giovedì 3 marzo 2016

Stella Jean Womenswear F/W 2016

STELLAJEAN FW1617 @SGP (2)

La collezione narra il parallelismo socio-antropologico ed artistico tra due espressioni iconografiche familiari e storiche, il Ritratto e la Maschera. Attraverso la successione simmetrica di queste due 'facce' della stessa medaglia, proiettata a due latitudini temporali e geografiche diametralmente opposte.
 
Da una parte il ritratto, del vecchio continente, nel suo significato classico, intenzionale, simbolico, fisiognomico, inteso come lo status di un’aristocrazia che sfoggiava, all’interno delle proprie dimore, le effigi degli avi a testimonianza dell’appartenenza alla nobiltà.
Dall'altra, le rappresentazioni evocative degli antenati, raccontati attraverso le maschere dell’africa subsahariana e le maschere dal punto di vista europeo di grandi artisti come Brâncuși, Modigliani, Giacometti, Picasso, scaturite dall’infatuazione etnica propria del primitivismo, corrente che attraverso “La découvrte de l’art negre” sconvolse, agli inizi del ‘900, un ambito culturale in grande fermento e con l’imprescindibile desiderio di rinnovamento.
In uno spazio atemporale Stella Jean ha allestito una “galleria di avi” in cui le maschere lignee si alternano al loro corrispettivo occidentale, i ritratti.
Una cultura dell’incontro e della sovrapposizione tra arte e moda, sottolineata anche dalle sculture-gioiello di Pedro Cabrita Reis, Tom Sachs, Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Giorgio Vigna, Carlos Cruz-Diez e Ute Decker realizzate per la Elisabetta Cipriani Gallery di Londra e indossate su dettagli ricamati a mano e applicazioni di piume.
Un equilibrio oscillante tra il realismo esasperato dei ritratti e il desiderio massimo di astrazione, distillato dall’assenza di sguardo delle maschere, in cui il gioiello-opera d'arte gioca un ruolo di provocatoria sintesi.
Espressioni artistiche che, nonostante l’apparente divergenza, rendono entrambe possibile la comunione tra antenati illustri, personaggi storici e posteri, e pongono l’accento sul forte senso di identità sociale attraverso il valore attribuito alla memoria degli ascendenti e ai legami di parentela, al fine di preservare le proprie tradizioni, tra culto pagano e richiesta di protezione.
Il culto degli avi diventa status globale e riassume le convenzioni che fondano oggi il vivere sociale: solo i personaggi più degni della società potevano essere ritratti così come, esclusivamente ai rappresentanti di rilievo della comunità, era dato diritto di indossare la maschera ed essere rappresentati iconograficamente.
Punto di raccordo, garante e guardiano di questa “galleria di opinabili antenati” è la figura del carabiniere, rimando immediato all’Italia e alle fondamenta italiane della stilista e della collezione.

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