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domenica 14 aprile 2019

IN OCCASIONE DELLA MILANO DESIGN WEEK, WOOLRICH HA CELEBRATO I 50 ANNI DELLA PLIA DI GIANCARLO PIRETTI


In occasione della 58esima edizione del Salone del Mobile di Milano, Woolrich ha celebrato il design funzionale e il prodotto, elementi che da sempre contraddistinguono il brand, attraverso un viaggio negli archivi storici del designer Giancarlo Piretti celebrando la contaminazione di diversi settori, dalla fotografia alla moda, dal disegno industriale all’arredamento.



All’interno del Flagship store di Corso Venezia 3 è stata infatti allestita una mostra fotografica dedicata alle eccellenze prodotte nel tempo dalla collaborazione tra il designer e l’azienda Castelli, tra cui la Plia, l’iconica sedia pieghevole, un oggetto versatile e senza tempo che sarà protagonista dell’evento.



Dopo 50 anni dalla sua presentazione durante il Salone del Mobile, Piretti ha deciso di rivisitarla attraverso una texture inedita fatta di segni grafici che veicolano un’ondata di freschezza. Alla guida di questo coming back Codiceicona, brand testimone del design italiano, che cura la riedizione e la distribuzione dell’emblematica sedia.



A fare da cornice al lancio, uno spazio in cui la tradizione si mescola con la contemporaneità, la cura del dettaglio è al primo posto e la parola chiave è experience.


La mostra è stata celebrata attraverso un evento su invito il 10 Aprile con la speciale presenza di Giancarlo Piretti, del giornalista Decio Carugati e dell’artista Giovanni Anceschi.


giovedì 11 aprile 2019

ADJACENT FIELD | Un'installazione molteplice curata da Linda Tegg per Jil Sander


Una grande installazione vivente di piante spontanee prese da siti abbandonati del territorio di Milano. Questo è il fulcro del progetto ideato dall’artista Linda Tegg insieme a Lucie e Luke Meier per gli spazi della sede di Jil Sander in occasione del Salone del Mobile 2019 e per presentare la prima di una nuova serie di collezioni Jil Sander+. Abiti disegnati per durare nel tempo per uomo e donna, pensati per la vita lontano dalla città : in montagna, al mare, in campagna.


Muschi e piante grasse, more, anagallide blu, stellaria media, geranio, malva selvatica, edera, piantag- gine lanciuola, gramigna e salvia selvatica. Sono solo alcuni esempi del lungo elenco di specie utilizzate dalla Tegg con l’aiuto del garden designer Matteo Foschi, trovate nei campi intorno alla città, che adesso costituiscono la versione fiorita ed effimera di Adjacent Field. Il progetto è accompagnato da un’installazione luminosa progettata per l’occasione da Nic Burnham di NDYLight.


Al termine della mostra alcune delle piante verranno restituite al loro ambiente originario, mentre altre saranno trasformate in un assemblage permanente, per evocare la flora urbana spontanea - e trascurata - di Milano. Questo verrà coltivato all’interno dello studio creativo di Jil Sander, trasformando il quotidiano in un luogo dedicato allo straordinario.


Attenzione focalizzata su ricerca, contrasti, consapevolezza e cura.
“Le piante resteranno con noi. Le problematiche ambientali sembrano piu radicate in profondità e devono esserlo sempre di più, non costituire solo una moda”, sostengono Lucie e Luke Meier. “Dobbiamo essere pronti a comportarci in modo diverso, se necessario a subire scomodità e svantaggi, al fine di cambiare le cose. Dobbiamo trovare il modo di convivere in armonia con la natura. L’installazione permanente di piante spontanee rappresenterà un promemoria costante, uno stimolo per sensibilizzarci sul tema”.


In mostra nelle vetrine del flagship store milanese di Jil Sander saranno esposte cinque Field Photographs, scattate nelle strade di Milano da David Fox, designer, collaboratore e partner di Tegg, che offrono una visione alternativa dell’installazione. Generano interazione tra percezioni e idee di ciò che è naturale e ciò che è creato dall’uomo, tra spazi interni ed esterni, rievocando l’essenza del progetto di Adjacent Field e del lavoro di Lucie e Luke Meier per Jil Sander.


“Le piante spontanee invadono il tessuto urbano, si impongono contro una logica che ci allontana dalla terra, dalla luce e dall’acqua; dalla possibilità di vivere. Le Field Photographs celebrano questo loro atto di resistenza : una volta notate si troveranno ovunque”, dichiara Linda Tegg. “Queste piante non sono né uniche né speciali e non possiedono alcun valore. Coesistono con noi, spesso ai margini della nostra percezione. Cosa succede quando esse vengono poste al centro delle nostre vite, cosa succede quando ce ne pren- diamo cura ?”
A completare questa prima parte dell’installazione di Adjacent Field, un libro in grande formato con una selezione più ampia delle Field Photographs scattate da Fox che documentano i siti da cui provengono le piante. La pubblicazione sarà esposta nell’atrio dello studio creativo di Jil Sander, adiacente all’installazione vegetale : una sorta di esemplare raro in una biblioteca botanica, che collega in modo efficace le diverse aree espositive attraverso la fotografia.

Linda Tegg esplora attraverso installazioni, performance, fotografia e video le imprevedibili condizioni attra- verso le quali ci orientiamo nel mondo. Le nostre interazioni con la natura, gli altri animali, la biodiversità, l’ecologia e lo specismo. I suoi lavori sono stati presentati ed esposti in Australia, Europa, Messico e Stati Uniti; nel 2018 è stata co-autrice del Padiglione Australiano della Biennale di Architettura di Venezia, in collaborazione con gli architetti Barracco + Wright. Nel 2018 è stata nominata prima Artist in Residence alla Facoltà di Geografia dell’Università di Melbourne. É nata nel 1979 a Melbourne, in Australia, dove attualmente vive.

L’installazione sarà aperta al pubblico tutti i giorni dal 9 al 14 aprile, dalle 10 alle 20
Jil Sander Headquarter - Via Luca Beltrami, 5 - Milano / Jil Sander Flagship Store - Via Pietro Verri, 6 - Milano

mercoledì 27 marzo 2019

ARTEMIDE illumina la Pergola dei Gelsi al Castello Sforzesco di Milano


Artemide illumina la Pergola dei Gelsi che prenderà forma al Castello Sforzesco in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e della riapertura al pubblico delle Sale delle Asse il 15 maggio. Iniziativa dedicata alla città di Milano di Orticola per Leonardo, verrà riprodotta una vera e propria architettura verde ispirata all’affresco del maestro nella sala delle Asse nel 1498,
Artemide illumina il Pergolato secondo un progetto di luce coerente con lo spirito dell’allestimento e in linea con le sue ricerche sulla luce per la natura. È un intervento che, lavorando con giochi di controluce, vuole sottolineare la struttura nel pieno rispetto dello sviluppo delle piante, una soluzione di luce flessibile per evolversi nel seguire la crescita dei gelsi e valorizzarli.


La luce infatti potrà essere programmata e orientata per sottolineare le piante, un elemento vivo da mettere in scena nel pieno rispetto dei suoi ritmi di crescita e vegetazione naturale.
Artemide supporta questo progetto nella volontà di testimoniare la vicinanza al pensiero del grande genio di Leonardo, precursore di una cultura del progetto tipicamente italiana che unisce scienza ed umanesimo.
Leonardo è il primo riferimento della interdisciplinarietà a cui Artemide fa riferimento nel suo percorso di continua ricerca. L’innovazione della “Human and Responsible Light” di Artemide si fonda  sulla capacità di anticipare il cambiamento attraverso innovazione, cultura e creatività, manifattura ed economia sostenibile


“Per noi l’innovazione è il punto di partenza del progetto. Essa si nutre della ricerca e del pensiero scientifico, cioè della capacità di vedere le cose in modo diverso da come le vedevamo prima. E la scienza è soprattutto visione oltre che ricerca rigorosa. Può far crescere la nostra conoscenza per interpretare il futuro, aprire nuove frontiere. È una prospettiva verso il futuro che si concretizza nel saper fare.” Carlotta de Bevilacqua, Vice Presidente e CEO di Artemide.


Anche in questa occasione la competenza di Artemide si sviluppa non solo nel prodotto ma nel progetto della scenografia di luce. Negli spazi del Castello Sforzesco questo intervento dedicato a Leonardo si aggiunge ad un altro importante progetto di Artemide. Nel 2015, in occasione del nuovo allestimento espositivo, Artemide ha realizzato  l’illuminazione della Pietà Rondanini, capolavoro di Michelangelo.

lunedì 25 marzo 2019

COS PRESENTA CONIFERA - SALONE DEL MOBILE 2019


COS ha il piacere di presentare Conifera, un’installazione architettonica realizzata con stampa 3D su larga scala fatta da materiali rinnovabili e concepita dall’architetto francese Arthur Mamou-Mani e dal suo studio londinese.


L’installazione, progettata e realizzata digitalmente, è il risultato dell’incastro di settecento bio-mattoncini modulari, generati da una stampante 3D mixando legno e bio-plastica.  Conifera, che aspira a diventare una delle più grandi installazioni progettate e realizzate con questo metodo, rappresenta una nuova generazione dell’architettura, presentando avanzamenti nella tecnologia, nell’innovazione dei materiali e nella creatività.


La struttura, che si snoderà dal cortile fino al giardino adiacente di Palazzo Isimbardi, è composta nella prima parte da moduli in legno e bio-plastica per arrivare a stampe in  bio-plastica pura e traslucida nel giardino. Ogni bio-mattoncino è stato stampato, utilizzando materie compostabili, in modo da creare una sorta di reticolo, ottimizzando l’uso dei materiali e consentendo alla luce di diffondersi in tutta la struttura, che verrà attraversata dai visitatori. Il risultato è un viaggio dalla dimensione artificiale al mondo naturale, dal passato al futuro.


Conifera è stata concepita in base agli input dati da COS, attraverso un processo di design parametrico. L’installazione integra verticalmente il design e la progettazione, creando un filo diretto tra processo creativo e robotica: l’architetto è, al tempo stesso, designer e creatore.
Facendosi ispirare dall’architettura della location, Arthur Mamou-Mani spiega: “la geometria di Conifera prende spunto dal ricorrente motivo a quadri, dal cortile alla pavimentazione, di Palazzo Isimbardi. Volevo che l’opera richiamasse alla mente la natura ciclica dei materiali compostabili e desse vita a un viaggio dall’architettura alla natura, così da mostrare come queste materie rinnovabili, abbinate a un approccio algoritmico ed elaborate con la stampa 3D, siano in grado di creare le costruzioni del futuro”.


Conifera è uno sguardo al futuro, al potenziale del design e alle possibilità che si creano attraverso le collaborazioni” afferma Karin Gustafsson, Creative Director di COS. “L’installazione è nata da un’idea, alla quale Arthur Mamou-Mani ha dato forma attraverso la sua creatività, la tecnologia avanzata e il focus su materiali innovativi e sull’artigianalità che ci accomuna. Il risultato riflette i nostri valori e la nostra attitudine a superare i limiti del design, mantenendo però un attento equilibrio tra artificialità e natura. Non vediamo l’ora di presentare Conifera a Milano”.


Si tratta dell’ottava installazione consecutiva del marchio per il Salone del Mobile e della prima collaborazione con Mamou-Mani.
Conifera sarà aperta al pubblico dal 9 al 14 aprile 2019 a Palazzo Isimbardi, uno storico edificio del sedicesimo secolo di Milano, in Corso Monforte 35.



Orari di apertura
9 aprile: 10.00 – 20.00

10/11 aprile: 10.00 – 17.00
12/14 aprile: 10.00 – 20.00






domenica 24 marzo 2019

ALCANTARA NELLE SALE DEGLI ARAZZI DI PALAZZO REALE


De Coding. Alcantara nelle Sale degli Arazzi è una mostra promossa e prodotta dal COMUNE DI MILANO – Cultura, da Palazzo Reale e da Alcantara S.p.A, appositamente concepita per le Sale degli Arazzi, aperta al pubblico gratuitamente da giovedì 4 aprile a domenica 12 maggio 2019.
La mostra, a cura di Domitilla Dardi e Angela Rui, conferma il costante interesse di Alcantara per la creatività contemporanea più avanzata: De Coding segna infatti una nuova fase in un ciclo di mostre che dal 2015 esplora le qualità di Alcantara® come materiale per l’arte e il design, trasformando spazi del Palazzo Reale di Milano in porte d’accesso a proposte espositive inusitate per contenuti e modalità di fruizione.
Con questo progetto, l’azienda che produce e commercializza Alcantara nel mondo prosegue questa sua originale forma di ricerca e sviluppo, aprendosi ancora una volta a creativi sia affermati che emergenti, questa volta prevalentemente attivi nell’ambito del design, e lavorando con loro a opere inedite.


Gli arazzi esposti nelle sale in cui si svolge la mostra, come raccontano le curatrici Domitilla Dardi e Angela Rui, raccontano episodi delle Metamorfosi di Ovidio, momenti cioè in cui appare in massima evidenza l’eterno divenire e trasmutarsi di dei, uomini e cose. De Coding illustra il processo di decodifica, inteso come trasformazione di un determinato sistema di segni in base al mutare del supporto. Gli episodi degli arazzi vengono ri-narrati attraverso un vettore materico come Alcantara in grado di amplificare l’incisività del messaggio permettendo ricerche che fanno uso di differenti linguaggi espressivi.
In questa mostra quattro sensibilità progettuali internazionali impegnate nel campo del design e delle arti visive si sono lasciate ispirare dalla specificità di un unico medium e hanno approfondito Alcantara in ogni sua declinazione e potenzialità.


Gli autori, Constance Guisset, Qu Lei Lei, Sabine Marcelis, Space Popular sono stati chiamati a realizzare opere site specific, dialogando con le sale di esposizione e reinterpretando il tema centrale degli arazzi che queste ospitano dando vita a una mostra unitaria pensata come tragitto esperienziale in cui tutte e quattro le installazioni diventano macchine ludiche che spingono il pubblico all’interazione.
Lo spettatore è invitato a una forma attiva di fruizione che comporta nuove associazioni di pensiero e l’interazione fisica con Alcantara, medium eccellente per ricerche artistiche incentrate sulla correlazione tra esperienze tattili e visive.
Al termine del percorso espositivo è possibile dar seguito all’interazione con la mostra realizzando una propria personale registrazione dell’evento.

sabato 23 marzo 2019

NEMO: “LA LUCE”, CORBUSIER E CHARLOTTE PERRIAND A FIRMINY


La mostra “La Luce” inaugurata il 22 Marzo, durante la Biennale di Saint-Etienne, Firminy (Francia).
Per la prima volta, la mostra “La Luce”, sarà presentata in un edificio disegnato da Le Corbusier, la chiesa di Saint-Pierre, immersa nell’incredibile “sito Firminy-Vert”, patrimonio dell’Unesco che riunisce anche la Maison De la Culture, lo Stadium e l’Unitee’ d’habitation.
Dal 22 marzo fino al 3 novembre, gli amanti del design e dell’architettura potranno scoprire, per la prima volta in un edificio di Le Corbusier, la mostra “La Luce”, dedicata alle creazioni di Le Corbusier e Charlotte Perriand.


Questa mostra unica nel suo genere, creata dal brand italiano d’illuminazione NEMO, unisce i lavori di Le Corbusier e Charlotte Perriand, e presenta la ricerca e il design dell’illuminazione, temi tanto amati dai due architetti e designer, che hanno segnato la storia del 20esimo secolo.
Prototipi inediti, creazioni uniche, documenti d’archivio, immagini, disegni originali e bozzetti, sono messi in mostra insieme ai lavori d’architettura dei due designer.
“La Luce” è un’esposizione itinerante che si amplia costantemente, nella quale nuove edizioni e nuove scoperte, come anche pezzi originali restaurati, vengono aggiunti ad ogni nuova apertura”, afferma il curatore Valentina Folli, che ha curato la mostra con il suo Studio UNA.
“La Luce”, originariamente concepita come un percorso cronologico che intreccia opere selezionate di Le Corbusier e Charlotte Perriand sull’illuminazione, è stata ri-adattata per la Chiesa di Saint-Pierre.


La struttura del piano interrato, composto da stanze adiacenti, lascia il visitatore libero di muoversi e contemplare lo spazio da diverse angolazioni. Il flusso della mostra è stato organizzato per aree tematiche, connesse l’una all’altra.
Il ritmo è stato anche concepito per seguire la successione di finestre e muri della facciata, oltre ai diversi livelli dell’edificio: Le Corbusier al piano terra, Perriand nel mezzanino, un ritmo di visita che si allunga, per scoprire i prototipi originali attraverso la mostra, per esplorare lo spazio, e immergersi nelle visioni dei maestri pionieri.
Il design delle luci, il loro posizionamento, la loro intensità sono costantemente collocate nel punto di tensione tra ombra e luce, tra necessità e confort, tra semplicità e mistero.
Anche prima di aver realizzato le sue creazioni architettoniche, Le Corbusier disegna lampade da interni per gli appartamenti dei suoi clienti. In seguito, disegna in modo continuativo gli oggetti d’illuminazione che accompagneranno tutti i suoi edifici, dalla modesta Cabanon de Roquebrune-Cap-Martin, agli edifici di Capitole de Chandigarh.
Userà i bulbi con vetro “sottile e opale” per il suo appartamento in rue Nungesser et Coli. Nella maggior parte dei casi, si ispirerà ai sistemi esistenti o agli oggetti che adatta, trasforma, dipinge. Tutto manterrà una forma semplice, sarà composto da materiali poveri, che si adatteranno perfettamente agli elementi lineari della sua architettura, senza contaminarla, senza decorarla.


Federico Palazzari, CEO di NEMO, afferma.
“Pensiamo che, quando si disegnano elementi architettonici e oggetti, si è obbligati a guardare contemporaneamente  tra le tracce del passato e le ambizioni per il futuro, per raggiungere l’ideale di “buon progetto”, che ispira il nostro lavoro.
Parlando di Le Corbusier e Charlotte Perriand, Nemo è l’interprete contemporaneo dei progetti da loro suggeriti. Le lampade di Le Corbusier e Charlotte Perriand non erano disegnate per essere prodotti di "design" fine a se stessi ma erano realizzati espressamente per gli edifici per i quali erano disegnati.
Nemo, la Fondazione Le Corbusier e Pernette Perriand, hanno raccolto il suggerimento originario, e realizzato progetti che sono e rimarranno di riferimento nel mondo del design.
La qualità del prodotto è insita nella sua presenza discreta in ogni ambiente. La sua ragion d’essere non ha bisogno di giustificazioni estetiche e vive semplicemente facendo il “proprio lavoro”. Allo stesso modo, queste lampade, create per progetti d’interior e d’architettura fortemente innovativi e moderni, suggerisce una qualità senza tempo che le rende semplici, iconiche e sempre autentiche.
Il compito di Nemo, insieme alla Fondazione Le Corbusier e gli Archivi Charlotte Perriand, è stato quello di calibrare i dettagli, le finiture e gli aggiornamenti tecnici, senza tradire mai l’essenza originale dei prodotti, per non cadere NEL nostalgico o NEL vintage, e per non cambiare la natura spartana e sofisticata che li rende unici.
Per tale ragione, Nemo, dopo gli studi e la selezione di questi ultimi anni, desidera condividere questo materiale esclusivo, in un esercizio che reputiamo essere bello, utile e nuovo.”
“Ri-editare le lampade di Charlotte Perriand insieme a Nemo, significa far rivivere queste creazioni nel mondo moderno, per renderle accessibili ad un più ampio numero di persone. Significa dimostrare che opere “corrette”, create 50 o 70 anni fa, soddisfano ancora i bisogni moderni. La maggior parte delle persone d’avanguardia, come Charlotte Perriand, hanno sempre cercato di raggiungere le masse ma non hanno avuto successo al loro tempo. Grazie a Nemo, oggi è stato realizzato ciò che in passato era impossibile” Pernette Perriand Barzac
Partner principale: Nemo Srl, una società italiana specializzata nella produzione di elementi d’illuminazione di design, fondata da Cassina nel 1993 a Milano. Produttore esclusivo delle collezione d’illuminazione realizzate da Le Corbusier e Charlotte Perriand. Nemo è presente in più di quaranta Paesi. La sede è a Milano, con filiali a Parigi e negli Stati Uniti. Dal 2013 è di proprietà di Federico Palazzari.

lunedì 28 gennaio 2019

Artemide, le novità disponibili da Gennaio


Da gennaio disponibili all’acquisto le lampade: Laguna Tavolo in bronzo, Tempio e “O”.
Laguna Tavolo disegnata da Matteo Thun e Antonio Rodriguez è una collezione di lampade da tavolo in vetro, che si articola in tre dimensioni. Il corpo della lampada è in alluminio estruso, il diffusore in vetro soffiato lattimo con sfumatura cristallo che permette di ottenere una luce morbida localizzata sul piano e una luce più performante verso l’ambiente.


Tempio di Atelier Oi è un’elegante lampada da tavolo perfetta per creare una luce d’atmosfera oltre che per illuminare una scrivania domestica. La sua luce è diffusa ma controllata, la sua forma è capace di caratterizzare un ambiente anche grazie al colore. Si ispira alla forma dei templi giapponesi, alla loro tranquilla filosofia.

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“O” progettata da Elemental, è la lampada led in alluminino pensata per interferire il meno possibile con l’ambiente circostante. Una luce che, quando non in uso, può essere il più impercettibile possibile. Oltre alle versioni outdoor è ora disponibile anche per interni.