“ I want to create a Foundation like a Maison in my home in the Marais”
Azzedine Alaia
Azzedine Alaia
Oggi, Domenica 21 gennaio, Christoph Von Weyhe, Carla Sozzani e l'Associazione Azzedine Alaia inaugura al 18 di rue de la Verrerie, una mostra di 35 pezzi iconici del couturier Azzedine Alaia.
Azzedine Alaia visse e lavorò a questo indirizzo, e dove vide nascere la sua Fondazione: il suo lavoro e il lavoro di molti altri talenti raccolti durante la sua vita sarebbero stati archiviati in modo sicuro e disponibile per ricerche e presentazioni. L'associazione che diventerà la Fondazione Azzedine Alaia che Alaia aveva immaginato ora conserverà le sue vaste collezioni.
La mostra inaugurale Azzedine Alaia "Je suis couturier" prende il titolo da una delle sue famose citazioni "Non sono un designer, sono un couturier".
Le opere di Azzedine Alaia sono state selezionate da Olivier Saillard. Il signor Saillard e il signor Alaia avevano lavorato insieme nel 2013, alla prima mostra delle opere di Alaia a Parigi al Palais Galliera: "Nelle opere di tutti i couturiers, ai miei occhi Azzedine Alaia è la più intatta, la più incontaminata. Nato dalle sue stesse mani, ogni cappotto e abito continua nel corso degli anni ad offrire sempre la presenza di Alaia apparentemente in fiore. Di fronte a questa affascinante realtà, non siamo più curatori, ma i protettori di questa opera ".
Quando parlava di vestiti, Azzedine Alaïa diceva: «Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiamo mai. Più semplici sono, più sono difficili da creare».
I vestiti sono le creazioni che, in assoluto, il couturier Alaïa non ha mai smesso di perfezionare nel corso della sua carriera. Sono l'espressione e il riconoscimento del suo desiderio di eternità.
Dalla sua prima collezione nel 1979, con neri e bianchi ottici, il couturier ha creato capi che oltrepassavano i limiti della moda.
Il nero puro rappresentava il blocco d’intaglio di questo scultore; nero, perché dà forma a un'idea senza diluirla. Il bianco gesso, nelle sue sfumature, ricordava ad Alaïa i suoi anni di scuola alle Beaux-Arts di Tunisi.
Che fosse cotone grezzo o prezioso chiffon, sapeva come padroneggiare e modellare il tessuto, dando vita ai vestiti divini che oggi conosciamo.
Azzedine Alaïa ha scelto di lavorare seguendo, in ogni fase del processo creativo, la grande tradizione degli architetti designer del XX secolo: dall’ideazione del capo al suo assemblaggio. Da Madeleine Vionnet a Cristobal Balenciaga, o Charles James, lui è l'ultimo erede.
La ricerca dell'invisibile guida le opere più grandi. Azzedine Alaïa continua nella ricerca di una moda senza tempo, confermandosi un virtuoso anche senza ostentarlo.
Possa questa mostra, la prima di una lunga serie organizzata dall'Associazione Alaïa, rivelare l'ambizione di colui che, per tutta la sua vita, è stato sempre orgoglioso di dire di se stesso «Sono un couturier».
Dal suo arrivo a Parigi, Azzedine Alaïa ha meticolosamente e accuratamente conservato ogni sua collezione di Haute Couture e prêt-à-porter.
«Il passato è chiaro, il futuro è oscuro», osservava Azzedine. L'ampiezza e la completezza di questo archivio, unico negli annali della Couture, mostra chiaramente il percorso di Monsieur AlaÏa, uno dei più grandi couturier del nostro tempo.
Avere a disposizione il suo incontaminato lavoro, creato dalla sua stessa mano nel suo studio personale, è, per le generazioni future, un'impareggiabile conoscenza del suo percorso attraverso il tempo.
Tutti gli abiti del couturier sono senza precedenti, sono gli eredi di una nobile storia della moda.
Monsieur AlaÏa ha dimostrato di essere un grande collezionista, costruendo un importante archivio di documenti e pezzi storici. Non ha mai smesso di acquistare abiti, costumi e pezzi unici, formando una collezione storica, emblematica e singolare.
Il desiderio più risoluto di Monsieur Alaïa era quello di trasformare il suo archivio in un'associazione che protegga e continui a sostenere le sue opere, così come quelle che una volta lui stesso promosse e collezionò.
L'associazione difenderà, quindi, la memoria del couturier conservando i suoi 60 anni di lavoro e organizzando mostre che riflettono la natura, bella e senza tempo, delle sue opere e delle collezioni personali, accompagnate da pubblicazioni e borse di studio.