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domenica 21 gennaio 2018

AZZEDINE ALAIA "JE SUIS COUTURIER"

SET UP_02

“ I want to create a Foundation like a Maison in my home in the Marais”
Azzedine Alaia

SET UP_01

Oggi, Domenica 21 gennaio, Christoph Von Weyhe, Carla Sozzani e l'Associazione Azzedine Alaia inaugura al 18 di rue de la Verrerie, una mostra di 35 pezzi iconici del couturier Azzedine Alaia.

ALAIA - CATALOGO GB -4582


Azzedine Alaia visse e lavorò a questo indirizzo, e dove vide nascere la sua Fondazione: il suo lavoro e il lavoro di molti altri talenti raccolti durante la sua vita sarebbero stati archiviati in modo sicuro e disponibile per ricerche e presentazioni. L'associazione che diventerà la Fondazione Azzedine Alaia che Alaia aveva immaginato ora conserverà le sue vaste collezioni.


ALAIA - CATALOGO GB -4623

La mostra inaugurale Azzedine Alaia "Je suis couturier" prende il titolo da una delle sue famose citazioni "Non sono un designer, sono un couturier".


ALAIA - CATALOGO GB -5588

Le opere di Azzedine Alaia sono state selezionate da Olivier Saillard. Il signor Saillard e il signor Alaia avevano lavorato insieme nel 2013, alla prima mostra delle opere di Alaia a Parigi al Palais Galliera: "Nelle opere di tutti i couturiers, ai miei occhi Azzedine Alaia è la più intatta, la più incontaminata. Nato dalle sue stesse mani, ogni cappotto e abito continua nel corso degli anni ad offrire sempre la presenza di Alaia apparentemente in fiore. Di fronte a questa affascinante realtà, non siamo più curatori, ma i protettori di questa opera ".

ALAIA - CATALOGO GB -5675


Quando parlava di vestiti, Azzedine Alaïa diceva: «Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiamo mai. Più semplici sono, più sono difficili da creare».

ALAIA - CATALOGO GB -5772

I vestiti sono le creazioni che, in assoluto, il couturier Alaïa non ha mai smesso di perfezionare nel corso della sua carriera. Sono l'espressione e il riconoscimento del suo desiderio di eternità.

ALAIA - CATALOGO GB -5792

Dalla sua prima collezione nel 1979, con neri e bianchi ottici, il couturier ha creato capi che oltrepassavano i limiti della moda.

ALAIA - CATALOGO GB -5904

Il nero puro rappresentava il blocco d’intaglio di questo scultore; nero, perché dà forma a un'idea senza diluirla. Il bianco gesso, nelle sue sfumature, ricordava ad Alaïa i suoi anni di scuola alle Beaux-Arts di Tunisi.

ALAIA - CATALOGO GB -5912

Che fosse cotone grezzo o prezioso chiffon, sapeva come padroneggiare e modellare il tessuto, dando vita ai vestiti divini che oggi conosciamo.

ALAIA - CATALOGO GB -6244

Azzedine Alaïa ha scelto di lavorare seguendo, in ogni fase del processo creativo, la grande tradizione degli architetti designer del XX secolo: dall’ideazione del capo al suo assemblaggio. Da Madeleine Vionnet a Cristobal Balenciaga, o Charles James, lui è l'ultimo erede.

ALAIA - CATALOGO GB -6661

La ricerca dell'invisibile guida le opere più grandi. Azzedine Alaïa continua nella ricerca di una moda senza tempo, confermandosi un virtuoso anche senza ostentarlo.
Possa questa mostra, la prima di una lunga serie organizzata dall'Associazione Alaïa, rivelare l'ambizione di colui che, per tutta la sua vita, è stato sempre orgoglioso di dire di se stesso «Sono un couturier».
Dal suo arrivo a Parigi, Azzedine Alaïa ha meticolosamente e accuratamente conservato ogni sua collezione di Haute Couture e prêt-à-porter.
«Il passato è chiaro, il futuro è oscuro», osservava Azzedine. L'ampiezza e la completezza di questo archivio, unico negli annali della Couture, mostra chiaramente il percorso di Monsieur AlaÏa, uno dei più grandi couturier del nostro tempo.
Avere a disposizione il suo incontaminato lavoro, creato dalla sua stessa mano nel suo studio personale, è, per le generazioni future, un'impareggiabile conoscenza del suo percorso attraverso il tempo.
Tutti gli abiti del couturier sono senza precedenti, sono gli eredi di una nobile storia della moda.
Monsieur AlaÏa ha dimostrato di essere un grande collezionista, costruendo un importante archivio di documenti e pezzi storici. Non ha mai smesso di acquistare abiti, costumi e pezzi unici, formando una collezione storica, emblematica e singolare.
Il desiderio più risoluto di Monsieur Alaïa era quello di trasformare il suo archivio in un'associazione che protegga e continui a sostenere le sue opere, così come quelle che una volta lui stesso promosse e collezionò.
L'associazione difenderà, quindi, la memoria del couturier conservando i suoi 60 anni di lavoro e organizzando mostre che riflettono la natura, bella e senza tempo, delle sue opere e delle collezioni personali, accompagnate da pubblicazioni e borse di studio.

giovedì 16 luglio 2015

Azzedine Alaïa COUTURE/SCULPTURE Galleria Borghese ospita la soft sculpture di Azzedine Alaïa.

01_Azzedine Alaia_Galleria Borghese_Ilvio Gallo

Con questa mostra Galleria Borghese intende proseguire il progetto espositivo che pone la scultura di epoche diverse, di materiali diversi e di artisti di diverse epoche a confronto con la collezione di “statue” della Villa che è, per antonomasia, la casa della scultura.
Le mostre programmate alla Galleria Borghese negli ultimi anni sono state concepite in alternanze storico filologiche e contemporanee, con l’intento di indagare non solo le opere scelte della collezione. E’ la fisionomia stessa della Galleria che ha assunto la personalità di luogo principe dell’opera scultorea; e quest’ultima come una entità in sé, un magma in attesa di forme, lungo un tempo storico che prosegue nella contemporaneità.
Ora, con la mostra programmata per il 2015 che è stata aperta al pubblico da sabato 11 luglio, questa vocazione scultorea entrerà, nella multiformità delle varianti che offre il Museo e negli incandescenti contrasti di cui vive, la variante del tutto inedita della “scultura soffice”.

02_Azzedine Alaia_Galleria Borghese_Ilvio Gallo

Su questa scena di materia modellata in scultura che è la Galleria Borghese, fatta di marmi dai bianchi molteplici e colori diversi, pietre, anch’esse di varia cromia, gessi, bronzi variamente patinati e cromati, irrompe oggi la couture sculpture di Azzedine Alaïa.
Le opere saranno collocate all’interno delle sale in coerenza tematica, coloristica, formale, con le opere presenti nelle sale stesse, in modo da realizzare una continuità tra esse e il racconto della collezione. Questo inserimento susciterà molte inedite attinenze.

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Nella Galleria Borghese si realizzerà una messa in scena della couture di Alaïa che si accorda col tempo anomalo e potenziale del Museo, che è un po’ come il tempo del teatro: sospeso, in attesa del proprio avvio, potenziale, dormiente e silenziosamente sonoro in attesa della propria vita scenica. La mostra sarà la sua trasformazione in atto, assumendo il tempo rapido o lento dei modelli di Alaia , e metterà in scena l’intero museo.
Il fatto che, nel suo complesso, il lavoro di Alaïa possa configurarsi come materia (tessile o di cuoi e pellami, metalli accessori e quant’altro) in attesa di essere da lui aizzata e domata in immaginazioni di forme, intese quali fibre in tensione, già induce alla necessità di questo suo esordio nel luogo privilegiato della scultura.
Nell’opera di couturier di Alaïa e dalla sua qualità di attenzione alle forme emerge una celebrazione del corpo di cui la Galleria Borghese può risultare la sede ideale, in quanto luogo storico di prodezze continuamente nuove delle tecniche che trasformano le materie della scultura.

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Ciascun autore presente in Galleria, nella celebrazione del corpo implicita nella scultura, dall’antichità a Canova, fa girare un tessuto di marmo, o quale che sia la pietra, attorno a un corpo, maschile o femminile che sia; ciascuno plasma la nudità del corpo, scolpendo pieghe di vesti o di qualsivoglia panno, ciascuno sa sedurre l’osservatore, ciascuno sa fare “craquer les hommes”, cosa cui Alaïa svela di aspirare, con l’effetto dei suoi abiti indossati dal suo mito femminile: schiantare gli uomini.
La “scultura soffice” di un creatore di abiti, accende quindi l’attenzione su come ogni poetica di scultore barocco e post barocco contorca lo sguardo dell’osservatore con la propria novità e il proprio effetto, lo ribalti e lo evolva in seduzione, tramite l’individuale maniera dei dettagli stilistici, come i personali modi di rilevare in riccioli la capigliatura, o di piegare le vesti, o contrastarle con le carni, o esaltare la curva delle reni, la pressione di una mano sulla carne, la plastica dei glutei.

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Questa mostra è stata generata dal rapporto tra Alaïa e la Galleria Borghese. Ma questo rapporto ha anche rivelato molto della tecnica creativa del maestro.
Infatti anche nella Galleria Borghese, un museo e quindi obbligatoriamente luogo di oggetti statici, Alaïa non toglieva lo sguardo dalle figure vive. Pertanto risultava difficile capire in che momento avesse così attentamente osservato e assimilato le sculture esposte, i dipinti, i colori e le luci di ogni sala, il carattere individuale di ogni loro spazio, perché i suoi occhi non lasciavano mai la preda umana.
Infatti, lo sguardo di Alaïa, vivace, fulminante, instancabilmente inventivo, sembrava non spostarsi mai dal corpo e dalla immaginazione della donna reale, come se non smettesse di ricercarne la seduzione e modellarne la sembianza in idolo. Anche l’effetto della Galleria, dei suoi spazi e della sua scultura, si è trasformato in invenzione seduttiva, in esaltazione della donna e nell’immaginazione di plasmare al suo corpo tutte le risorse del materiale, che sia tradizionale o sperimentale, nobile o modesto, questa volta stimolato dai colori e dalle materie del museo. Della Galleria ha percepito l’esorbitanza di scultura come una mitizzazione del corpo, e l’arte scultorea come un modo, progressivo nel tempo, di scoprire il corpo, di liberarlo dall’ombra, un modo altrettanto sovversivo di quel lavoro di seconda pelle del corpo che per lui è l’abito.

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Questo il processo che ha determinato la scelta dei modelli esposti e l’invenzione di quelli specialmente eseguiti per la mostra.
L’estro di Alaïa nel modificare corpi e profili col suo gioco di taglio configura, qui, un contrasto di forbici contro scalpello.
Non c’è da aggiungere altro al contrasto che - tra gli abiti di Alaïa e le innumerevoli sculture esposte nella collezione - nella Galleria è giocato al meglio.

afef jnifencamila morrone;afef jnifen;Azzedine Alaia;franca sozzani;lucila solaAnita Capriolianna coliva;Azzedine Alaia;Mark Wilson;Carla SozzaniAriela GoggiAzzedine Alaia;Mark WilsonAzzedine Alaia;Massimiliano FuksasAzzedine Alaia;silvia fendiAzzedine Alaia;rula jebralVirginia Valsecchi;Camilla NesbittCarla Sozzanicarla sozzani;carla fendiCarlo CapasaCARLYNE CERF DE DUZELEdelfina fendiDiane PernetDoriana Fuksas;Massimiliano FuksasEDWARD ENNINFUL_JESSICA DIEHL_ROBERT RABENSTAINERelsa martinelli;Azzedine Alaiafranca sozzani;carla sozzanifranca sozzani;alber elbazGELILA PUCKgiorgio guidottiPeter Brant;Harry BrantChris Rush;Carla Sozzanilucila sola;camila morrone?;maite bulgariMarco De Vincenzomarica pellegrinelliMia BenedettaMIROSLAVA DUMANicoletta Romanoffnicoletta romanoffpierpaolo piccioli;alber elbaz;maria grazia chiuripierpaolo piccioli;Azzedine Alaia;franca sozzani;alber elbazraffaello napoleone;silvia bertolini orsiRobert Rabensteiner;Daniela AgnelliRoberto Aquilani;Tommaso Rimondirula jebralrula jebral;maria grazia chiuriIlaria Fendi;Silvia Fendisilvia fendi;anna colivaSimonetta GianfeliceSOFIA SANCHEZSTEVEN JONESvaleria bilellovittoria puccinivittoria puccini;maria grazia chiuri;nicoletta romanoff;pierpaolo piccioli;valeria bilelloVITTORIO GRIGOLO performingyvonne scio
afef jnifen;?;peter brant;michelle rodriguez;?;harry brantATMOSPHEREATMOSPHERE_1ATMOSPHERE_2Azzedine Alaia?;mark wilsonLIVE PERFORMANCELIVE PERFORMANCE_1michelle rodriguezpierpaolo piccioli;alber elbaz;maria grazia chiuripierpaolo piccioli;Azzedine Alaia;franca sozzani;alber elbazRICCARDO MONTI_ERTHARIN COUSIN_WOLFGANG PUCK