Questo libro, pur raccontando una morte, parla
della vita. E ci dice che è sempre meglio dare
che non dare, anche quando si sbaglia. Perché
in una famiglia l'unica cosa che fa davvero male
è l'assenza, è il non dare, mentre il caos e il
calore delle esperienze condivise rafforzano le
nostre radici e la nostra identità. Attraverso il
lessico famigliare, quel codice privato di parole
e modi di dire che rende ogni famiglia unica,
Non vi lascerò orfani racconta come può essere
intensa una vita anche quando è segnata
dall'ansia e dall'insicurezza.
La morte è quella di Giannarosa, la madre
irruente e apprensiva: è lei l'insuperabile latinista
che nel 1944, sotto i bombardamenti, incontra
il giovane Ludovico. Tra loro è subito furentismo,
un entusiasmo amoroso travolgente. Vico
è del 1914: un uomo d'altri tempi che ama
andare a caccia e fare il galante con le signore.
Ed è innamorato delle due figlie femmine:
la più piccola, Daria, e la maggiore Donatella,
complici e sempre alleate. Poi c'è Micione, il fratello-
gatto, che dorme sul televisore e sul più
bello lascia cadere la coda davanti allo schermo,
suscitando cori di proteste da parte della
famiglia: Micione, la coda!
Daria Bignardi scava nella memoria, dove
nulla va perduto e si rivelano legami inattesi:
i nonni repubblicani, i parenti fascisti, lo zio
santo, la casa di Castel San Pietro senza acqua
calda, e ancora Ferrara, Bologna, Cingoli. Tutto
- persone e luoghi - ha lasciato qualcosa.
La nebbia della pianura padana, Jesus Christ
Superstar, Contadin Fortunato, lo scheletro del
soldato tedesco in cantina, il gatto Alonzo, i
fantasmi che alzano i materassi, l'occupazione
della scuola e l'antenato Corrado Govoni. Persino
Bengasi e Massaua hanno lasciato qualcosa,
e forse è per questo che Ludovico non
ne parla volentieri. E anche i Devo, Fabrizio
De André e i Supertramp. Tutto è storia individuale,
di una famiglia, di un'epoca: tutto ha
lasciato un segno e ci ha resi ciò che siamo.
Ma ogni cosa gira intorno al rapporto complicato
tra madre e figlia, che - come spesso accade
- è fatto di trasporto e identificazione ma
anche di bisogno di separarsi, di quella necessità
di scrivere il proprio destino che spesso sta
alla base dei conflitti. Come nella canzone di
Claudio Lolli: "Bisogna andare fino in fondo,
in fondo a tutto, in fondo a noi, in fondo agli
argini del mondo, alla paura che mi fai".
L'autrice Daria Bignardi
Con appassionata nostalgia, in equilibrio
tra commozione e divertimento, Daria Bignardi
racconta una vicenda dolce e ironica, affascinante
come una foto in bianco e nero, viva
come un abbraccio: una storia proiettata all'improvviso
sullo schermo della memoria quando
la protagonista scompare. La storia di un amore
più forte dell'assenza, un racconto in cui sarà
inevitabile per chiunque, pur nell'assoluta singolarità
della voce narrante, riconoscersi.
Source: Ed. Mondadori