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domenica 19 novembre 2017

ROBERTO CONTI DE IL RISTORANTE TRUSSARDI ALLA SCALA CONQUISTA LA SUA PRIMA STELLA MICHELIN

conti al lavoro

Quando nel 2015 la famiglia Trussardi ha ufficializzato la scelta di Roberto Conti alla guida de Il Ristorante Trussardi alla Scala, l’obiettivo era “mettere al centro la cucina”, fatta di materie prime di eccellenza e di piatti della tradizione eseguiti con tecniche innovative e raffinata lavorazione.
Proprio grazie a questo approccio, capace di dare un passo veloce alla migliore tradizione regionale italiana, Il Ristorante Trussardi alla Scala è Stella Michelin 2018: la qualità esce definitivamente allo scoperto.
L’ Executive Chef Roberto Conti ci è riuscito con il talento e la passione, e con un fantastico gruppo di lavoro, giovani chef fra i 25 e i 35 anni, che condividono la sua stessa visione culinaria: conoscenza dei prodotti, rispetto del territorio, sublime semplicità dei grandi piatti italiani, istinto e creatività. Valori conquistati attraverso un’importante formazione che Roberto Conti ha trasferito in cultura gastronomica dell’oggi. Guardando sempre al futuro.

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1. Quali tappe ha percorso prima di arrivare al Trussardi?
Una passione, quella per la cucina, nata da piccolo e coltivata negli anni, a partire dalle mie scelte formative (Istituto alberghiero). Ho avuto modo di sperimentare quanto appreso e di dare spazio alla mia sensibilità lavorando al fianco di chef di fama (Maurizio Bosotti, Pietro Leemann del Joia, Andrea Berton, Luigi Taglienti) per ristoranti che hanno sempre raggiunto traguardi significativi. Le esperienze maturate e le responsabilità ricoperte mi hanno fatto approdare al Ristorante Trussardi alla Scala. Souschef di Andrea Berton, prima, e di Luigi di Taglienti, poi, ora ne sono Exceutive Chef.

2. Quali sono gli elementi chiave della sua cucina e perché?
Rispetto delle nostre origini culinarie, creatività, materie prime d’eccellenza e utilizzo di tecniche innovative sempre, però, al servizio della cucina italiana sono le basi da cui parto.

3. Dove trae ispirazione per la creazione dei suoi piatti?
Punto di partenza di ogni creazione gourmand è sempre la nostra tradizione, la naturale attitudine italiana nel coltivare il sapore e valorizzare il gusto. La conoscenza dei prodotti e il rispetto della loro stagionalità danno forma alle mie intuizioni e alla mia creatività.

4. Quali sono le caratteristiche che la pongono in particolare sintonia con il locale in cui lavora?
Condivido con la maison Trussardi un sentire comune in materia di cucina, sapori, gusto. Ne sposo la visione, che punta sul recupero dei piatti della nostra tradizione reinterpretati con un piglio innovativo ma non eccessivo. Apprezzo la scelta del Gruppo di coinvolgere in questo progetto uno staff giovane ma dall’esperienza già solida – dallo Chef alla brigata di cucina passando per il Servizio di sala il gruppo è composto da talenti tra i 25 e i 35 anni, ndr – con cui mi confronto ogni giorno.

giovedì 1 giugno 2017

EMPORIO ARMANI CAFFE’ E RISTORANTE APRE A BOLOGNA

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Il Gruppo Armani ha annunciato l’apertura a Bologna del nuovo Emporio Armani Caffè e Ristorante, situato all’interno della storica Galleria Cavour, vero punto di riferimento cittadino per lo shopping di lusso internazionale.
"Bologna rappresenta un’importante meta turistica e sono particolarmente orgoglioso di questa apertura in uno dei luoghi più significativi dello shopping cittadino. Questo secondo Emporio Armani Caffè in Italia rientra nella strategia del Gruppo volta a rafforzare la presenza nell’ambito della ristorazione nel nostro Paese. L'equilibrio tra locale e internazionale è per noi vitale, ed è in linea con il messaggio di Emporio che ha uno stile moderno e metropolitano", ha dichiarato Giorgio Armani.

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Il concept è stato ideato personalmente da Giorgio Armani in collaborazione con il suo team di architetti. Lo spazio si sviluppa su una superficie complessiva di 300 metri quadrati e comprende una zona Caffè, una zona Ristorante di circa 100 metri quadri per una capienza di 42 ospiti e un ampio dehors di circa 60 metri quadrati da 25 posti. Motivo dominante è l’accostamento del legno chiaro e scuro a una particolare tonalità di azzurro, più intenso e lucido per le lampade a sospensione della zona Ristorante. Il tocco di rosso delle lampade ‘Diogene’ Armani/Casa aggiunge un accento inatteso. Due portali in metallo bronzato segnano i passaggi dal Caffè al dehors e dal dehors al Ristorante, e aperti, creano uno spazio unico.

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Le pareti della zona bar, che occupa circa 30 metri quadrati, sono rifinite in marmorino perlaceo. Il counter laccato effetto canneté abbina il color champagne all’azzurro del piano, e ha sul fondo un grande specchio impreziosito da una rete metallica intrecciata con tessuto naturale. Parte del bancone funge da espositore per Armani/Dolci, con i prodotti esposti su mensole a forma di petalo. La pavimentazione in legno di rovere chiaro posato a spina di pesce rende omogenei i diversi ambienti e fa da sfondo agli arredi: tavoli e sedie ‘da regista’ in legno scuro e tessuto azzurro e divanetti in pelle dorata. I pannelli alle pareti richiamano il motivo a rete e specchio della zona Caffè. La wine cellar a vista mostra una selezione della cantina.
L'offerta del cibo prevede menù differenti per il lunch e per la cena, accomunati dalla filosofia degli Emporio Armani Caffé: piatti inequivocabilmente italiani, semplici e classici, realizzati prestando massima attenzione alla qualità delle materie prime. Alle proposte del pranzo si aggiunge la sera una vera e propria esperienza culinaria, che include i classici del territorio come tagliatelle e tortellini e i classici milanesi come risotto e cotoletta.

giovedì 25 maggio 2017

Smeg partecipa al Gola Gola Festival dal 2 al 4 giugno 2017

Gola Gola - Showcooking

SMEG, azienda italiana leader nel settore degli elettrodomestici,  partecipa in qualità di premium partner, alla seconda edizione di GOLA GOLA! Food and People Festival 2017, che si terrà a Parma dal 2 al 4 giugno prossimo.
Un ricco e variegato calendario di eventi, che modula momenti di  intrattenimento, di approfondimento e di cultura, un dialogo costante tra cucina locale e globale,  con incursioni tra passato, presente e futuro, accenni alla tradizione, alla contemporaneità, alla produzione ed un occhio di riguardo al consumo consapevole ed etico.
In piazza Garibaldi sotto i Portici del Grano, prenderà vita Casa SMEG Show Cooking: riproduzione di una cucina di casa, dove ogni giorno, dalle 10 alle 22 e il sabato fino a mezzanotte, si terranno show cooking e laboratori di cucina tenuti da rinomati chef.
Con la sua partecipazione SMEG conferma la sua adesioni ai valori di qualità, ricerca, estetica, volti alla creazione di soluzioni uniche per il mondo della cucina.

Gola Gola - Logo

Casa SMEG Show cooking
Portici del Grano

Programma:

Venerdì 2 giugno
-11.00: Una “Dolce occasione” con lo chef Joyce Escano
-12.30: Tiramisù Evolution con lo chef Chiara Manzi
-13.30: L’Amazzonia e la Pianura Padana con lo chef Bruno Cossio

-14.30: La cucina di Parma nella macchina del tempo con lo chef Andrea Ruisi
-15.30: Lambrusco di Parma per il risotto alla parmigiana con lo chef Giuseppe Sardi
-16.30: Cuor di Parmigiano con lo chef Matteo Malpeli
-17.30: Com’è profonda la Bassa con lo chef Filippo Chiappini Dattilo
-18.30: Ricette gustose per sapori classici con lo chef Carmine Migliaro
-19.30: Viva la pappa con il pomodoro con lo chef Carmine Migliaro
-20.30: Spaghetti, un amore italiano con lo chef Luca Zanga
-21.30: La cucina sportiva della super Salute con lo chef Ilaria Bercini


Sabato 3 giugno
-10.30: Matrice Italiana ed eredità francese con lo chef Maria Amalia Anedda
-11.30: Ravioli non proprio classici… con Riccardo Facchini, chef de “La prova del cuoco”
-12.30: Gli indispensabili Mutti nella cucina di Sonia Peronaci
-13.30: Contrasti e dolcezze: gnocchetti e lasagnette con lo chef Carmine Migliaro
-14.30: Terra e Mare uniti per un’alimentazione sana con gli chef Gianpaolo Ghilardotti e Oscar Basini
-15.30: L’uovo allo scoglio con lo chef Lazzaro Fattoruso
-16.30: Parmigiano Reggiano e ratatouille con lo chef Giuseppe Sardi
-17.30: Dal Giappone con amore, con lo chef Yotaro Sasaki
-18.30: Confronti creativi tra città dell’Unesco #1 con gli chef Gónzalez García Fernando (Denia) e Michael Montesano (Tucson)
-19.30: La pianura vista dall’alto con lo chef Alberto Bettini
-20.30: Salute in cucina con lo chef Marco Bianchi
-21.30: Emilia – Romagna andata e ritorno con lo chef Fabrizio Mantovani
-22.30: Scuola di cocktail con i barman di ILLVA Saronno
-23.30: Spaghettata di mezzanotte con lo chef Andrea Fanzaghi


Domenica 4 giugno
-10.30: La Duchessa: un dolce tipico con ingredienti atipici con lo chef Anna Di Marco
-11.30: Confronti creativi tra città dell’Unesco #2 con gli chef Malin Ölund e Mehmet Özsimitci
-12.30: Dalla pasta alla Norma al baccalà: tradizioni mediterranee al pomodoro
-13.30: Incontri inaspettati, contrasti seducenti con lo chef Carmine Migliaro
-14.30: Dolcezza senza frontiere con lo chef Fulvio Vailati
-15.30: Il re dell’estate nella pappa più buona che c’è: la pappa al pomodoro con lo chef Marco Parizzi
-16.30: Pasticceria che sale Con lo chef Fulvio Vailati
-17.30: Concentrati sull’aperitivo
-18.30: Confronti creativi tra città dell’Unesco #3 con gli chef Pablo Gustavo Zotelo (Bergen) e Wu Xianlin (Chengdu)
-19.30: La cucina avanzata o dell’evoluzione con Bruno Ruffini
-20.30: ! Qué tapas con lo chef Alicia Mañas
-21.30: Scuola di cocktail con i barman di ILLVA Saronno

sabato 1 aprile 2017

Inaugurato il nuovo DRY MILANO

i quattro soci di DRY Tiziano Vudafieri Diego Rigatti Andrea Berton Giovanni Fiorin
 
La squadra d’eccezione di Pisacco e Dry: lo chef Andrea Berton , Giovanni Fiorin, Tiziano Vudafieri e Diego Rigatti, fa il bis in città.
Nel cuore di uno dei quartieri della nuova movida milanese, all’angolo tra viale Vittorio Veneto e via Manunzio, nasce il secondo DRYMilano con una “doppia anima” diurna e serale.
L’apertura durante l’ora di pranzo e il nuovo laboratorio di pasticceria, rappresentano i due elementi di novità di questo locale, che vedrà ampliata la proposta d’insalate d’autore, piatti complementari e dessert.
 
Alessandro Costacurta Martina Colombari Andrea Berton con la moglie
 
Il progetto assolutamente innovativo, valorizza la duplice esposizione della location e la luce delle tredici vetrine che caratterizzano le facciate. Il nuovo DRY si affaccia sulla Casa della Fontana, uno dei più iconici edifici della Milano degli anni Trenta, sul giardino di via Palestro e, con un dehors, sui Bastioni.
 
Tiziano Vudafieri Beppe Sala Ferruccio Resta
 
FILOSOFIA DI CUCINA
Qualità e prezzi leggeri. Andrea Berton e il team di Pisacco scommettono, ancora una volta, sula formula vincente del primo Dry (aperto nel 2013), arricchendola.
Cocktail, pizza gourmand, una varietà d’insalate, salumi e carni stagionate d’eccezione (come la bresaola di Panatti o il crudo a lenta stagionatura). Per quanto riguarda focacce e pizze, non mancheranno Le Classiche (che si potranno personalizzare con condimenti serviti al tavolo), ma la lista conterrà anche una serie di Pizze dello Chef, studiate ad hoc per il nuovo DRY. Al forno, di nuovo Simone Lombardi, pizza chef noto per la sua continua ricerca e sperimentazione. Grande attenzione per impasto, lievitazione e cottura, abbinamenti guidati e di estrema qualità per una pizza che, in poco tempo, è diventata uno straordinario caso di successo e, a detta di molti, la migliore della città.
 
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La zona bar, situata tra due cocktail station, sarà il fulcro del locale. La back station a vista consentirà agli ospiti di assistere alla finitura dei drink, costruiti con materie prime di grande qualità, creatività e tecnologia. Anche in questo caso sarà possibile ordinare alcuni must del Dry, come il “French 75” o il “Corpse Reviver”, ma la vera novità saranno i Signature, a base di vino e shrub (ingrediente home made ottenuto dalla fermentazione della frutta), per un basso contenuto alcolico e un altro grado di novità. Una lista dei vini verticale, costruita attraverso una selezione di due soli vitigni: Pinot Nero e Riesling, è arricchita da spumanti, champagne e Crémant, oltre che da un Rosso e da un Bianco serviti da magnum al bicchiere (come del resto molte delle referenze dalla carta).
Le proposte dei soft drink comprendono, invece, una vasta scelta di acque aromatizzate, ottenute attraverso i processi d’infusione ed estrazione a freddo.
 
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Infine, la nota dolce, nonché uno degli elementi di novità che caratterizzano il nuovo DRY. Un nuovo laboratorio di pasticceria affiancherà pizzeria e cucina. L’ampia selezione di dessert completerà la proposta di tradizionali gelati e sorbetti artigianali che hanno contribuito alla fama del Dry.
 
Beppe Sala con Tiziano Vudafieri
 
DESIGN E DECOR (a cura dello studio VUDAFIERI-SAVERINO Partners):
Gli interni colpiscono, innanzitutto, per le loro dimensioni. La divisone degli spazi ricorda quella del locale gemello di via Solferino.
L’ingresso è occupato da un’imponente cocktail station dove è prevista la mise en place (novità assoluta a Milano), organizzata in tre atolli e circondata dai tavoli comuni. La seconda sala, invece, è dedicata al ristorante-pizzeria.
Il decor mixa gli elementi d’epoca dello stile dell’edificio che lo ospita (un’antica azienda di distribuzione di giornali fondata all’inizio del Novecento), con altri più moderni, per un layout decisamente più audace e contemporaneo.
Il pavimento in legno si contrappone ai muri storici, lasciati in parte grezzi. Questo contrasto ne accentua l’aspetto da moderno loft ricavato da un ex spazio industriale.
L’ottone, l’elemento materico iconico di DryMilano, caratterizza la maggior parte delle finiture d’arredo come i grandi tavoli e le luci. I lampadari second life sono costruiti avvitando vecchi portalampade, con lampadine ad incandescenza di recupero o, ancora, attorcigliando ghirlande luminose da giardino attorno semplici barre.
I separé DryMilano a tutta altezza, ottenuti sovrapponendo tavoli e pensili da cucina, delimitano gli spazi aperti rendendoli più intimi.
Extra Dry, il programma di video installazioni d’arte contemporanea curato da Paola Clerico/Case Chiuse, contribuisce a rafforzare l’atmosfera urban del locale e si apre alla città attraverso le proiezioni, su due delle vetrine, che saranno visibili anche all’esterno.

domenica 21 febbraio 2016

VENETA CUCINE | PREMIAZIONE CONCORSO MAKE MORE

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Giovedì 18 febbraio nello show-room di Veneta Cucine in Foro Buonaparte a Milano, è stato proclamato il vincitore della seconda edizione del concorso Make More, alla presenza della Giuria composta da Daniela Archiutti - Art Director Veneta Cucine, Paolo Campagnol – architetto Veneta Cucine; Arianna Vignati - Professore di Design del Prodotto e Luca Fois - Professore di Design ed Eventi, della Scuola del Design Politecnico di Milano; Marco Parolini – Co-fondatore e CEO Slow Wood; Marco Scapin – Art Director Marmo Arredo; Clara Conti – Sales Manager SAIB; Stefano Giovannoni ed Elisa Gargan (Studio Giovannoni); Emmanuel Gallina – industrial designer.
Il duo di designer Internotrentatre, Bice Dantona e Bernardo Corbellini, si è aggiudicato il primo premio con il progetto My First Veneta Cucine, un’insolita cucina per bambini in miniatura per coinvolgerli in uno spazio con una forte funzione familiare e relazionale, che può essere convertita in un pratico carrello per adulti. La Giuria ha scelto questo progetto come ‘oggetto contemporaneo, essenziale e funzionale che sfugge agli stereotipi degli oggetti d’arredo e di gioco per bambini, che troppo spesso sono una semplice riduzione dimensionale di oggetti usati dagli adulti, carichi di vezzeggiativi formali, cromatici, linguistici’.
Il secondo premio è stato assegnato al progetto Carriona di Ernesto Ruggiero, il terzo premio ai vassoi modulari Inviti di Federica Paglia e le due menzioni speciali agli oggetti Ric della designer cinese Lu Lu e ai contenitori-tagliere Coffer di Francesca Caviglia.
In occasione della settimana del Salone del Mobile 2016, i prototipi dei progetti vincitori saranno esposti nello showroom di Veneta Cucine a Milano. 

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mercoledì 26 agosto 2015

TUMITURBI: a Firenze le nuove emozioni di Alberto Bernardoni

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In effetti, Alberto Bernardoni, dovunque vada e si metta ai fornelli, suscita curiosità e la gente capisce il suo vero talento, sia in Italia che negli Usa, dovunque Alberto fa fare alle persone un vero e proprio viaggio tra vini e sapori del territorio toscano, i sapori provenienti dalla nostra bella Italia.
I suoi piatti racchiudono infatti il sole del Mediterraneo, così come l’aroma della terra e l’effervescenza delle acque, sia lacustri che marine. Il tutto unito ed esaltato dall’ormai capacità e sicurezza tecnica, al fine far fare al palato un percorso gustativo dovuto all'eccellenza. Ogni sua portata, ogni piatto, ogni fantasia culinaria rappresenta, quindi, un piccolo capolavoro, perché si tratta di talento, o arte, quella di Bernardoni, vagabondo di lusso, per lui è adatta la canzone di Gianna Nannini, “Ragazzo ……non pianti mai bandiera”, sempre in giro per il mondo, pieno di riconoscimenti ricevuti nel corso della sua lunga carriera.
Da circa sei mesi nella strada più amata dai fiorentini, Via Lambertesca, angolo Via dei Georgofili, zona Via Por Santa Maria, Uffizi, inaugura, con il valido aiuto della compagna Carlotta e la sua mamma Stefania (la sua quasi suocera) apre “TuMiTurbi”, enoteca con cucina, tutta un armonia di colore e sapori, pomodori e trecce d’aglio attaccate ai ferri, ceste di funghi, fiori, salse e marmellate, una corte piena di fiori, piante e candele, che si fa portavoce di un genere di cucina che definisce del territorio, ossia focalizzata sul prodotto fiorentino e toscano, e sicuramente vincente su ogni genere di contaminazione o moda internazionale.
Un piatto, secondo Bernardoni, deve quindi suscitare emozioni, mangiandolo: i suoi piatti racchiudono infatti il sole del Mediterraneo, l’aroma della terra e i profumi dei suoi prodotti, ogni sua portata rappresenta, quindi, un piccolo capolavoro.
 
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Ricetta d’autore di Alberto Bernardoni
Le ricette sono come figlioli, per gli chef, sono tesori, creazioni, creature…. 

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Questa ricetta vuol dire Alberto Bernardoni, perché è sua invenzione, ma anche la sua storia, le tante esperienze nel campo della ristorazione, i locali che ha aperto e che hanno avuto fortuna, la ristorazione fiorentina, nella quale Bernardoni è un fine interprete.
Porzioni: 4 
  • 250g di spinaci, bietola ed erbette fresche
  • 1l di brodo vegetale fresco
  • 50g di burro
  • 1 piccola cipolla tagliata a dadini
  • 200g di riso arborio
  • 60ml di vino bianco
  • 4 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • sale e pepe q.b.

Appassire la cipolla in olio, aggiungere le erbette di campo, bietola, spinaci tutti tagliati finemente e farli rosolare per alcuni minuti, facendole appassire per 5 minuti, togliere e tenere in caldo....tostare il riso....evaporare con un bicchiere di vino bianco, proseguire la cottura con il brodo vegetale caldo ; dopo 10 minuti dalla tostatura, aggiungere le erbette, bietola e spinaci dopo 16 minuti, a fiamma spenta, aggiungere 60 gr. di parmigiano grattugiato e 50 gr. di burro....mantecare bene e servire nei piatti caldi....

sabato 7 febbraio 2015

Dornbracht Smart Tool

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Dornbracht presenta una nuova tecnologia, che integra numerose opzioni di digitalizzazione in bagno (e in cucina): Smart Water. Un sistema intelligente, che collega fra di loro i diversi componenti in una rete, consentendo così applicazioni semplici e personalizzate: il futuro per la cultura del bagno e della cucina.
Il mondo è cambiato. Non solo dal punto di vista delle rapidissime evoluzioni digitali, ma anche il nuovo desiderio di benessere e salute (“Healthness”) influenza la nostra vita. Ma da cosa devono essere caratterizzati i prodotti e i sistemi, per agevolare al massimo la nostra vita? Grazie a intense attività di ricerca per trovare una soluzione ottimale, Dornbracht porta il proprio contibuto con un sistema che risponde alle esigenze individuali, applicando la tecnologia visionaria Smart Water in bagno e in cucina.
Smart Water adotta e sfrutta le innumerevoli possibilità e opportunità di digitalizzazione delle applicazioni in bagno e cucina. Alla base del sistema sono gli Smart Tools sviluppati da Dornbracht, che ridefiniscono il comfort, la sicurezza e l'esperienza in bagno e cucina. Due regolatori girevoli controllano con la massima immediatezza e precisione la temperatura e la portata d'acqua; grazie al display di comando comodo e di facile lettura si possono richiamare utili preimpostazioni e pratiche funzioni per gli utilizzi quotidiani. Con gli Smart Tools è possibile regolare senza alcune difficoltà anche le coreografie più complesse e con diversi punti di erogazione, come l'applicazione doccia Sensory Sky. 

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In particolare la disposizione decentrata degli elementi di comando è un elemento di grande importanza per quanto riguarda il comfort: i punti legati ad attivazione e ad erogazione dell'acqua possono essere installati in maniera flessibile e separatamente fra di loro. Insieme al linguaggio formale universale, che ben si applica ad ogni serie, si garantisce la massima libertà di progettazione e soluzioni architettoniche personalizzate.
La modalità di comando degli Smart Tools è estremamente semplice: invece di una complicata serie di comandi, una logica applicativa intuitiva trasforma in realtà il claim di Smart Water: “Hot, cold, click”. I sistemi hardware e software vengono sviluppati in proprio da Dornbracht: in questo modo il produttore sarà in grado di offrire anche in futuro aggiornamenti sempre perfettamente adattati ad ogni esigenza. 

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Il bagno sarà digitale”, sottolinea Andreas Dornbracht. “Gli Smart Tools, già oggi, sono il fondamento per il bagno e la cucina del domani.” Così Smart Water annuncia l'inizio di un nuovo futuro digitale. Grazie alla sua capacità innovativa e al ruolo di leader del settore, Dornbracht approfondirà ulteriormente questa evoluzione, determinando nuovi criteri nell'ambito delle soluzioni dei prodotti e dei sistemi in bagno e cucina: sta iniziando una nuova era nell'architettura in bagno e cucina.
Design e concept: Dornbracht in collaborazione con Sieger Design, Square one e Meiré and Meiré.

giovedì 16 ottobre 2014

Elica: Edith e Seashell, cappe che illuminano o lampade che aspirano?‏

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Cappe che illuminano o lampade che aspirano? Difficile trovare una risposta di fronte alla combinazione di forme e di funzioni con cui Elica viene incontro ad una precisa esigenza del mercato. Le zone living si sono ridotte al minimo; la cucina, diventata cuore della casa, viene mostrata e vissuta - è questa una tendenza e segno di un lifestyle diventato ormai consuetudine. Elica ha precorso il trend: nove anni fa, nel 2005, ha lanciato le prime cappe-lampade e oggi si presenta con due novità, Edith e Seashell, con performance ancora più elevate.

martedì 30 settembre 2014

Focus on Elica: Om, la prima cappa verticale, compie 10 anni e si rinnova.

Dieci anni fa arrivava sul mercato la prima cappa verticale: Om sarebbe poi diventata un'icona per la quale Elica è ancora oggi riconosciuta a livello internazionale. Dopo Om è nata tutta una serie di cappe che, mantenendo i plus estetici e funzionali della verticalità, si adattano perfettamente alle esigenze di ogni cucina.
Le cappe verticali hanno un impatto estetico molto forte: poche linee e un design semplice sono in grado di caratterizzare la cucina. La cappa cessa di essere solo elettrodomestico per diventare il fulcro estetico della cucina. Le cappe verticali offrono inoltre assoluta libertà di movimento. Possono infatti essere allineate perfettamente ai pensili offrendo tutto lo spazio per cucinare con il massimo comfort.
Om, nata nel 2004, rappresenta ancora oggi il perfetto connubio tra design e tecnologia garantendo performance estremamente elevate: l’aspirazione infatti avviene su tutto il perimetro captando l’aria sia nella parte inferiore che superiore.
Nel 2014 Elica ha presentato la nuova versione di Om, Om Air, e le nuove cappe verticali Amélie, Elle, Nuage, Stripe e Soo

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sabato 27 settembre 2014

Restyling completo per Armani/Nobu nel segno del colore e dei materiali‏

ArmaniNobu3 - photo credit Davide Lovatti ArmaniNobu1 - photo credit Davide Lovatti ArmaniNobu2 - photo credit Davide Lovatti

Dopo la pausa estiva riapre Armani/Nobu, punto di incontro tra i piaceri sottili del gourmet e una mondanità di raffinata discrezione. Un restyling completo ha dato nuova armonia e sottolineato il senso dello spazio di questa ampia struttura.
Grande cura è stata dedicata alla sala d’ingresso (380 metri quadri) con il grande banco bar e la zona riservata ai fumatori. La veranda esterna, affacciata su Via Pisoni, amplia elegantemente l’area lounge. Il primo piano (280 metri quadri), è articolato intorno al nuovo sushi bar, al centro dell’attenzione, visibile già dal vano scala e impreziosito da pannelli metallici color champagne. A esaltare queste variazioni strutturali sono un’estetica che rivaluta texture e corposità dei materiali, con un uso sontuosodel colore che alle tonalità silenziose, tipicamente Armani, accosta toni caldi, sensuali. Il pavimento è rivestito da grandi listoni effetto legno nel classico greige Armani, posati a spina pesce. Sulle pareti di marmorino chiaro sono inseriti riquadri luminosi effetto moiré, profilati di legno scuro, alternati a stuoie intrecciate dalle sfumature calde e naturali. L’ispirazione giapponese, destrutturata fino all’astrazione, si
ritrova nelle travature di legno che decorano i soffitti e nell’illuminazione sapiente e delicata, con decori a parete e accenni sui tavoli. Un’edizione speciale della lampada Hack in vetro di murano della collezione Armani/Casa, immerge l’ambiente in un’atmosfera ricca e sofisticata. Anche le poltroncine rievocano una lontana ispirazione orientale, con schienali avvolgenti in massello di legno curvato.
Tessuti esclusivi, selezionati da Giorgio Armani, sono utilizzati per gli imbottiti, alternando motivi decorativi diversi, nei quali spiccano i toni solari dell’arancio.
Armani/NOBU si è confermato negli anni indirizzo di riferimento nel panorama italiano della ristorazione, unendo la peculiarità della cucina dello chef Nobuyuki Matsuhisa alla qualità che contraddistingue il marchio Armani. L’articolazione degli ambienti dopo il restyling consente 130 posti a sedere al piano terra, dove sono state mantenute l’area fumatori e la cella climatizzata per i vini, e 100 posti al piano superiore dove si trova il sushi bar.

 Carine Roitfeld, Giorgio Armani, Miroslava Duma  Giorgio ArmaniGiorgio Armani, Bella Thorne

martedì 2 settembre 2014

QUANDO L'HAUTE HORLOGERIE INCONTRA L'HAUTE CUISINE

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Haute Horlogerie e Haute Cuisine... un'accoppiata perfetta per JEANRICHARD che elegge ad ambasciatore lo chef italiano Luca Manfé, vincitore della 4a edizione di MasterChef USA.
Dall'Italia agli USA, Luca conquista il podio super competitivo della ristorazione americana, grazie al suo bagaglio di armi vincenti: grandi doti culinarie e infinita passione e amore per il suo lavoro - in linea perfetta con la "Filosofia di Vita" di JEANRICHARD.

Luca Manfè costituisce un esempio perfetto della "filosofia di vita" di JEANRICHARD. Lo chef italiano si è trasferito a New York dall'Italia nel 2005. Nel suo percorso alla conquista dell'industria della ristorazione, estremamente competitiva, Manfè ha cominciato gestendo ristoranti, diventando poi il primo uomo e il primo partecipante ad un'edizione precedente dello show a vincere MasterChef su FOX.
Grazie alla collaborazione con Luca Manfè, JEANRICHARD ha riscoperto questi legami familiari. «La filosofia di vita di JEANRICHARD mi ha conquistato subito, con il suo invito a non rimuginare sulle proprie passioni e a fare semplicemente ciò che si ama. Più ho creduto nelle mie doti culinarie, "giocando" con ingredienti incredibili, più ho ricevuto riconoscimenti da parte degli altri. La televisione nazionale ha solo amplificato il tutto.», racconta Manfè.
Dopo una stagione di sfide agguerrite, in cui ha dimostrato un autentico talento nello sfruttare in qualsiasi occasione una creatività davvero unica, Luca Manfè ha portato a casa il primo premio del concorso di cucina più famoso d'America, aggiudicandosi il titolo di MasterChef e un contratto per pubblicare il proprio libro di ricette.
«Luca proporrà una prospettiva nuova e stimolante per esplorare ulteriormente la filosofia di vita di JEANRICHARD», aggiunge Bruno Grande, amministratore delegato di JEANRICHARD. «Non vediamo l'ora di avviare una collaborazione dinamica, nella speranza di condividere valori comuni e l'impegno a percorrere insieme strade nuove.»
La prestigiosa manifattura orologiera svizzera JEANRICHARD è un marchio famoso per la sua capacità di raccontare le storie di persone comuni dotate di un talento straordinario e in grado di compiere imprese eccezionali. Nello scegliere i suoi ambasciatori, JEANRICHARD ricerca personalità che credono nelle proprie qualità e dimostrano fiducia in se stesse di fronte alle sfide più impegnative. Tale atteggiamento è diventato col tempo una prospettiva unica, definita dal marchio la "filosofia di vita".

Luca porta al polso il modelo Terrascope