COS torna al Salone del Mobile con una nuova installazione, realizzata dall’architetto giapponese Sou Fujimoto.
Ispirata dalla collezione Primavera/Estate 2016 di COS, l’installazione “Forest of Light” esplora i concetti di interazione e prospettiva; lo spazio buio è illuminato da altissimi coni di luce, pensati per interagire con i movimenti dei visitatori. Una colonna sonora creata ad hoc, una sottile coltre di nebbia e pareti di specchi contribuiscono a conferire profondità a uno spazio in cui le luci dei riflettori diventano alberi astratti di una mutevole foresta di luce.
L’installazione è ospitata dal Cinema Arti, costruito negli anni ’30 dall’architetto italiano Mario Cereghini, poco distante da San Babila. La location ha ispirato l’opera di Sou Fujimoto, rivelandosi lo scenario ideale per l’installazione.
COS si è ispirato al lavoro di Sou Fujimoto per molti anni. Alcuni dei progetti più noti dell’architetto giapponese, come il padiglione della Serpentine Gallery del 2013, sono stati sviluppati intorno al concetto di spazio negativo, in cui i confini non sono ben definiti e si dissolvono nell’ambiente circostante.
Martin Andersson, responsabile della collezione uomo di COS ha detto della collaborazione: “Sou Fujimoto ha fatto propria l’estetica di COS, creando un installazione che è, allo stesso tempo, speciale nella sua semplicità e sorprendente nell’approccio. Karin Gustafsson, responsabile della collezione donna di COS, ha aggiunto: “E’ stato fantastico collaborare con Sou Fujimoto per questo progetto; non abbiamo mai avuto un’installazione che avesse la luce come protagonista e l’effetto finale è incredibile”.
Sou Fujimoto ha dichiarato: “Il padiglione di COS rappresenta la più pura realizzazione del concetto di foresta, che non è statica. La luce e i visitatori interagiscono tra loro e questa sinergia crea un legame tra la moda, lo spazio e la foresta, come una forma di architettura”.
Visitabile dal 12 al 17 aprile, l’installazione ideata da Sou Fujimoto conferma la presenza di COS al Salone del Mobile per il quinto anno consecutivo, dopo le passate collaborazioni con la Serpentine Gallery, il Frieze e la Donald Judd Foundation.
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