Lost and found. Il gusto per la vita, scoprendosi e ritrovandosi. La vacanza permanente di un ragazzo perbene. Si libera delle regole, consentendo che la casualità modelli quel che indossa. I suoi incontri con gli sconosciuti si trasformano in abiti, liberamente. Si veste come se stesse collezionando.
Il suo orgoglio è la nobiltà della coincidenza. Oggetti abbandonati, oggetti ritrovati. Il ragazzo è in viaggio, autostoppista di città.
In uno stato sognante, continua a giocare con diversi archetipi: il trench, la sahariana, i pantaloni da impiegato, l'abito, la giacca a vento. XS, M, L: manipola le taglie, svagato.
L'ingenuità lo spinge a dipingere sulle camicie, e chiede all’artista Magdalena Suarez di aiutarlo. Automatismi e surrealtà. Sognando ad occhi aperti, il ragazzo si addormenta per svegliarsi vestito in modo nuovo. Si è cambiato nel mentre? I sogni si sono trasformati in vestiti?
Quotidianità e simbolismo. Abiti da ufficio, in vacanza. Una cravatta, per la spiaggia e piccoli velieri sul vestito. Lana tropicale sartoriale, per la barca. Cenni giamaicani e echi degli anni '20.
Gessati disallineati e cravatte sbilenche. Maglie rimpicciolite, incompiute. Maillots de bain che si trasformano in t-shirt. Pettorine per corse immaginarie in sneakers di tela e pantaloncini a righe. Il ragazzo trova significato nell'inaspettato, conoscenza nel lasciare che le cose accadano. È consapevole della preveggenza di destino e caso. Nell'abbandono poetico, ritrova se stesso.
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