Anche stasera faccio lavoro di ricerca, come quasi tutte le sere. Collezioni su collezioni. New York, Londra, Milano, Parigi, Berlino… e poi nuovamente New York e si riparte col giro. Collezioni Spring Summer, Fall Winter, tutte anticipate dalle Pre, dalle Capsule... e poi Haute Couture, Alta Moda, Alta Roma... Insomma, in tutto questo circo dovremmo vedere la moda del futuro più o meno prossimo (di circa sei mesi) ma nella maggior parte dei casi vediamo un non so ché di futuro... nel passato. Non è chiaro neppure a me cosa si intenda per "novità" o cosa debba essere una novità. Non credo sia facile inventare qualcosa di nuovo. E poi ci sarà ancora qualcosa da inventare? Boh.
Quello che indubbiamente interessa a me è il lavoro ben fatto. Un lavoro curato, sia nei tagli sia nella scelta dei tessuti. Lavorazioni, cuciture... tutto fatto da mani sapienti e non improvvisate. Credo nelle collezioni che hanno una vera anima, uno studio e una ricerca che hanno portato alla loro creazione. Credo negli stilisti che amano viaggiare, stilisti che ci mostrano altre culture e tradizioni. In fondo il costume non è storia? Non è cultura? Non è tradizione? Ecco credo che siano questi gli elementi che rendano diversa una collezione. Il resto è un qualcosa di già visto. Ed è terribile quando ad una sfilata provi proprio quella sensazione del "già visto". Insomma tu sei lì per vedere qualcosa di originale e invece ti rivedi la collezione della stagione precedente. Non è piacevole, tende quasi all'imbarazzo.
Quello che indubbiamente interessa a me è il lavoro ben fatto. Un lavoro curato, sia nei tagli sia nella scelta dei tessuti. Lavorazioni, cuciture... tutto fatto da mani sapienti e non improvvisate. Credo nelle collezioni che hanno una vera anima, uno studio e una ricerca che hanno portato alla loro creazione. Credo negli stilisti che amano viaggiare, stilisti che ci mostrano altre culture e tradizioni. In fondo il costume non è storia? Non è cultura? Non è tradizione? Ecco credo che siano questi gli elementi che rendano diversa una collezione. Il resto è un qualcosa di già visto. Ed è terribile quando ad una sfilata provi proprio quella sensazione del "già visto". Insomma tu sei lì per vedere qualcosa di originale e invece ti rivedi la collezione della stagione precedente. Non è piacevole, tende quasi all'imbarazzo.
Capita che, soprattutto giovani, mi chiedano consigli e sempre raccomando loro di viaggiare il più possibile, di vedere con i loro occhi quello che non hanno mai visto. Anche perché il talento va nutrito in continuazione, va sollecitato e va messo in competizione, altrimenti è destinato a morire. E io ho pure il pallino della Storia dell'arte, forse perché in materia sono un emerito ignorante ma sono ben convinto della sua importanza. Beh Mondrian ad esempio è stato fondamentale per una collezione di Yves Saint Laurent. Spesso Dolce & Gabbana fa palesi riferimento all'arte. E quindi anche questa è sicuramente un aspetto da non tralasciare, anzi da attingere per nuove ispirazioni.