divise di chi ci ha salvato la vita, mettendo a rischio la propria. È tempo e spazio per pensare. Anche per rimanere in silenzio. Il bianco è per chi questo spazio e questo tempo vuoto lo sta riempiendo di idee, pensieri, racconti, versi, musica, attenzioni per gli altri. Il bianco è come quando, dopo la crisi del ’29, gli abiti si fecero candidi – un colore scelto per esprimere purezza nel presente, e speranza nel futuro. Soprattutto: il bianco non è resa, piuttosto è una pagina tutta da scrivere, il frontespizio di una nuova storia che sta per cominciare”: così Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia.
Il titolo dell’operazione, e hashtag dell’iniziativa, è #imagine: un invito alla fantasia e alla speranza in un momento così difficile.
Il numero è caratterizzato anche dal primo grande servizio di moda nell’era del lockdown, realizzato nell’arco di una settimana in diversi paesi del mondo da oltre 40 artisti della community di Vogue Italia (fotografi, modelle, stylist, direttori creativi, make up artists) che hanno fotografato, utilizzando abiti di stagione o del proprio archivio personale, se stessi, le proprie famiglie, o gli amici lontani attraverso il computer.
«A tutti gli effetti è la prima fotografia che un giornale di moda pubblica del mondo nuovo – tutti lontani, nessuno da solo», spiega Farneti.
Questi i nomi che hanno aderito al progetto: Steven Klein, David Sims, Harley Weir, Oliver Hadlee Pearch, Emilie Kareh, Thomas De Kluvyer, Ibrahim Kamara, Charlotte Wales, Jack Davison, Max Pearmain, Laura Nash, Tyrone Lebon, Mert Alas, Marcus Piggott, Joe McKenna, Chris Simmonds, Larissa Hoffman, Drew Vickers, Tyler Mitchell, Roe Ethridge, Brianna Capozzi, Haley Wollens, Bella Hadid, Collier Schorr, Carlos Nazario, Ryan McGinley, Gigi Hadid, Sebastian Faena, Gray Sorrenti, Michael Bailey Gates, Glen Luchford, Paolo Roversi, Arnaud Lajeunie, Suzanne Koller, Ezra Petronio, Talia Chetrit, Andrea Artemisio, Petra Collins, Paloma Elsesser, Francesca Cisani, Willy Vanderperre, Olivier Rizzo, Rianne Van Rompaey, Isamaya Ffrench, Lindsey Wixon Young, Cyndia Harvey, Josh Olins, Stephanie Waknine e Paolo Ventura.
Nel numero, inoltre, filosofi, sociologi dei consumi e addetti ai lavori ragionano su come cambierà lo scenario nell’industria fashion. Tra loro Martin Hagglund, Geoff Mulgan, Francesco Morace, Carla Buzasi, Federico Marchetti, Lidewij Edelkoort, Emanuela Schmeidler, Angelo Flaccavento, Carlo Capasa, Raffaello Napoleone, Riccardo Grassi.
Numerosi gli stilisti che hanno contribuito al numero.
Alcuni di loro hanno realizzato uno sketch appositamente per Vogue Italia come regalo per i suoi lettori (Maria Grazia Chiuri, Miuccia Prada, Dolce e Gabbana, Pierpaolo Piccioli, Alessandro Michele, Donatella Versace, Francesco Risso, Michael Kors, Stella McCartney, Alessandro Dell’acqua, Paul Andrews, Daniel Roseberry e Jeremy Scott).
Ad alcuni designer è stato poi chiesto di raccontare l’Italia ai tempi del lockdown: Alessandro Michele e Pierpaolo Piccioli spiegano come stanno lavorando da casa alle nuove collezioni; Massimo Giorgetti, romagnolo, rievoca la stagione delle grandi discoteche, che oggi sembrano destinate a non riaprire; Fausto Puglisi, uomo del Sud, ragiona sul perché i balconi sono così importanti nel nostro immaginario nazionale; Gherardo Felloni, dall’isola del Giglio, racconta la quarantena vista da un angolo remoto e isolato del Paese.
Grazie all'iniziativa di «solidarietà digitale» messa in atto da Condé Nast, la copia digitale del numero di aprile di Vogue Italia è scaricabile gratuitamente.

Vanity Fair Italia: L'Italia Siamo Noi


In edicola da domani, 8 aprile, il terzo atto nella trilogia di Vanity Fair dedicata all’emergenza Covid-19: nel primo un messaggio da Milano all’Italia e al mondo; nel secondo una celebrazione degli “eroi” impegnati in prima linea in questa lotta globale; in quest’ultimo un manifesto a sostegno delle imprese italiane, con le visioni su cosa servirebbe per superare la crisi causata dal virus e gli interrogativi sui mercati di domani.
La copertina è un’opera creata in esclusiva per Vanity Fair dall’artista Francesco Vezzoli, in omaggio a Lucio Fontana: ritrae una tela tricolore con un taglio che rappresenta una ferita ma anche uno spiraglio. L'opera verrà messa all'asta e il ricavato sarà devoluto in beneficenza a sostegno delle imprese.
Il titolo scelto è #L’Italiasiamonoi, hashtag che vuole celebrare quell’unità e quella creatività italiane che hanno da sempre permesso a questo paese di trarre il meglio dalle peggiori situazioni che ha storicamente dovuto affrontare.
All’interno del numero, invece, Vanity Fair ha chiamato all’appello la voce autorevole di Premi Nobel, filosofi, amministratori delegati, presidenti delle filiere italiane più importanti insieme a poeti, artisti e designer per interrogarsi sul mondo che ci aspetta dopo il virus e su come affrontare l’emergenza economica che segue quella sanitaria.
Tra i tanti i personaggi: il Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz che descrive la sua nuova visione dello stato nel mercato globale post virus; l’economista ed ex ministro Enrico Giovannini che analizza la situazione economica italiana; il filosofo Silvano Petrosino che parla del nuovo senso del tempo; i designer Mariagrazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli che scrivono due lettere di riflessione sullo stato e sul futuro della moda; l’esperta Li Edelkoort che descrive le tendenze a venire nella creazione e produzione di beni; il Presidente del Salone del Mobile, Claudio Luti, che parla direttamente al Governo; il regista Luca Guadagnino che analizza il mondo del cinema e il futuro dell’intrattenimento; il cantautore Tommaso Paradiso che scrive dell’importanza di conoscere il passato per comprendere il domani.
Nel numero speciale, ci sono anche interviste a personaggi chiave nel mondo dell’automobilismo, dell’hotellerie, del food, del beauty e delle tecnologie per capire come gli investimenti nel digitale potranno essere, tra gli altri fattori, la chiave per il futuro.

mercoledì 25 marzo 2020

Vanity Fair Italia: #IOCISONO, nuovo numero per la lotta contro Covid19


#IOCISONO
IL NUOVO NUMERO DI VANITY FAIR
DEDICATO A CHI STA LOTTANDO IN PRIMA LINEA
CONTRO IL CORONAVIRUS.
TUTTO IL RICAVATO SARA’ DEVOLUTO ALL’OSPEDALE PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO

Dopo aver pubblicato un numero speciale dedicato a Milano e all’Italia, distribuito gratuitamente nelle edicole della Lombardia, Vanity Fair conferma il suo impegno nel voler trasmettere un messaggio di speranza, di forza, di coraggio e soprattutto di gratitudine nei confronti di chi sta combattendo questa lotta globale in prima linea in Italia contro il virus Covid-19.
É proprio dedicato a medici, infermieri, farmacisti, operai, impiegati, volontari e lavoratori coinvolti nella lotta il nuovo numero del settimanale diretto da Simone Marchetti, in edicola dal 25 marzo per due settimane, il cui intero ricavato delle vendite in edicola sarà devoluto all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno dei più in difficoltà in questo momento.
Bergamo e i suoi ospedali si sono trovati loro malgrado al centro di un terremoto sanitario senza precedenti. La prova a cui tutto il territorio è sottoposto è durissima, e i presìdi sanitari sono la nostra prima linea. Medici e infermieri stanno facendo l’impossibile. Dobbiamo dare loro tutto il supporto possibile. Servono uomini e mezzi per affrontare una necessità di cure superiore alle attuali possibilità, pure moltiplicate dall’inizio dell’emergenza. Grazie dunque a Vanity Fair e al Gruppo Condé Nast per essersi messi al nostro fianco, con la forza dei propri canali di comunicazione e con una generosità che fa loro onore" commenta Giorgio Gori, sindaco di Bergamo.
In copertina del numero c’è Caterina Conti, pneumologa di 39 anni, una Dottoressa dell’Ospedale di Bergamo, impegnata nella struttura che più di tutte, ad oggi, ha raggiunto il limite dei ricoveri in terapia intensiva.
E se nel numero precedente si strillava in copertina #IoSonoMilano, (hashtag che su Instagram da Milano è arrivato in tutta Italia per poi rimbalzare in tutto il mondo in un coro universale di voci, famose e non, ripostato anche da grandi personalità internazionali), la nuova cover recita #IOCISONO, un messaggio di presenza e di impegno civile e umano che diventa esempio eroico.
"Ma non chiamate eroi questi medici, infermieri, lavoratori e volontari perché loro stessi non vogliono essere definiti così. Sono professionisti con un senso del dovere incredibile, lavoratori all'estremo delle forze e delle possibilità. Per noi, diventano il riflesso di un'Italia forte e piena di speranza, Paese da sempre in grado di superare i momenti più difficili. Le loro storie e le loro imprese, tutte narrate in questo numero, diventano un romanzo umano che ci accompagnerà per sempre, non solo nei giorni di questa emergenza" così Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair.

Nel numero sono raccontate le battaglie quotidiane di coloro che sono alle prese con un’emergenza senza precedenti. Tra le tante storie di coraggio, c’è quella di una famiglia di farmacisti di Salerno che continua a lavorare per la comunità nonostante la figlia sia stata contagiata; quella di una cassiera e di un edicolante a contatto tutti i giorni con il pubblico; quella di un dipendente di una fabbrica che produce beni di prima necessità; quella di una volontaria che nelle Marche porta i farmaci a casa agli immunodepressi; e quella di un medico di base della provincia di Brescia che racconta la difficoltà di questo momento.
Un'edizione speciale che raccoglie storie di successi, di dedizione e di forza, come quella del Professor Tiberio, che ha riconvertito un reparto di rianimazione dell’ospedale di Padova, o di Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, con la testimonianza dalla quarantena di una donna che non molla, e della solidarietà dimostrata dalle trattorie e dagli chef che cucinano gratuitamente per i medici.
Oltre alle interviste a Gennaro Arma, Comandante della Diamond Princess appena rientrato in Italia, encomiato per la coraggiosa quarantena sulla nave ormeggiata a Yokohama, e a Daniela Trabattoni, cardiologa del Monzino, il numero contiene le testimonianze di Chiara Gamberale, di Cesare Cremonini, di Daria Bignardi, e un racconto scritto per Vanity Fair dallo scrittore Eshkol Nevo sulla situazione del mondo ai tempi del Covid-19.

sabato 8 febbraio 2020

VOGUE ITALIA Febbraio 2020 Cover


Per la prima volta nella sua storia, Vogue Italia dedica la propria copertina a una raccolta fondi: nell’immagine infatti la più celebre top model italiana Vittoria Ceretti reca un cartello su cui è scritto “PROTECT VENICE”, e invita a donare al numero di Iban del conto corrente che il Comune di Venezia ha aperto per l’emergenza acqua alta (IT24T0306902117100000018767 BIC BCITITMM, causale “contributo emergenza acqua alta”).
«Abbiamo scelto di mettere a disposizione ciò che di più prezioso ha un giornale, la sua copertina, per lanciare un appello internazionale. Vogue Italia è infatti il giornale italiano con maggiore distribuzione all’estero, e fa parte di un network di 26 edizioni nel mondo. Confidiamo che molti lettori, non solo italiani, possano dare il loro contributo, essendo Venezia un patrimonio universale» ha dichiarato il direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti.
Il numero di febbraio completa idealmente il progetto che Vogue Italia ha lanciato con la prima uscita dell’anno, in cui – rinunciando a scattare fotografie per ridurre il proprio carbon footprint – il magazine ha potuto devolvere quanto risparmiato dai costi di produzione proprio a una fondazione veneziana, la Querini Stampalia, a sua volta gravemente danneggiata dall’acqua alta dello scorso 12 novembre.
«Questo mese il nostro sostegno va alla sottoscrizione del Comune “Venezia nel cuore” perché ci sembra giusto che l’attenzione internazionale non sia indirizzata solo alla pur indispensabile salvaguardia del patrimonio artistico, ma anche a tutti i cittadini che hanno subito ingenti danni alle proprie abitazioni e attività commerciali», spiega Farneti.
Il numero di febbraio del magazine di Condé Nast è interamente dedicato all’Italia, di cui Venezia è scelta come simbolo. Nella seconda copertina in edicola, firmata dal leggendario fotografo bolognese Paolo Roversi, la diciottenne modella italiana (di origine senegalese) Maty Fall, stella emergente delle passerelle internazionali, è scelta come simbolo della nuova bellezza italiana per il 2020.
In omaggio con il numero “Bulletin”, un inserto in formato quotidiano interamente in lingua inglese pensato per dare accesso ai contenuti del numero al lettorato internazionale. Per l’occasione, è stata infatti rinforzata la tiratura internazionale, e verrà effettuata una distribuzione speciale durante la Milano Fashion Week di febbraio.