La seconda collezione del brand “Bad Deal” prende ispirazione dalla natura in città.
Il marchio, lanciato allo scorso Pitti, ha come filo conduttore la spasmodica ricerca di contrasto tra due mondi apparentemente inavvicinabili.
Se la prima collezione è stata un viaggio senza tempo sotto ai tombini della metropolitana, in un modo ignoto ma frenetico, con questa seconda collezione si approda in superficie, sui marciapiedi che tutti i giorni calpestiamo per arrivare alla meta.
Da una parte il cemento, dall’altra un’edera rampicante nello stesso spazio circoscritto.
Questa seconda collezione racconta due storie agli antipodi: Una storia di tutti i giorni, un pomeriggio tra il polline in un parco di periferia che ha ispirato le grafiche della collezione , e una storia di fantasia che continua il filone della collezione dei maglioni tratti da “favole moderne” scritte apposta per ogni capo in jaquard.
I protagonisti delle favole Bad Deal sono balene che spruzzano vernice, un orsetto di miele che attira soltanto mosche, un cane che ha mangiato troppo, un unicorno tatuato. Queste le quattro storie dei volumi collezionabili, che vanno ad arricchire la raccolta dei primi cinque volumi lanciati per l’invernale.
Questa collezione affianca la bellezza della natura e lo sporco della città. La visione di chi vive a fondo il proprio posto nel mondo.
La bellezza della natura che si esprime nella semplicità di un papavero nato tra marciapiedi dissestati della città, un graffito incorniciato da fiori di campo e la visione dell’orizzonte con l’asfalto della super strada e il grande cielo.
Il romantico della natura opposto alla decadenza dell’essere umano.
Ne esce una città massacrata in positivo da una natura che è ancora capace di sorprendere nonostante il nostro innato sciupare.
La natura è la protagonista indiscussa dei nostri giorni, l’unica in grado di rompere le regole e riscriverle. L’unica inarrestabile e incorruttibile e questa collezione vuol essere un atto d’amore verso la Natura e la sua capacità di non negarsi nemmeno a una città che la deturpa con la sua fretta.
La città in una chiave romantica: un’antenna parabolica illuminata dalla luce dell’alba in città, il muschio nelle crepe di una fabbrica abbandonata, l’asfalto bagnato e lustro dopo un acquazzone.
Se per l’A/I 2016 sono stati usati quasi esclusivamente colori primari e decisi per raccontare una storia fatta di contrasti vivi sotto al livello del suolo, la P/E 2017 è un esplodere di gialli segnaletici e verdi vitaminici, affiancati dalla loro stesse sfumature. Un rosa shocking e un rosa cipria. Un blu oceano e un azzurro ghiaccio. Un colore e un non colore.
Tagli oversize per continuare il filone della moda “no gender” per maglie ideate e realizzate esclusivamente in Italia, insieme a t-‐shirt e felpe. Uno sviluppo maschile e uno femminile invece per il denim (nella versione pantalone, shorts e giubbotto) arricchito da ricami, patch e bomboletta spray. Infine pezzi con dettagli unici che conferiscono esclusività al capo. Vestibilità che richiama la metà degli anni ‘80, quelli di “Beat street”.
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