In occasione del Salone del Mobile e dell’uscita della nuova versione di Casa Vogue, Vogue Italia presenta “Life in Vogue”, un progetto che incoraggia una riflessione sul modo contemporaneo di vivere l'ufficio, un messaggio fedele all'approccio inclusivo che caratterizza il nuovo corso della testata.
Emanuele Farneti, Direttore di Vogue Italia, ha invitato otto designer di rilevanza internazionale a interpretare con il loro stile unico gli spazi e gli arredi della redazione.
“Se da anni si parla del mondo dell’ufficio con una sempre maggior apertura e vicinanza a quello della casa, ad oggi non ci si è ancora spinti a presentare l’ufficio quale oggetto di un vero e proprio intervento di interior decoration”, dice Farneti. “Life in Vogue è un progetto che vede le aree della redazione interpretate, secondo i diversi stilemi del contemporaneo, da interior e architetti di rilevanza internazionale. Aperto al pubblico, per rendere accessibili a tutti i luoghi in cui ogni mese prendono forma le nostre idee”.
Mario Bellini, Michael Bargo, Antonio Citterio Patricia Viel, Sabine Marcelis, Faye Toogood, Patricia Urquiola, Muller Van Severen e Quinconces–Dragò hanno accettato la sfida e lavorato al progetto, immaginando un luogo, concepito a cavallo tra uno studio e una lounge.
Per l’occasione sarà anche allestito un vero e proprio Guardaroba di redazione, dove saranno esposti abiti, gioielli, accessori e tutto ciò che gravita intorno al mondo dei servizi fotografici. Punto fondamentale di Vogue Italia, grazie al quale si creano le storie che vestiranno le sue pagine, il Guardaroba sarà interpretato da una giovane e talentuosa illustratrice.
Dal 17 al 20 aprile - dalle 12.00 alle 20.00, Piazza Cadorna 5/7 - Vogue Italia aprirà i propri uffici al pubblico dando la possibilità di visitare i progetti e incontrare il team editoriale.
Per registrarsi: http://www.vogue.it/partner/lifeinvogue/
Il progetto è stato reso possibile grazie al supporto dei seguenti partner.
Il materiale d’avanguardia Alcantara valorizzerà ulteriormente alcune delle stanze reinterpretate dagli architetti.
Lavazza offrirà agli ospiti il caffè preparato con le nuove macchine Tiny.
SEAT per l’occasione metterà a disposizione di un editor di Vogue Italia la SEAT Arona durante tutta la settimana del Salone. Grazie a un’ampia gamma di vetture, la casa automobilistica fondata a Barcellona risponde in maniera innovativa alle esigenze di mobilità dei clienti di oggi. Per seguire l’iniziativa #DesignTourWithSEATarona.
A partire dalla Design Week, Vogue Italia e SEAT lanciano un progetto di scouting aperto a designer, artisti e illustratori che sono chiamati a realizzare nuove grafiche per SEAT Arona.
FAYE TOOGOOD / LA STANZA DEL DIRETTORE
Faye Toogood è una designer inglese. I suoi mobili e i suoi oggetti dimostrano un forte interesse per la materialità e la sperimentazione. Tutti i suoi pezzi sono realizzati a mano da piccoli produttori e da artigiani che rispettano la natura grezza e l'irregolarità dei materiali prescelti.
Gli interni ideati da Toogood per l'ufficio del Direttore, arredato con mobili parte della sua famosa collezione "Roly-Poly", celebrano il concetto di apertura e inclusività. Gli spigoli vivi sono banditi e sostituiti dalle forme calde e arrotondate di un divano letto, sedie massicce e un grande tavolo circolare armonizzando stucco cremoso e vetroresina grezza. Le pareti sono rivestite con tele dipinte a mano che raffigurano un tableau di silhouette e volti - una celebrazione di 53 anni di iconiche copertine di Vogue Italia, evidenziando il passaggio di direzione da una donna ad un uomo - mentre il fulcro dello spazio è la scultura in ceramica in edizione limitata, Family Bust No 3, della designer.
MULLER VAN SEVEREN / STANZA “VOGUE TALENTS”
Gli artisti visuali Fien Muller e Hannes Van Severen vivono a Ghent in Belgio ed esplorano i confini tra arte e design in modo moderno e innovativo adottando un approccio creativo e fantasioso alla funzionalità. Cercano costantemente modi nuovi per rendere i mobili più interessanti da un punto di vista scultoreo, senza perdere di vista il lato pratico.
Il loro lavoro è caratterizzato da un'eccitante tensione tra austerità e stravaganza, leggerezza e pesantezza, severità e giocosità, delicatezza e forza. La loro passione per i materiali, la sensibilità per colore e proporzioni, l’affinità con lo spazio architettonico e la loro concentrazione sulla forma scultorea contribuiscono a creare un universo affascinante.
Per "Life in Vogue" il duo ha svelato lo spazio concentrandosi sulla sua anima vera: tolto il contenuto dall'armadio, pieno di libri, riviste, quaderni e altre ispirazioni. Hanno concepito lo spazio come un collage, tagliando e incollando una selezione del loro lavoro, conferendogli ampiezza ed evidenziando le basi in rosso acceso. In questo modo mobili e ambiente circostante sono collegati, come un dipinto 3D.
Hanno selezionato alcune delle loro tipiche opere multifunzionali, che combinano diverse funzioni in un unico oggetto d’arredamento. La loro "scrivania + tavolino basso + lampada" combina non meno di 3 funzioni, invitando l'utente a lavorare, leggere e tenere un meeting seduto al tavolo basso.
“Wire s#9” è una biblioteca, un posto dove rilassarsi e fare un pisolino, poiché il duo crede che il relax sia una parte importante di una proficua giornata di lavoro (o che ci dovrebbe essere spazio per riposare durante una produttiva giornata lavorativa).
SABINE MARCELIS / STANZA DEL DIRETTORE CREATIVO
Sabine Marcelis è una designer che vive e lavora a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Marcelis inserisce un forte approccio estetico alle sue collaborazioni con gli specialisti del settore. Questo metodo di lavoro le consente di intervenire nel processo produttivo, facendo uso di ricerca e sperimentazione sui materiali allo scopo di ottenere nuovi e sorprendenti effetti visivi per progetti destinati sia all’esposizione nelle gallerie, che commissionati da clienti commerciali. Il suo lavoro è caratterizzato da forme pure che mettono in luce le proprietà dei materiali.
L'ufficio della direzione artistica è il luogo in cui le vecchie e le nuove tendenze vengono analizzate e sviluppate. Questo contrasto e il lavoro che nasce dallo spazio sono al centro del progetto.
Il sipario è la traduzione visiva delle riflessioni che vengono fatte; un punto di vista sul passato con una prospettiva sul futuro.
Oltrepassando il sipario si entra in uno spazio che ricorda una pagina vuota, ciò che per la direzione artistica rappresenta la visione del mondo di domani.
ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL / STANZA DEI GRAFICI
Antonio Citterio apre il proprio studio nel 1972. Nel 2000, con Patricia Viel, fonda a Milano ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL, società di progettazione multidisciplinare per l’architettura e l’interior design.
Lo studio opera a livello internazionale su programmi progettuali complessi, su ogni scala, e in sinergia con un network di consulenti specializzati. È inoltre attivo nel settore della comunicazione aziendale realizzando progetti di immagine coordinata e allestimenti.
«Una pubblicazione come Vogue che ha visto nascere, e in gran parte contribuito a sviluppare, il mondo della moda e del costume è senza alcun dubbio un autorevole interprete della nostra società e dei suoi mutamenti; abbiamo voluto mettere a confronto con la nostra proposta l’estetica della moda con la sintassi del design, come uno sguardo solo ma da diverse angolazioni. Nella stanza dei grafici della redazione milanese di Vogue Italia ci siamo divertiti ad immaginare il futuro dello spazio di lavoro come ci piacerebbe che diventasse: confortevole, conviviale e stimolante».
PATRICIA URQUIOLA / STANZE DELL’ATTUALITA’
“And in the midst of this wide quietness
A rosy sanctuary will I dress
With the wreath’ d trellis of a working brain…”
(Ode to Psyche - John Keats)
Patricia Urquiola, nata a Oviedo (Spagna), vive e lavora a Milano. Nel 2001 apre il proprio studio lavorando nel product design, interni e architettura. Alcuni dei suoi prodotti sono esposti nei maggiori musei di arte e design, tra cui il MoMa di New York, il Musée des Arts decoratifs di Parigi, il Museo di Design di Zurigo, il Vitra Design Museum di Basilea, il Victorian&Albert Museum di Londra, lo Stedelijk di Amsterdam, e il Museo della Triennale di Milano. Ha vinto diversi premi internazionali tra cui: la Medalla de Oro al Mérito en las Bellas Artes del Governo Spagnolo: l’Ordine di Isabella la Cattolica, consegnato da Sua Maestà il Re di Spagna Juan Carlos I, “Designer del decennio” per le riviste Home e Häuser, “Designer dell’anno” per le riviste Wallpaper, AD Spagna, Elle Decor International e Architektur und Wohnen.
Due stanze dell’attualità. Due caratteri, due narrazioni. Due stanze allestite in una sorta di contrapposizione e continuità. Un’astrazione in cui si viene proiettati in un nuovo spazio per riflettere sul tema del lavorare contemporaneo.
La prima stanza rappresenta il presente e la proiezione nel futuro, e la seconda un passato che confluisce nel presente.
MICHAEL BARGO / STANZA DEI BEAUTY EDITOR
Michael Bargo, mercante d’arte, stylist e designer con base a New York, reinterpreta la storia delle arti decorative in funzione della sensibilità contemporanea. Attingendo a una raccolta accuratamente selezionata di mobili, tessuti e oggetti d'arte, Bargo fonde con grande naturalezza passato e presente, Oriente e Occidente, alto e basso, dando vita a sorprendenti progetti di interior design.
L'ispirazione dell’interior della "BEAUTY ROOM" di Vogue Italia/Casa Vogue si basa sul successo dei marchi di moda che hanno introdotto linee di cosmesi tra la fine degli anni '60 e gli inizi dei '70. La stanza avrà pareti bianche e moquette bordeaux, tratto tipico e fashion del tempo. L'arredamento prevede un mix di mobili di quel periodo o di discendenza europea. Gli arredi includono campagne pubblicitarie vintage e veri e propri prodotti di bellezza che vanno dalle fragranze al trucco.
QUINCOCES DRAGO / MEETING ROOM
David Lopez Quincoces e Fanny Bauer Grung sono gli architetti a capo di Quincoces-Dragò & Partners, studio di architettura e design con base a Milano, specializzato in luxury retail, progetti residenziali e hôtellerie. Il loro lavoro è caratterizzato da uno stile essenziale che risuona con l’ambiente circostante, rispetta ed esalta l’autenticità degli spazi e predilige materiali naturali e senza tempo.
Il progetto nasce dall’idea di compresenza di classico ed eclettico contemporaneo, design milanese e ispirazione internazionale.
La stanza - sala riunioni - prende spunto dal carattere di Vogue Italia, che fonda le sue basi nel valore del Made in Italy e nel carattere milanese ma contemporaneamente è influenzato, e influenza a sua volta, lo spirito internazionale.
Le produzioni attuali sono affiancate da arredi di design storico proveniente da tutto il mondo (William Katavolos, Pierre Jeanneret, Louis Kalff) e proposto da artisti e gallerie milanesi che hanno contribuito a diffondere l’idea del valore del design e che partecipano tutt’ora al “Rinascimento” della città, quali Nilufar, Galleria Luisa Delle Piane e Osanna Visconti di Modrone.
MARIO BELLINI / IL CORRIDOIO
Mario Bellini, architetto e designer, ha ricevuto il Premio Compasso d'Oro otto volte e 25 delle sue opere sono nella collezione permanente del MoMA di New York, che gli ha dedicato una retrospettiva nel 1987. Ha progettato numerose mostre d’arte e di architettura sia in Italia che all'estero, l’ultima a Palazzo Reale con i capolavori di Giotto. Nel 2015 ha ricevuto la Medaglia d'oro per la sua carriera professionale, un onore conferito dalla Triennale di Milano che, da gennaio a marzo 2017, gli ha dedicato una mostra. Dal 1991 è Royal Honorary Designer di RDI.
Natura in Vogue di Mario Bellini.
«Una lunga sequenza di tavole di legno resinoso, posate all’impiedi a intervalli disuguali, un po’ discoste tra loro e dal muro - a cui si appoggiano - lungo tutto il corridoio che, come la spina dorsale di un essere umano collega tutte le sue parti. In questo caso le stanze della redazione di Vogue. È questo solo intervento, ovvero una sorta di “occupazione” temporanea da parte della natura, in spazi abitati da menti, arredi e macchine per ufficio (scrivanie, computer, stampanti, scanner), che mi ha sedotto da subito quando ho visto questo passaggio di 32 metri. Una “via di fuga”, una galleria stretta e lunga, che lungo tutto un lato mette in mostra le immagini della storia di Vogue, illuminate da una intensa luce azimutale.
Perché non trasformare questo spazio, dunque, in un’oasi immaginaria? Immergendo chi vi passa in quell’inconfondibile sentore che ci porta di colpo faccia a faccia con la natura antica e profonda. Un’intrusione inaspettata che lascia intravedere quelle immagini, non totalmente fagocitate dalle tavole, ritmicamente posate e distanziate. Un’installazione plurisensoriale pensata per i giorni del Salone del Mobile, che mi auguro possa svanire un po’ più lentamente, lasciando una traccia o un po’ di nostalgia».
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