Un imponente luogo di archeologia industriale è la location scelta per lo show Ermenegildo Zegna XXX. La passerella si snoda sotto l’altissima struttura che un tempo ospitava parte dell’Area Falck, sito di severa modernità che negli anni è lentamente diventato una terra metropolitana dimenticata. Quest’area, dismessa per lungo tempo, sarà presto riqualificata da Milanosesto e trasformata in un nuovo insediamento con aree verdi e residenziali e un hub per la salute e la ricerca, acquisendo cosi un nuovo significato e una nuova continuità con Milano. Trasformare l’esistente in opportunità è la stessa filosofia che Zegna applica all’evoluzione del tailoring moderno e alla ricerca tessile, con l’impegno di continuare a creare tessuti nuovi da quelli già esistenti. #UseTheExisting è la parola d’ordine.
“È dovere di ognuno di noi vivere in modo responsabile – afferma Alessandro Sartori, Direttore Artistico di Zegna– e io lo faccio usando i mezzi creativi che ho a disposizione, dalla produzione dei tessuti al know-how tecnico della sartoria, fino alla scelta della location dello show. Tutto è connesso e trasmette la stessa idea: non è sempre necessario creare partendo da zero. Possiamo riutilizzare e reinventare ciò che già esiste e ottenere tessuti innovativi dai materiali scartati, applicando tecniche tradizionali ad un tailoring contemporaneo, capace di durare nel tempo, così come allo stesso modo trasformare un luogo dismesso in uno spazio creativo.”
“È dovere di ognuno di noi vivere in modo responsabile – afferma Alessandro Sartori, Direttore Artistico di Zegna– e io lo faccio usando i mezzi creativi che ho a disposizione, dalla produzione dei tessuti al know-how tecnico della sartoria, fino alla scelta della location dello show. Tutto è connesso e trasmette la stessa idea: non è sempre necessario creare partendo da zero. Possiamo riutilizzare e reinventare ciò che già esiste e ottenere tessuti innovativi dai materiali scartati, applicando tecniche tradizionali ad un tailoring contemporaneo, capace di durare nel tempo, così come allo stesso modo trasformare un luogo dismesso in uno spazio creativo.”
Protagonista di questa stagione è una forte sensibilità architettonica, evidente negli abiti dalle linee nette composti da blouson, camicie o polo-shirts indossate con pantaloni coordinati. Sartori si ispira ai codici della sartoria, innovando la tradizione che si adatta al ritmo di una generazione globalizzata e iper-connessa. La silhouette è molto definita: blouson squadrati, cappotti voluminosi, eleganti blazer a tre bottoni e giacche snelle a un bottone con tasche 3D applicate, sono abbinati a pantaloni morbidi o dalle linee più ampie. Grandi tasche migrano dai capi sportivi mentre dettagli sartoriali li definiscono, ampliando le categorie e le possibilità di utilizzo, mentre la maglieria diventa elemento distintivo di modularità del modern tailoring. Tessuti compatti, ma estremamente leggeri, come le lane e le sete tecniche, sottolineano la precisione delle linee e l’impalpabilità della costruzione sartoriale, con pieghe appiattite, stampe fotografiche di assemblaggi grafici e motivi rigati che danno ritmo alle superfici. I macro chiné sono fortemente espressivi, le tinture minerali aggiungono un’inedita profondità al denim. #UseTheExisting è un impegno: le lane e i tessuti tecnici sono sviluppati dalla divisione tessile del Gruppo Zegna, attraverso processi innovativi, partendo da scarti di materiali preesistenti. L’abito “Achill”, interamente realizzato con lane - provenienti dall’Achill Farm Zegna, in Australia - scartate durante il processo di produzione e poi nuovamente composte e tessute, chiude il cerchio della tracciabilità e della sostenibilità. In linea con l’estrema funzionalità della collezione, gli accessori sono pratici e concreti: stivali o derby stampate e con suola importante, le iconiche sneakers Claudio, i notebook a tracolla e le borse in piccole forme geometriche.
Il senso di eleganza industriale è completato da un insieme di colori minerali come cemento, acciaio, carbone e nero opaco uniti a tonalità terra, ottone, ruggine, rosso fuoco, sabbia o oro opaco e leggeri accenti di nude, acqua, verde foglia, foglia di tè e rame ossidato.
La trasformazione, ulteriore aspetto dell’inclusività, diventa il leitmotiv; un pilastro di Zegna.
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