Flashback, fastforward. Ferma, taglia, riavvolgi, incolla.
Uno studio sull’incontro/scontro degli opposti, usando gli archetipi per massimizzare l'effetto e una nozione elastica del tempo per ricucire epoche e stili distanti, decostruendo e ricostruendo memorie.
Il passato è parlato al tempo presente, in un gergo obliquo, mentre il minimalismo incontra il massimalismo, il maschile incontra il femminile e la ricerca esistenziale della Beat Generation scopre l'indulgenza degli anni Venti. Il risultato è un repertorio di oggetti ripensati.
Le forme sono ibride. Mix di frammenti antitetici - tracce di trench, giacche da motociclista e peacoat - sono incollate in capispalla voluminosi. Abiti languidi fluiscono intorno al corpo, raccolti da fiocchi opulenti. Le silhouette fluide sono decadenti ma sobrie. Stole di shearling avvolgono le spalle, dando un twist agli abiti allungati che si allargano delicatamente sul fondo e brulicano di stampe decise: fiori manipolati, cerchi, boules scarabocchiate.
Il tempo lascia tracce permanenti - stropicciature, parti mancanti - su abiti liquidi e grosse maglie recuperate da vecchi bauli. I trench sono indossati sopra il pigiama, suggerendo ulteriori scontri: domestico contro pubblico, alto contro basso. L’oro e l’argento brillano sulle superfici, del tutto inattesi, perché notte e giorno sono finalmente invertiti.
Una grammatica di materiali giustapposti: raso e feltri, popeline e gabardine, pelle metallizzata e shearling.
Gli stivali sopra il ginocchio creano l'illusione di gambe più lunghe, le décolleté decadenti sono bilanciate su tacchi scultorei, fibbie grafiche decorano i mocassini. Le borse hanno forme ibride.
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