Bally lancia l’iniziativa Peak Outlook, con un obiettivo ambizioso: tutelare gli ambienti montani più estremi e le comunità locali.
Nella prima fase di questo impegno a lungo termine, il brand di lusso svizzero ha sponsorizzato una missione per ripulire il monte Everest dai rifiuti, raggiungendo la vetta più alta del mondo lo scorso 21 maggio.
Svoltasi in una delle stagioni ascensionistiche più impegnative e affollate di sempre, il risultato è stato la raccolta di oltre 1 tonnellata di rifiuti, più di metà della quale nella cosiddetta Zona della Morte, al di sopra degli 8000m, dove l’ossigeno disponibile è un quarto del necessario alla sopravvivenza umana sul livello del mare.
Guidata da Dawa Steven Sherpa e dal suo team di scalatori - tutti originari delle più alte regioni dell’Himalaya nepalese - questa straordinaria spedizione ecologica nei mesi di aprile e maggio ha contribuito a risanare i paesaggi un tempo incontaminati tra il campo base dell’Everest (5380m) e la cima della montagna (8848m). All’iniziativa ha preso parte anche Jamling Tenzing Norgay, figlio dello sherpa Tenzing Norgay, che, indossando degli stivali Bally, fu il primo a raggiungere la vetta del monte Everest insieme a Sir Edmund Hillary nel 1953.
Scalare le montagne più alte del mondo è un’impresa che richiede formidabile coraggio, impegno e perseveranza, e in questi luoghi ostili le altitudini estreme rendono difficoltoso gestire la quantità di rifiuti che gli uomini abbandonano dietro di sé. Le montagne più maestose del pianeta e i loro abitanti hanno urgente bisogno di aiuto: la popolarità del turismo d’alta quota richiama un crescente numero di alpinisti, che lascia sull’ambiente un’impronta devastante. Gli incidenti mortali avvenuti di recente sull’Everest mettono in luce i reali pericoli dell’ascesa e l’importantissimo ruolo della comunità sherpa per la conservazione e la tutela dei territori d’alta quota.
A differenza delle precedenti spedizioni di raccolta, limitate all’area tra il campo base e il campo 2 a quota 6400m per via dell’altitudine che rende impossibile l’assistenza di mezzi meccanici, la spedizione Peak Outlook di Bally ha raggiunto la vetta della montagna, un traguardo tagliato solo grazie all’intervento umano e all’abilità degli sherpa, che per le loro straordinarie doti genetiche sono in grado di resistere e lavorare ad altitudini così elevate.
“All’epoca della mia prima scalata nel 2007, sono rimasto sconcertato di fronte alla quantità di rifiuti abbandonati in questo magnifico paesaggio. L’anno seguente mi sono riproposto di organizzare una campagna di pulizia, che finora ha raccolto oltre 19,5 tonnellate di immondizia. Per affrontare l’Everest è necessario mobilitare grandi risorse, per questo sono stato felice quando Bally è scesa in campo al nostro fianco, finanziando e sostenendo la prima spedizione ecologica organizzata in vetta.”
– Dawa Steven Sherpa, leader delle Eco Everest Expedition e CEO di Asian Trekking
Nella prima fase di questo impegno a lungo termine, il brand di lusso svizzero ha sponsorizzato una missione per ripulire il monte Everest dai rifiuti, raggiungendo la vetta più alta del mondo lo scorso 21 maggio.
Svoltasi in una delle stagioni ascensionistiche più impegnative e affollate di sempre, il risultato è stato la raccolta di oltre 1 tonnellata di rifiuti, più di metà della quale nella cosiddetta Zona della Morte, al di sopra degli 8000m, dove l’ossigeno disponibile è un quarto del necessario alla sopravvivenza umana sul livello del mare.
Guidata da Dawa Steven Sherpa e dal suo team di scalatori - tutti originari delle più alte regioni dell’Himalaya nepalese - questa straordinaria spedizione ecologica nei mesi di aprile e maggio ha contribuito a risanare i paesaggi un tempo incontaminati tra il campo base dell’Everest (5380m) e la cima della montagna (8848m). All’iniziativa ha preso parte anche Jamling Tenzing Norgay, figlio dello sherpa Tenzing Norgay, che, indossando degli stivali Bally, fu il primo a raggiungere la vetta del monte Everest insieme a Sir Edmund Hillary nel 1953.
Scalare le montagne più alte del mondo è un’impresa che richiede formidabile coraggio, impegno e perseveranza, e in questi luoghi ostili le altitudini estreme rendono difficoltoso gestire la quantità di rifiuti che gli uomini abbandonano dietro di sé. Le montagne più maestose del pianeta e i loro abitanti hanno urgente bisogno di aiuto: la popolarità del turismo d’alta quota richiama un crescente numero di alpinisti, che lascia sull’ambiente un’impronta devastante. Gli incidenti mortali avvenuti di recente sull’Everest mettono in luce i reali pericoli dell’ascesa e l’importantissimo ruolo della comunità sherpa per la conservazione e la tutela dei territori d’alta quota.
A differenza delle precedenti spedizioni di raccolta, limitate all’area tra il campo base e il campo 2 a quota 6400m per via dell’altitudine che rende impossibile l’assistenza di mezzi meccanici, la spedizione Peak Outlook di Bally ha raggiunto la vetta della montagna, un traguardo tagliato solo grazie all’intervento umano e all’abilità degli sherpa, che per le loro straordinarie doti genetiche sono in grado di resistere e lavorare ad altitudini così elevate.
“All’epoca della mia prima scalata nel 2007, sono rimasto sconcertato di fronte alla quantità di rifiuti abbandonati in questo magnifico paesaggio. L’anno seguente mi sono riproposto di organizzare una campagna di pulizia, che finora ha raccolto oltre 19,5 tonnellate di immondizia. Per affrontare l’Everest è necessario mobilitare grandi risorse, per questo sono stato felice quando Bally è scesa in campo al nostro fianco, finanziando e sostenendo la prima spedizione ecologica organizzata in vetta.”
– Dawa Steven Sherpa, leader delle Eco Everest Expedition e CEO di Asian Trekking
Senza la sponsorizzazione e l’appoggio di Bally un’idea così ambiziosa non avrebbe mai visto la luce, né superato tante sfide: le lunghe code di scalatori, il cammino instabile per lo scioglimento del ghiacciaio Khumbu, l’imprevedibilità delle condizioni meteo e la furia del ciclone Fani che si è abbattuto sui campi spazzando via le tende e ritardando le partenze.
Mentre il silenzio scende sul campo base dell’Everest e la stagione alpinistica volge al termine, l’iniziativa di Bally prosegue nel mese di giugno aiutando un’altra squadra di sherpa che salirà a raccogliere i rifiuti lasciati dalle ultime spedizioni. Mai prima d’ora una raccolta di rifiuti era stata avviata a fine stagione. Solo nel 2019, circa 1200 scalatori sono transitati dai campi che segnano le tappe dell’ascesa verso la cima della montagna.
Lo scalatore e scrittore nepalese Jamling Tenzing Norgay ha avuto un ruolo determinante anche nella pianificazione e nell’organizzazione dell’iniziativa Peak Outlook nella regione, consolidando il pluriennale legame che unisce Bally, l’Himalaya e la famiglia Norgay.
“Le persone visitano l’Himalaya per la sua bellezza - è il sistema montuoso più alto della Terra - ma dimenticano che la bellezza non è tanto nel paesaggio quanto nella cultura dei luoghi. Per noi sherpa queste montagne sono sacre. Non scaliamo le montagne per piacere o per sport, ma perché questa è la nostra vita.”
– Jamling Tenzing Norgay, scalatore e scrittore nepalese
Mentre il silenzio scende sul campo base dell’Everest e la stagione alpinistica volge al termine, l’iniziativa di Bally prosegue nel mese di giugno aiutando un’altra squadra di sherpa che salirà a raccogliere i rifiuti lasciati dalle ultime spedizioni. Mai prima d’ora una raccolta di rifiuti era stata avviata a fine stagione. Solo nel 2019, circa 1200 scalatori sono transitati dai campi che segnano le tappe dell’ascesa verso la cima della montagna.
Lo scalatore e scrittore nepalese Jamling Tenzing Norgay ha avuto un ruolo determinante anche nella pianificazione e nell’organizzazione dell’iniziativa Peak Outlook nella regione, consolidando il pluriennale legame che unisce Bally, l’Himalaya e la famiglia Norgay.
“Le persone visitano l’Himalaya per la sua bellezza - è il sistema montuoso più alto della Terra - ma dimenticano che la bellezza non è tanto nel paesaggio quanto nella cultura dei luoghi. Per noi sherpa queste montagne sono sacre. Non scaliamo le montagne per piacere o per sport, ma perché questa è la nostra vita.”
– Jamling Tenzing Norgay, scalatore e scrittore nepalese
La storia di Bally s’intreccia con quella del monte Everest sin dal 1947, quando il marchio fornì alla spedizione svizzera degli speciali scarponi con le suole in gomma. Fu durante queste prime spedizioni che Tenzing Norgay indossò i celebri stivali in renna di Bally, che in seguito lo accompagnarono nella storica conquista del “tetto del mondo” con Sir Edmund Hillary nel 1953.
La radici svizzere, la vicinanza alle Alpi e lo spirito pioneristico che da sempre anima il marchio, legano Bally indissolubilmente alla montagna. Con questa prima spedizione ecologica, Bally intende sancire un impegno a lungo termine in difesa dei luoghi più remoti del mondo e delle comunità montane.
Per celebrare il lancio di Peak Outlook, Bally introdurrà un’esclusiva capsule collection i cui proventi saranno interamente devoluti al finanziamento delle future spedizioni. Fra i primi prodotti, una T-shirt in cotone biologico certificato GOTS che riporta lo slogan “No Mountain High Enough”, disponibile nei negozi e online al prezzo di €95.
“La montagna e il suo stile di vita sono i temi centrali della filosofia di Bally, ma anche la chiave di lettura del nostro orientamento futuro. L’iniziativa Peak Outlook, di cui sono orgoglioso, è solo il primo passo di un grande impegno nel nome della sostenibilità.”
La radici svizzere, la vicinanza alle Alpi e lo spirito pioneristico che da sempre anima il marchio, legano Bally indissolubilmente alla montagna. Con questa prima spedizione ecologica, Bally intende sancire un impegno a lungo termine in difesa dei luoghi più remoti del mondo e delle comunità montane.
Per celebrare il lancio di Peak Outlook, Bally introdurrà un’esclusiva capsule collection i cui proventi saranno interamente devoluti al finanziamento delle future spedizioni. Fra i primi prodotti, una T-shirt in cotone biologico certificato GOTS che riporta lo slogan “No Mountain High Enough”, disponibile nei negozi e online al prezzo di €95.
“La montagna e il suo stile di vita sono i temi centrali della filosofia di Bally, ma anche la chiave di lettura del nostro orientamento futuro. L’iniziativa Peak Outlook, di cui sono orgoglioso, è solo il primo passo di un grande impegno nel nome della sostenibilità.”
– Nicolas Girotto, CEO di Bally
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