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giovedì 22 ottobre 2020

Vanity Fair Italia e Vanity Fair US insieme per la prima volta, alla vigilia del voto


Alla vigilia delle elezioni presidenziali del 3 novembre, per comprendere la complessa fase che gli Stati Uniti stanno attraversando e provare a immaginare il futuro di questo immenso Paese (e del mondo), Vanity Fair Italia e Vanity Fair America collaborano insieme per un numero speciale.

«Per la prima volta nella storia di questo magazine, con Radhika Jones e con la redazione statunitense abbiamo realizzato un ritratto severamente limpido degli Stati Uniti di oggi. Un Paese alle prese con cambiamenti storici e rivoluzioni che mettono in discussione le basi della sua storia, della sua democrazia e persino del suo sogno, l’American Dream. In copertina, abbiamo scelto di mettere lei, Jane Fonda, un’icona, un’attivista più che un’attrice. 82 anni, una forza della natura, una donna che non ha mai smesso di lottare e che perfettamente incarna i dubbi, le domande e le azioni di un’intera nazione», spiega Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair Italia.

Da parte sua, Radhika Jones, direttrice di Vanity Fair America, scrive: «Quando Simone Marchetti ha chiesto a me e al team di Vanity Fair America di aiutarlo a curare un numero sull’America nel 2020, abbiamo colto l’occasione al volo. Siamo abituati a scrivere di politica, di celebrity, di raccontare il mondo dello spettacolo e della tecnologia. Ma la collaborazione con Vanity Fair Italia, che quest’anno ha fatto un lavoro così importante e coinvolgente, ci ha aiutato a capire meglio ciò che l’America rappresenta e dove è diretta».

L’intervista a Jane Fonda rivela il retroscena dell’impegno dell’attrice, che da sempre mette il suo «corpo» a servizio delle cause in cui crede, dai comizi contro la guerra del Vietnam alle battaglie ecologiste davanti alla Casa Bianca nei suoi Fire Drill Fridays, ispirati da Greta Thunberg. Fonda riflette su Biden e Trump e sulle sfide che qualsiasi Presidente dovrà affrontare dopo il voto.

Radhika Jones fa poi per Vanity Fair Italia un bellissimo ritratto della sua città natale, New York, all’epoca della pandemia. Una metropoli ferita ma pronta a rialzarsi, che soffre ma che non smette di guardare in alto, una città che ha fatto della resilienza il suo punto di forza.

I temi che hanno accesso la campagna elettorale, cambiamento climatico e conflitto sociale - i cui toni sono stati inaspriti ancor di più a causa della pandemia - vengono affrontati in un articolo dallo scrittore Daniel Duane, che piega come e perché nascono gli incendi che stanno devastando la California e in che modi gli scienziati possono combatterli, e in un emozionante saggio dell’intellettuale e giornalista Ta-Nehisi Coates, che affronta i conflitti sociali che hanno dato vita al Black Lives Matter e la nascita di una maggioranza antirazzista intenzionata a creare un mondo più inclusivo.

Sempre su questo tema, una serie di ritratti inquadra sette visionari che aiutano a capire come nasce un movimento come Black Lives Matter, una nuova generazione di artisti e attivisti che ha gettato le basi per la protesta globale in difesa della giustizia sociale. Si va dalla regista Ava Duvernay allo scrittore Colson Whitehead, e alla giornalista Isabel Wilkerson.

Una riflessione sul ruolo della Silicon Valley e sui rischi e le manipolazioni delle piattaforme digitali, ricordando gli scandali che seguirono le precedenti elezioni americane, la fa Anthony Breznican, giornalista, romanziere e corrispondente di Vanity Fair America che intervista Jeff Orlowski, il regista del documentario The Social Dilemma.

L’esperto Dave Cullen racconta invece la storia dell’attivista Gabby Giffords, indispensabile per capire perché il tema del controllo delle armi è entrato nelle agende dei politici americani nel 2020, e come siamo arrivati a parlarne.

E non manca una riflessione sullo spettacolo, materia prima di Vanity Fair. Richard Lawson, critico di punta di Vanity Fair America per tutto ciò che riguarda cinema, tv e teatro, si chiede: se una ex star di un reality è riuscita a diventare Presidente degli Stati Uniti - leggi Donald Trump - qual è il peso delle star Hollywoodiane nella vita del Paese in epoca Covid-19? Tutti gli altri colleghi di Vanity Fair America segnalano poi quali libri, film, documentari e serie tv sono i fondamentali per capire il loro paese, oggi.

Vanity Fair Italia ha chiesto inoltre ai colleghi oltreoceano se esistesse ancora il sogno americano. La risposta è stata sì, e si chiama Canada. A spiegare perché è la giornalista Sonia Saraiya, in un divertente articolo che è anche la storia del suo matrimonio.

mercoledì 27 gennaio 2016

Santoni Electric Barbarella‏

Electric Barbarella

Santoni rende omaggio al film del 1968 Barbarella; lo stile unico della protagonista Jane Fonda è il punto di partenza nella creazione di questa décolleté caratterizzata dalla punta affusolata e tacco midi.
Realizzata in pelle laminata è declinata in una gamma di nuance che spazia dal fucsia fino al turchese passando per i toni dell’oro e dell’argento.
Linee pulite e indubbia eleganza, questi sono gli aspetti vincenti di uno dei modelli di punta della collezione P/E 2016 firmata Santoni. 

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giovedì 21 agosto 2014

Jane Fonda - Roger Vadim

Come scrivevo la settimana scorsa, in questi giorni sono in Costa Azzurra ed essendo in vacanza anche il blog è a riposo. Mi capita di dedicare qualche minuto alla lettura del libro che con lentezza mi accompagna questa estate, Viaggio in America di Oriana Fallaci, e trovo qua e là qualche perla fashion come a proposito del matrimonio di Jane Fonda con Roger Vadim a cui la stessa Fallaci partecipò. "... e la cerimonia fu celebrata alle cinque del poneriggio, il 14 agosto, nella stanza 2007 dell'Hotel Dunes: Jane Fonda in un tailleur di Chanel e Vadim in un completo grigio e maglietta."

sabato 25 agosto 2012

Venice Film Festival

 Gina Lollobrigida, 1954

 Sophia Loren, 1955

 Monica Vitti, 1964

 Brigitte Bardot, 1958

 Jane Fonda, 1966

Paul Newman, 1963

Source: Vanity Fair