La collezione trae ispirazione dai Giochi della XI Olimpiade di Berlino del 1936, celebrando l’incredibile legame di rispetto ed amicizia fra l’atleta afroamericano Jesse Owens e il tedesco Luz Long.
Il multiculturalismo, tema d’ispirazione principale del brand, si fonde nello sport manifestandosi nel dinamismo dell’avanguardia futurista.
La velocità, la forza e la resa del movimento si dissolvono a contatto con le cromie più inaspettate. Discipline olimpiche quali la corsa, il nuoto, il canottaggio, la scherma, il salto in lungo, il ciclismo e i tuffi sono impressi in stampe e dipinti colorati ispirati alla tecnica della cronofotografia, sancendo l’incontro fra arti sportive e arti visive.
I capi si aprono all’esaltazione del dinamismo plastico: i dettagli propri delle uniformi di gara emergono in contrasto alle stampe neofuturiste dei colori in libertà.
La plissettatura delle gonne emula l’effetto trompe l’oeil delle immagini lenticolari attraverso le quali schermidori e lunghisti si animano con i movimenti naturali delle pieghe.
Le specialità olimpiche prendono vita attraverso i tagli dell’alta sartoria femminile. Gonne, pantaloni e capi spalla in pied-de-poule, vezzo borghese degli anni ’30, vengono arricchiti da ricami raffiguranti le corsie di gara con le numerazioni dei blocchi di partenza posizionate lungo i fianchi e la vita.
La maglieria in lana mohair racconta la storia memorabile di Jesse Owens, ricordato con il numero 733 della sua pettorina, mentre i capi in paillettes dorate simboleggiano l’ambito podio.
Abiti, bluse e capi spalla sono arricchiti da dettagli con fiori ricamati a mano da artigiane umbre, ad evocare le corone di fiori che adornano i capi degli atleti vincitori.
Il multiculturalismo, tema d’ispirazione principale del brand, si fonde nello sport manifestandosi nel dinamismo dell’avanguardia futurista.
La velocità, la forza e la resa del movimento si dissolvono a contatto con le cromie più inaspettate. Discipline olimpiche quali la corsa, il nuoto, il canottaggio, la scherma, il salto in lungo, il ciclismo e i tuffi sono impressi in stampe e dipinti colorati ispirati alla tecnica della cronofotografia, sancendo l’incontro fra arti sportive e arti visive.
I capi si aprono all’esaltazione del dinamismo plastico: i dettagli propri delle uniformi di gara emergono in contrasto alle stampe neofuturiste dei colori in libertà.
La plissettatura delle gonne emula l’effetto trompe l’oeil delle immagini lenticolari attraverso le quali schermidori e lunghisti si animano con i movimenti naturali delle pieghe.
Le specialità olimpiche prendono vita attraverso i tagli dell’alta sartoria femminile. Gonne, pantaloni e capi spalla in pied-de-poule, vezzo borghese degli anni ’30, vengono arricchiti da ricami raffiguranti le corsie di gara con le numerazioni dei blocchi di partenza posizionate lungo i fianchi e la vita.
La maglieria in lana mohair racconta la storia memorabile di Jesse Owens, ricordato con il numero 733 della sua pettorina, mentre i capi in paillettes dorate simboleggiano l’ambito podio.
Abiti, bluse e capi spalla sono arricchiti da dettagli con fiori ricamati a mano da artigiane umbre, ad evocare le corone di fiori che adornano i capi degli atleti vincitori.
Nessun commento:
Posta un commento