Craig Green si focalizza su elementi strettamente legati all’uomo, dove protezione e funzione sono i temi dominanti. Ispirato da sempre da un approccio altamente pragmatico, Green disegna sagome esagerate e scultoree, costruite come la somma di elementi cubici che mantengono un senso di funzione, concentrandosi esclusivamente sui piumini in nylon opaco e in cotone.
Per quanto radicali le sue silhouette scultoree possano apparire, nel loro ribaltamento del dialogo tra capo di abbigliamento e corpo, in quel loro look da salvagente o da zattera di salvataggio, quelle forme sono state progettate per essere indossate e usate.
Per quanto radicali le sue silhouette scultoree possano apparire, nel loro ribaltamento del dialogo tra capo di abbigliamento e corpo, in quel loro look da salvagente o da zattera di salvataggio, quelle forme sono state progettate per essere indossate e usate.
L’imbottitura importante conferisce ai capi proporzioni monumentali, eppure è estremamente leggera, quasi fosse fatta d’ aria. La protezione giunge ai massimi livelli, trasformando il piumino in una sorta di moderna armatura, con il cappuccio che cela il volto. Amplificati nella loro simbolica seppur funzionale presenza, i capi assumono la valenza di veri e propri habitat: unità autosufficienti in cui rifugiarsi e vivere in condizioni estreme.
Craig Green esprime una visione futurista che pone fieramente al centro l’essere umano. Proposta in una rigorosa palette di bianco, nero e blu notte, la collezione si impone in tutta la sua radicalità. Le impunture nere creano un effetto gessato, dando un tocco grafico.
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