Osservare non e' solo guardare, ma e' farsi portare la' dove l'immagine vuole condurti. Gli scatti fotografici di seydou keïta, scattate in mali dal 1948 al 1963, hanno ispirato alberto zambelli, attraverso l'espressivita' del bianco e nero, in quei luoghi di una realta' mediata dagli occhi dell'osservatore trasformando le immagini attraverso il pensi ero, nella concreta tridimensionalita' dell'abito da indossare.
Il rigore funzionale e protettivo, quasi incondizionato “luogo” del maschile, si plasma sul corpo femminile in un indumento affascinante e quasi reale, in cui il movimento attenua la severita' della natura dalla quale lo stesso indumento e' partito.
Trench - coat alla caviglia, dagli ampi revers, si sovrappongono a tulle ricamati che riproducono a cornely strutture fisiche di esoscheletri.
Frange macrame' posano naturali su top, camicie, felpe oversize e abiti tunica, creando tridimensioni delle diverse declinazioni di bianco.
Figurativi che evocano danze tribali, diventano stampe devorate in fluidita' seriche mentre, macroricami su rafia, disegnano strutture architettoniche. Cupro spalmato inox si fluidifica in pantaloni pigiama, t-shirt dalle maniche importanti e abiti sottoveste ad uovo, mentre jacquard e tricottati light, riproducono macro gioielli arcaici scomposti in linee ornamentali. Reti cotoniere crêpe fanno da doppio strato a garze leggerissime stampate con effetto gesso in elegantissime incisioni indigene. La leggerezza della seta accarezza il corpo con delicatezza in velature cinturate da nobili nastri in velluto.
Il rigore funzionale e protettivo, quasi incondizionato “luogo” del maschile, si plasma sul corpo femminile in un indumento affascinante e quasi reale, in cui il movimento attenua la severita' della natura dalla quale lo stesso indumento e' partito.
Trench - coat alla caviglia, dagli ampi revers, si sovrappongono a tulle ricamati che riproducono a cornely strutture fisiche di esoscheletri.
Frange macrame' posano naturali su top, camicie, felpe oversize e abiti tunica, creando tridimensioni delle diverse declinazioni di bianco.
Figurativi che evocano danze tribali, diventano stampe devorate in fluidita' seriche mentre, macroricami su rafia, disegnano strutture architettoniche. Cupro spalmato inox si fluidifica in pantaloni pigiama, t-shirt dalle maniche importanti e abiti sottoveste ad uovo, mentre jacquard e tricottati light, riproducono macro gioielli arcaici scomposti in linee ornamentali. Reti cotoniere crêpe fanno da doppio strato a garze leggerissime stampate con effetto gesso in elegantissime incisioni indigene. La leggerezza della seta accarezza il corpo con delicatezza in velature cinturate da nobili nastri in velluto.
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