Arriva in edicola mercoledì 23 settembre il numero speciale di Vanity Fair, diretto dal grande artista Francesco Vezzoli e dedicato alle donne italiane.
Donne simbolo per l'Italia e per il mondo, esempi di una cultura progressista che cerca il dialogo e che si oppone allo schema patriarcale per estirpare gli stereotipi di genere.
In copertina, una dichiarazione d'intenti: la modella Roberta De Titta Graziano, una delle transgender ritratte all'interno del giornale da Francesco Vezzoli, per la prima volta fotografo di un servizio di moda. La scelta di Roberta è un simbolo, l'emblema del messaggio provocatorio che vuole lanciare questo numero speciale di Vanity Fair: la necessità per tutti di transitare da una cultura maschilista a una più inclusiva, aperta e femminista.
«C'è un salto culturale storico da fare per tutti. Uomini, donne, tutti. Siamo chiamati ad abbandonare finalmente una cultura patriarcale che ci imprigiona in una logica perversa, prevaricatrice, violenta e soprattutto non inclusiva», dichiara il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti. «Questo numero di Vanity Fair, meravigliosamente orchestrato dall'immaginazione di Francesco Vezzoli, mette in luce questo snodo epocale col contributo di grandi e potenti donne italiane in grado di incarnare perfettamente il cambiamento in atto. Abbiamo analizzato tutto questo in un equilibrio bellissimo di arte e informazione.»
All'interno, il giornale si sviluppa come un percorso di una galleria d'arte contemporanea con grandi ritratti di donna. Il magazine diventa così un libro da collezionare e i protagonisti, anzi, le protagoniste sono grandi firme che intervistano grandi donne. Daria Bignardi, giornalista e firma di Vanity Fair, intervista la scrittrice - fenomeno internazionale - Elena Ferrante, che qui si svela per la prima volta come non ha mai fatto prima. La giornalista ed ex direttrice di Vanity Fair Daniela Hamaui intervista il Ministro dell’interno Luciana Lamorgese in un dialogo sul valore dello Stato. L’attrice Isabella Ferrari intervista Caterina Caselli, una delle più grandi voci italiane. La cantante Emma Marrone intervista una delle politiche più influenti di sempre Emma Bonino, ragionando sul dovere dell'impegno civile. La giornalista Agnese Pini, unica donna a dirigere oggi un quotidiano in Italia, intervista la parlamentare Lucia Annibali, sfregiata con l’acido per mano del suo ex fidanzato. E ancora, la lista delle grandi donne italiane continua con Miuccia Prada e Chiara Ferragni intervistate dal direttore Simone Marchetti, Barbara D’Urso intervistata da Michele Masneri, Maria De Filippi in un dialogo con Francesco Vezzoli e il vice direttore Malcom Pagani che intervista anche l’attrice culto del cinema erotico italiano Zeudi Araya.
I grandi ritratti non finiscono qui: tra questi, un omaggio all’architetto e designer di fama internazionale Cini Boeri - recentemente scomparsa - scritto da un’altra grande donna del design e dell’architettura, Patricia Urquiola; ma anche Dacia Maraini che a Vanity Fair racconta l’amicizia e i viaggi con l’amico Pier Paolo Pasolini.
A ciascuna di queste donne, Francesco Vezzoli ha dedicato una nuova opera d’arte realizzata in esclusiva per Vanity Fair, ritraendole attraverso artwork che rendono questo numero un’edizione da collezione. In questa galleria iperbolica di volti contemporanei, tra le altre Chiara Ferragni diventa la Madonna di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, Barbara D’Urso la contessa du Barry, Luciana Lamorgese Giovanna D’Arco e Emma Bonino il Mahatma Gandhi.
La sezione moda, invece, mette a fuoco l'analisi femminile e femminista del fashion system contemporaneo sviluppando i tre temi cardine che caratterizzano il lavoro delle più grandi maison e dei più bravi creativi d'oggi: il femminismo, l'anti femminismo e la questione del genere. Il primo tema, il femminismo, è rappresentato dall’opera della grande artista italiana Paola Mattioli, realizzato in esclusiva per Vanity Fair, con un commento d'autore, anzi d'autrici, condotto dall’esperta d’arte Raffaella Perna e da Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa delle linee femminili di Dior. Il secondo, l'anti femminismo, si incarna in Valentina, il personaggio culto dei fumetti di Guido Crepax, ridisegnato da Francesco Vezzoli con un guardaroba che raggruppa i capi più audaci delle collezioni moda del recente autunno inverno. La questione del genere, infine, viene raccontata in un’opera di Vezzoli che ritrae un casting di donne transgender vestite, non a caso, con l'abito del nemico, il look convenzionalmente appartenuto alla borghesia, in un capovolgimento di un'estetica che storicamente ha escluso e che oggi, all'opposto, diventa arma d'inclusione.
Con questo numero Vanity Fair continua la sua missione: portare l’arte nelle pagine del giornale e fisicamente anche nelle strade per creare dibattito, conoscenza ed emancipazione. Questo nuovo percorso del giornale, iniziato lo scorso anno, si è rafforzato ancora di più durante il lockdown con il contributo, tra gli altri, del premio Oscar Paolo Sorrentino, è continuato a maggio con JR, uno dei fotografi e degli street artist più famosi del mondo per la realizzazione di un murales a Parigi (diventato poi una cover di Vanity Fair) ed è arrivato a Paliano, la scorsa settimana, con l'artista italiano Ozmo che nella città ha creato un murales con il volto di Willy Monteiro Duarte, morto dopo essere stato picchiato da alcuni coetanei. Francesco Vezzoli, dopo aver creato ad aprile un’opera in esclusiva per Vanity Fair in omaggio a Lucio Fontana (un tricolore squarciato che è stato venduto all'asta da Sotheby's e il cui ricavato totalmente devoluto in beneficenza) torna a collaborare con il settimanale di Condé Nast Italia e dirige interamente questo numero.
Tutte le donne italiane e le lettrici di Vanity Fair saranno invitate a raccontare, attraverso la feature «Ask Questions» di Instagram, cosa vuol dire essere donna e la bellezza di esserlo. Le risposte ricevute diventeranno una sorta di enciclopedia digitale, a cui contribuiranno anche le protagoniste del numero, che racconta le donne italiane attraverso le loro parole pubblicate sul profilo Instagram di Vanity Fair.