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giovedì 25 agosto 2016

Julia Haart nuovo direttore creativo di La Perla

JULIA HAART LA PERLA CREATIVE DIRECTOR-OFFICIAL PORTRAIT

"Julia Haart è arrivata a La Perla come consulente di fiducia, focalizzandosi innanzi tutto sull'importanza del corpo femminile e sull'esperienza maturata nel vestirlo e valorizzarlo", ha affermato Silvio Scaglia, Presidente di La Perla. "La collezione Primavera/Estate 2017 avrà una portata rivoluzionaria non solo per il nostro marchio ma anche per il mondo del fashion femminile, grazie alla combinazione tra il savoir faire del nostro atelier, una donna di grande talento come direttore creativo e i migliori materiali del mondo. Il lavoro di Julia è davvero rappresentativo del lifestyle La Perla e sono lieto di collaborare con lei a questa nuova pietra miliare della storia del brand”.
 
La Perla presenta il nuovo Direttore Creativo Julia Haart che ricoprirà l'incarico a partire dalla Primavera/Estate 2017. La stagione segnerà il debutto del ready-to-wear femminile, naturale prosecuzione delle collezioni core lingerie e beachwear di La Perla.
La designer prende il posto di Pedro Lourenço che ha concluso il suo contratto a Luglio 2016. La Perla ringrazia Pedro Lourenço che, con la sua visione creativa, ha portato a compimento la prima fase di evoluzione del brand verso una proposta completa di lifestyle.
Julia Haart ha già lavorato in stretta collaborazione con il team stilistico di La Perla sulle collezioni di accessori Primavera/Estate 2016 e Autunno/Inverno 2016-2017, e guiderà il processo evolutivo del marchio verso l’abbigliamento.
La stilista è uno dei pochi Direttori Creativi donna del settore e ha instaurato un rapporto profondo con l'heritage La Perla, nato dalla visione di un'altra donna, la fondatrice Ada Masotti.
La Perla ha una forte identità di marchio basata su un DNA unico: la missione e l'esperienza di creare capi che esaltino la femminilità con tessuti preziosi, dettagli esclusivi e un'attenzione particolare al comfort e alla vestibilità.
Julia Haart, in collaborazione con il team interno, come Direttore Creativo avrà la supervisione delle collezioni di lingerie, nightwear, beachwear, menswear, degli accessori e della nuova collezione di ready-to-wear. Tutti questi ambiti nascono da una expertise autentica nel creare capi estremamente affini al corpo femminile.
Con il know-how del corpo e una donna al timone, La Perla intende cambiare le aspettative femminili rispetto al potenziale estetico degli abiti e all'effetto percepito indossandoli.

martedì 21 gennaio 2014

ANTONIO MARRAS UOMO A/I 2014




Mio padre, come me, era sardo di Alghero, avamposto di Sardegna proprio di fronte alla Spagna. Aveva un negozio di tessuti, tessuti pensati per ogni occasione. Occasioni importanti dove importante non era apparire ma portare rispetto. Abiti per le feste, per i fidanzamenti e i matrimoni. Battesimi e cresime. Funerali e processioni. Il negozio era nel centro di Alghero vecchio in via Roma 56. Nella lunga e profonda bottega, i tessuti erano arrotolati con cura negli scaffali in legno. Per ogni persona c’era il suo tessuto, che aspettava solo il momento di essere scelto, per essere cucito e prendere forma e vita.Ho sempre curiosato nel negozio di mio padre, giocato con combinazioni di colori e materiali, studiato in silenzio le gonne e gli scialli di quelle mute, decise donne di paese che arrivavano ad Alghero a comprare buoni vestiti, per la festa e per il lavoro, roba che durasse nei decenni, resistente a usura e intemperie.

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Ho nostalgia delle scatole di fazzoletti da uomo che poi andavano ricamati con le iniziali per i più fortunati, stirati perfettamente in quattro parti uguali da mogli pazienti. Mio padre il fazzoletto lo metteva sempre nel taschino della giacca, proprio vicino al cuore... Ho sempre rovistato tra la collezione di cravatte di mio padre, affascinato dalla stessa forma che si ripeteva in infiniti motivi nessuno uguale all’altro.
Ho in mente mio padre perennemente con la sigaretta che gli pendeva dalle labbra, un po’ come un’attore o come un marinaio d’acqua alta. Ho conservato le pezze dei tessuti della bottega di mio babbo. Ho conservato i suoi preziosi metri di legno che servivano per misurare la lunghezza del tessuto acquistato. La lunghezza di un metro come le  tacche incise nel bancone di legno. Un metro e venti per un pantalone con risvolto e altri dieci in più regalati per i punti molli, per i possibili errori di mani poche esperte. Un metro e 70 per un doppio petto e un 1 e ottanta per un cappotto …
Quando tutto è cambiato, quando i tessuti hanno fatto spazio alla confezione, quando il tempo, il pensiero e la lentezza sono stati sostituiti dal tutto pronto subito, dalla fretta, dalla velocità e dall’urgenza, la bottega è stata sostituita dalla boutique di abbigliamento.
Tra i miei tessuti conservati come relique e opere d’arte ne ho scelto alcuni . Li ho rivisti e rilavorati. Panni blu accoppiati, velluto millerighe a pois, cotone tecnico, jacquard jersey cravatteria, tartan lana, micropiedepoule, gabardine infeltrito, jersey double, drill di cotone stampa microfiori, felpa neoprene, chevron di lana accoppatia a jersey melange, tela lana microstampa cravatteria, tela lana stampa microcashemere, popeline stampa liberty, oxford. Maglie con jacquard motivi cravatteria, costa inglese a rigoni marinaio, punto irlanda agugliato, pannelli agugliato con tessuto maschile e pelliccia. Colori tradizionali blu e grigio, tocco di corda e aviazione. Aubergine, petrolio. Volumi: peacoat oversize, panta carrot, jogging con coulisse. Giacconi marinaio, giubbino con maniche matelassé. Giacche reversibili, gilet tradizionali e maglie cocoon.