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mercoledì 24 giugno 2015

ANDREA INCONTRI MENSWEAR S/S 2016

© Giuseppe Biancofiore-2

E’ uno stile primitivo, come il mondo dominato dalla natura e dai suoi fenomeni. La pioggia e il sole. Nasce così la Land Art Print, la stampa declinata in diverse combinazioni di tonalità, il cui disegno ricorda la terra rotta e brulla del deserto. Descrive invece un paesaggio totalmente diverso la Waterleaf Print: qui la vegetazione prende vita, prepotente e coloratissima.
Primitivo come la spontaneità e l’immediatezza che caratterizzano la collezione: modelli leggeri, facili dove la funzionalità va al di là del genere. Per l’uomo o per la donna, i capi proposti da Andrea Incontri sono trasversali. Emblema di questo concetto è il progetto capospalla.

© Giuseppe Biancofiore-5224
Lo Shirtrench è il focus di collezione e racchiude in sé l’essenza della stagione. Nato dal connubio tra il trench e la camicia e dall’abbinamento tra i materiali tipici di questi due capi – nylon e mussola di cotone. Proposto in diverse stampe e colori, tagli e dimensioni, questo capo iper versatile, è dotato di una doppia fila di bottoni che permette di ottenere un fit più o meno abbondante in base alla fila delle asole che si sceglie di chiudere. Un dettaglio, questo, presente anche nei mini abiti e nelle camicie femminili.
La pelle, da sempre leitmotiv delle collezioni di Andrea incontri, si alterna e si affianca al drill di cotone delle stampe, al denim e ai tessuti tecnici come il nylon dei capispalla. Per la donna domina lo shantung nelle fantasie degli abiti e delle gonne madras e vichy. La palette cromatica va dai toni scuri del nero e del blu a quelli più accesi dell’orange, del marine, del fuxia e del viola che caratterizzano le grafiche.
Andrea Incontri prosegue e conferma il percorso iniziato anni fa legato agli accessori. Il concetto a-gender è nella filosofia del marchio e si esprime al meglio con la Bongobag e il Bongobackpack.
Ritmica, veloce, trasversale dalla forma circolare nasce come zaino. Una zip circonda la patella che se aperta cade sul volume della borsa come un disco verticale. In bufalo nero, in vitello rosso, asphalt e desert, blu e silver laminato.

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venerdì 27 febbraio 2015

MILAN FASHION WEEK: ANDREA INCONTRI F/W 2015

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Proporzione, armonia, equilibrio. Tre concetti che si sviluppano attraverso un racconto costruito “su più livelli” ma con un unico presupposto alla base: indagare l’universo femminile nella sua complessità, nella sua ricerca costante di un’idea di bellezza “alta”, e pure raggiungibile.
La collezione dell’inverno che verrà racconta proprio la capacità della donna di stare in equilibrio tra le cose, mostrando di volta in volta un volto diverso, eppure mai distante da sé.
Andrea Incontri ha scelto di catturare tre di questi volti, una lettura a tre strati che scorre sotto la superficie. E lo fa attraverso un’installazione-performance che è un connubio tra due dimensioni: quella dinamica delle modelle in movimento e quella statica dei manichini speciali di La Rosa. Due chiavi di interpretazioni che sono una lo specchio dell’altra, in perfetto equilibrio tra dinamismo e stasi. 

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Boylook - Parola chiave: eleganza dégagé. I capi sono presi in prestito dal guardaroba maschile. Camicie, pantaloni risvoltati, cardigan, le cappe “blanket”. Le forme sono comode, le linee respirano, le lunghezze non costringono il corpo ma lo liberano. Stessa coerenza nei colori e nei materiali: antracite, grigio, avorio, toni mai netti e separati tra loro, ma piuttosto fusi e finemente mossi nelle strutture dei tessuti. I materiali riscoprono infatti la lana jaspé, la flanella mélange, le maglie mouliné a costa inglese, classici riconoscibili eppure nuovamente sensibili al corpo, tutti con una tenuta stretch e compatta. E’ questa tradizione che a tratti si combina con i colori artificiali del nylon e la ricchezza delle techno pellicce per creare capi caldi e reversibili, che fanno della funzionalità la loro resa scenografica. La camicia diventa imbottita e si trasforma in giacca, la cappa scala la proporzione in eccesso e ridiventa pelliccia, il gilet si semplifica e doppia e si fa oggetto d’uso e decoro.
Acrobata - Il corpo femminile nella sue espressione più armonica e complessa, il volteggiare nel vuoto delle donne acrobata diventa soggetto narrativo, ed è sinonimo di quell’equilibrio fatto di tensione dinamica, precisione, sfida e coraggio, l’intenzione pura di esprimersi che è alla base del progetto.
Nel gioco delle evoluzioni sospese si leggono i punti di unione e le diagonali di forza, in una rete di contatti che sostiene e concede ad ogni figura di stare appesa e danzare. Le stampe all-over si fanno illustrazione corale e vestono in modo trasversale tutte le forme di collezione. Donne policrome sospese nel nero e silver graffiato.
Wallpaper - Effetti cromatici e linee grafiche. Il disegno è qui una campitura “in negativo” degli spazi lasciati vuoti dai volteggi delle acrobate: frammenti e interstizi riassunti in graffi di colore piatto stile tappezzeria, a ricordare la narrazione dello spazio sospeso che diventa qui seriale, e che fa di un’unica variante colore l’atlante tonale degli accenti di collezione. Sia stampa che jacquard, il pattern è semplice e funziona su scale di proporzione differenti a seconda del volume formale che veste.
Accessori - Gli accessori riprendono il leitmotiv della collezione. Il gusto per la sfida, ma entro limiti ben delineati dettati da proporzione, pulizia, armonia.
Il passo è deciso, determinato. Non è un caso se il nome scelto per la scarpa simbolo di questa collezione è “Killer shoes”, la cui punta acuta sembra fendere l’aria e puntare l’obiettivo. Che sia decolleté, mocassino, ankle, tall o reversed boots, la scarpa è forte di dettagli, dalle impunture fatte a mano alle biglie black o silver lungo le stringhe in pelle e sul davanti. Il cuoio morbido si combina con la funzionale para di gomma, i colori giocano fra loro in binomio, tra i toni neutri e le note accese del turchese, rosa, giallo, amaranto.
Se le scarpe sono killer, gli Shark Bags non sono da meno: forme triangolari nette e appuntite si addolciscono grazie dettaglio delle biglie applicate sulla tracolla. Ma il rigore dell’involucro, rigorosamente nero o nei toni neutri, in pelle di bufalo naturale o lavorata a rete, nasconde un interno accogliente, capiente, funzionale.
Colori - La palette cromatica si divide tra l’assenza di colori del mondo boy look che indaga le diverse intensità dei grigi, e gli accenti freddi del resto del mondo in technicolor: turchese, giallo, amaranto e rosa.
Materiali - Di tradizione maschile la matrice delle maglie a costa inglese mouliné, del twill di lana jaspé, della tela di lana mélange leggermente infeltrita, tutti stretch e compatti. Riedizione del femminile da guardaroba dégagé per il bouclé, che stavolta è superstrecht, e per il velour di suri alpaca, morbido e pettinato. Twill di seta e crêpe di viscosa per le stampe. Techno pellicce e nylon satinati fanno l’artificiale. Non esistono specificità di applicazione, gli ingredienti vestono le forme in modo trasversale e meravigliosamente libero. 

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