domenica 27 gennaio 2019

Schiaparelli Haute Couture S/S 2019


«Salivano nella notte, verso il cielo stellato, dimenticandosi della Terra e dei suoi assurdi orrori. Erano insieme, stavano bene, ogni istante di felicità era un'eternità»
La Notte dei Tempi, René Barjavel

«Se ami un fiore che si trova su una stella, è dolce, nella notte, guardare il cielo»
Le Petit Prince, Antoine de Saint-Exupéry





Fiori e stelle d'infanzia. Elsa è nata sotto una buona stella. Una di quelle studiate dallo zio Giovanni nel suo osservatorio di Brera, che aveva battezzato i nei sulla guancia della nipote dalla creatività strabiliante, come la costellazione dell'Orsa Maggiore. L'astronomia, insieme ai fiori dei giochi di bambina nei giardini di Palazzo Corsini, hanno accompagnato tutto il lavoro di Schiaparelli.


In anticipo rispetto al surrealismo, Elsa Schiaparelli, poetessa couturier innamorata della botanica, ha illuminato di visioni cosmiche e floreali l'universo di Place Vendôme: «Avere il viso coperto di fiori, come in un giardino paradisiaco, sarebbe meraviglioso!» (Shocking life, 1954).
Un viso che Leonor Fini immaginerà per il flacone del profumo Shocking, mentre l'Orsa Maggiore della spilla di Schlumberger sarà il personale talismano di Elsa.


Da questo micro big-bang di ricordi d'infanzia, nasce una collezione che diviene racconto astrologico di stelle, luna e sole. Un caleidoscopio di comete volubili e fioriture inattese.
Tailleurs scolpiti e silhouettes sagomate per un giorno ultra femminile, impreziositi da boccioli di porcellana, spirali di garze pastello, fiori e vischio in oro e madreperla, sembrano uscire da una stanza delle meraviglie con maioliche di Meissen, Sèvres e Wedgwood. Il nero degli abiti è ricamato da zodiaci e comete di una notte d'estate, satelliti di un eden marziano. Stampe grafiche diffondono le loro ramificazioni su sete vichy, taffetas e preziose crêpe.
La sera è scintillante, con abiti e cappe dalle piume incandescenti, brillanti sentieri di paillettes che attraversano roseti, e psichedelici ricami indiani Settecento. Un bosco immaginario, come un ritratto di Cecil Beaton in cui Madame Yvonde appare come dea notturna, esperide in velluto nero plissé, in tulle ricamato dalla Via Lattea, drappeggiata da crêpe di satin, illuminata dai fili d’oro della mousseline, oppure immersa in un’organza lunare, nel suo indimenticabile valzer d'estate.
L’atlante celeste di Cellarius, Harmonia Macrocosmica, si fonde ai bagliori del tulle rosa shocking di una cappa a corolla, di una svolazzante garza fiordaliso, insieme al cipria e oro che illumina una crinolina, mentre petali di rosa si trasformano in abito.
Un lucchetto ricoperto di strass firma clutch e borse da sera della linea Secret, che illuminano gli abiti come delle meteore di un fuoco d’artificio.

Nessun commento:

Posta un commento