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sabato 1 ottobre 2016

PICCIONE.PICCIONE PRIMAVERA ESTATE 2017

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La collezione Primavera Estate 2017 è il racconto di un’emersione. Il mondo visto dalla prospettiva di chi sta sott’acqua e percepisce le immagini leggermente distorte, i colori più acidi, i movimenti rallentati ma sente anche la ricchezza emotiva di ciò che lo circonda in maniera autentica, senza filtri, senza protezione. E decide di risalire in superficie.
Il riferimento diretto è al libro di Jeffrey Eugenides “Il giardino delle vergini suicide” e al bellissimo film di Sophia Coppola del 1999: il fragile mondo di vetro di quattro adolescenti viene incrinato irrimediabilmente dalla volontà dei genitori di preservarlo. Nella collezione PICCIONE.PICCIONE Primavera Estate 2017 idealmente le ragazze riescono a trovare una via autonoma verso il mondo e non scelgono di rifiutarlo. La loro dimensione, in equilibrio tra innocenza e realtà, raggiunge una perfezione eterna, uno stato che non ha più bisogno di essere superato.
La dimensione cromatica della collezione, contrastata ma tonale, richiama il lavoro del fotografo Tim Walker che è riuscito a rappresentare lo stupore infantile attraverso le immagini di un mondo meraviglioso ma illusorio, sensorialmente piacevole ma artificiale.
Pizzi, sangalli, ricami, stampe, materiali e colori hanno una delicatezza esasperata e sviluppano un racconto ossessivo che ruota intorno agli stereotipi del femminile accendendolo di contemporaneità. I colori delicati che vanno dal rosa ai lilla con tocchi di menta aiutano la fusione visiva di strati di leggerissimi tessuti diversi: le trame articolate dei pizzi vengono stampate e poi ricamate e infine smorzate da frange. Le stampe digitali, da sempre key items del brand, sono romantiche rappresentazioni sottomarine elaborate attraverso la freddezza logica del computer e fissano su materiali preziosi come lo chiffon o il raso di seta il tema del cambiamento, dell’evoluzione, della crescita verso un mondo adulto.
 
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Stella Jean Collezione Primavera Estate 2017

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Ovunque nel mondo, il calcio giocato nelle strade, nei cortili, tra i banchi del mercato, è ancora oggi la forma più semplice di comunicazione tra bimbi di ogni età che proiettano nel pallone un credo comune e trasversale. I calciatori storici, enunciati a memoria in una successione sincopata di nomi, connettono bambini e non, senza bisogno di wi-fi.
Latitudini, culture e tradizioni attraverso il calcio si fondono creando una socialità che non ha bisogno di tecnologia per vivere. Il racconto di Stella Jean per la Primavera Estate 2017 inizia in Myanmar, dove la cultura popolare fa del calcio e del “chinlone”, la sua variante locale, uno sport amato da grandi e piccoli come espressione di libertà, divertimento, condivisione.
Stella Jean riflette sul significato inclusivo della moda, un linguaggio globale che, come il calcio, diventa koinè stilistica in passerella, attraverso l’incontro armonico di tradizione e futuro.
Fedele al concetto di métissage, Stella Jean immagina il caos ordinato dei mercati e delle case da tè di Yangon, dove le sovrapposizioni di “longyi”, vesti tipiche birmane, sono fonte di ispirazione per look sperimentali dall’esprit borghese. La ricerca stilistica di Stella Jean ha come punto d’arrivo la giustapposizione di esotismo, volumi e linee rubate all’atmosfera dei ricevimenti diplomatici nel Sud-est asiatico degli anni ’40 fino ad arrivare ad Aung San Suu Kyi oggi, volto della grazia e della forza unite nella resistenza pacifica, ed espressione di un’estetica che parla di orgoglio e promozione delle proprie radici.
Il decorativismo di Préfète Duffaut, pittore della scuola di Saint Soleil, irrompe sulle plissettature metropolitane. Sarong che si sovrappongono agli chemisier dai volumi fluidi diventano perfette divise geek chic, distillati di un cross over culturale.
Maglie intarsiate con la fascia da capitano e polo vintage-soccer sono abbinate a gonne iper femminili: forza, determinazione e gentilezza sono i tre volti del womenswear Stella Jean.
I look uomo dialogano con la collezione donna in un gioco di equilibri ironici, tra il tema sportivo e la sartorialità contemporanea.

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