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giovedì 22 febbraio 2018

N21 F/W 2018 Womenswear Show

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La collezione autunno/inverno 2018-19 di N° 21 prende il titolo da una professionista femminile che pratica una disciplina mista di sport e spettacolo di solito esercitata in contesti pubblici e in esibizioni di gruppo. 


La figura di donna che ne deriva è colta nel momento in cui, finita l’esibizione, la majorette ritorna alle azioni della propria quotidianità.

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Dice Alessandro dell’Acqua, direttore creativo di N° 21: «Sono partito da un’idea notturna che si confronta con situazioni gioiose e divertenti e nella majorette ho visto la figura che materializza la contraddizione di una certa idea di spettacolo ritenuto cheap e popolare con la capacità di sviluppare un glamour inconsapevole e improvviso, non calcolato, che però risulta autentico e con accenti molto personali. Volevo una donna che non fosse una diva, né una vamp e né una star, ma sapesse gestire lo scintillio della sua esibizione quotidiana. Questo mi ha permesso di sviluppare molti aspetti che sembrano contraddittori nella moda di oggi, come la luminosità e lo spirito dark, il glamour e la sua deriva punk, oltre alla mia amata sovrapposizione degli aspetti del maschile/femminile. E, non da ultimo, mi ha permesso di ritrovare la gioia che procura una moda che mi piacerebbe ritornasse a essere innanzitutto un’espressione di ricerca».

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Sono le insegne luminose dei casinò di Las Vegas che si trasferiscono sugli abiti, sulle gonne, sui cappotti, sui giubbotti che mentre mescolano panno, pelle e leopardo si cospargono interamente di paillettes lucide in cui il nero racconta l’oscurità dell’asfalto bagnato e i colori compongono le luci che si illuminano, si specchiano e si riflettono in effetti scintillanti. Allo stesso modo inserti in color oro illuminano i parka in cavallino che coprono sottovesti corte a fiori ma anche camicie in tessuti dai check maschili con le frange di paillettes in oro o in argento che pendono dalle maniche e che sono indossate su pantaloni in pizzo con le bande sportive laterali. E luminosi sono anche i completi maschili con giacche, pantaloni e caban orlati di cristalli, i maxi cardigan in mohair con le frange di paillettes indossati su abiti in tartan di chiffon sovrapposti da sottovesti in tulle interamente cosparsi di ricami in cristalli.

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Un elemento che si auto-ridefinisce attraverso aspetti contemporanei. Usa il tratto maschile di maglioni e gilet ricamati con paillettes o di pantaloni in kid mohair per comporre immagini di un nuovo fascino attraverso l’uso di guanti lunghi e colorati, cappotti in cavallino sovrapposti da cappotti più ampi in lana color cammello. Così come utilizza gli abiti in pizzo, le sottovesti in broccato dorato e le gonne diritte spalmate di paillettes come basi su cui sovrapporre giacche maschili.
Frange: «Sono un elemento che esprime gioia. È la prima volta che le faccio. Mi sono servite per pensare a una collezione che, oltre al prodotto, ritornasse a raccontare una presa di posizione sulla moda» dice Alessandro dell’Acqua.
  Lolita è il nome della nuova borsa N° 21, in pelle, colorata e con un enorme pon-pon di frange in pelle che ne diventa l’accessorio riconoscibile e distintivo.

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Scarpe: décolletées dal tacco medio e interamente cosparse di fiocchi e di cristalli, creepers in raso con cristalli applicati o in pelle e cavallino maculato e sneakers con suola dorata. Borse: piccole e grandi con tracolle di frange di paillettes, grandi shopping con le frange a tutta altezza. Collane con fischietto pendente e portachiavi con custodia leopardata. E gli occhiali, sempre in collaborazione con Linda Farrow, con la montatura cosparsa di cristalli.

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martedì 22 settembre 2015

J. MENDEL SS 2016 COLLECTION‏

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For Spring 2016, designer Gilles Mendel looks East for inspirational source material, citing Japan as his primary point of reference. The influence of Japonisme travels through the collection of kimono-inspired prints and origami folds, and beyond, informing an overriding sense of precision, rigor and control that bring to order the feminine exuberance for which J. Mendel is known.
For day, a layering of separates offers a sporty ease and new sense of proportion. Skirts are short and asymmetric, or ankle skimming and pencil-straight. The former brush the thigh in neat origami folds, while the latter fall in tight micro-pleats to give a somewhat restrained reading of the classic J. Mendel flourish. Both versions take on a casual elegance when paired with roomy, longer-length tunic tops and boxy, oversized tees.
Outerwear, too, follows a relaxed, sporty approach, which nonetheless (or perhaps all the more) puts the expertise of the fur atelier on full display. A white mink intarsia cropped vest, for instance, disappears into a lightweight drawstring parker, perfectly mimicking its abstract print. Even the more overtly showy fur pieces, like a pair of vivid yagasuri intarsia long mink vests, assume an air of breeziness courtesy of anorak style drawstrings and high-slit side vents.
Embroidered metallic rings are used as a reoccurring motif, underscoring the tension between femininity and rigor that can be felt throughout the collection. Used to accentuate skirt slits and folds, or repeat yagasuri patterns seen elsewhere, they give even the most delicate of dresses a certain cool-girl attitude.
Lean and controlled though the silhouette may be, the collection is visually energetic, with a predominance of color and print. Graphic patterns derived from traditional Japanese textiles and wood-block prints are abstracted and hand-drawn, finding expression in textured silk crepe, snakeskin and shifted intarsia fur alike.
As the clothes move into cocktail hour, the prints dissolve into blurred florals and ombré chevrons as the clothes themselves take on an increased sense of delicacy. An Impressionist sensibility to color pervades, with iris blue and jade mixed into a pastel palette of jonquil yellow, cherry blossom and brushstrokes of grey. Black linear accents inspired by Yoshitaka Nakao’s strongly outlined figurative prints bring balance and discipline to the whole, giving definition to dress straps and necklines, and taking the form of stark bandeau tops that feel spare and restrained rather than skimpy.
As evening falls, the tight micro-pleats relax and soften, opening up into a series of asymmetric layered gowns in silk organza, light as air, before reaching full bloom in a pair of cascading ruffled organza ball skirts. Although the effect is that of control loosening, the level of workmanship required only increases in intensity. Defying the natural properties of the material, the atelier literally bends the organza to its will so as to create J. Mendel’s signature sense of lightness and movement.
For Spring 2016, an alluring tension between restraint and exuberance, between rigor and soft femininity, brings a new level of clarity to J. Mendel signatures. With the old-world expertise of the atelier always on show, a serene spirit of understated ease and elegance nonetheless prevails.

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