giovedì 22 febbraio 2018

GIADA F/W 2018

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Forme ondulate e superfici sinuose, ispirate alle pitture astratte di Roi James ed alle sculture plissettate di Amilcar de Castro, tratteggiano l’autunno-inverno 2018/19 di GIADA.
Un’armonia di movimenti che si impossessa delle silhouette e delle superfici nel segno di una morbidezza avvolgente seppur geometrica, che sorprende per i discreti e studiati accorgimenti.

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I preziosi coat, elemento principe della collezione, in crêpe di lana-seta double e cashmere hanno un’architettura circolare sulle maniche, scivolate e poi raccolte in modo da formare una grande piega all’altezza dell’avambraccio, fermata lateralmente da artistiche broche. Un design costruttivo che rinnova anche l’immagine della classica cappa in versione mini o maxi, della giacca di cashmere o dell’abito, segnato in vita da una doppia cintura con fibbia gioiello.

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Maxi sciarpe incorporate nel capo stesso sono avvolte sul corpo o abbandonate sul fianco, ridefinendo la silhouette verticale e leggermente accorciata di gonne e pantaloni fluidi.
Il movimento si impossessa anche dei tessuti. I preziosi jacquard dall'effetto dégradé, quasi ad emulare le ardite volute proiettate nello spazio delle sculture di Lauren Martin, sono percorsi da un filo di mohair garzato, i pannelli di lana attraversati da onde screziate. Inserti di plissé soleil scompaginano la linearità di un dress o di una gonna, svelando prospettive nuove a ogni passo. La plissettatura viene infatti improvvisamente interrotta per aprirsi a raggiera mentre effetti aerografati conferiscono enfasi alle superfici in un gioco riproposto anche sulla maglieria in cashmere e seta.

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La pelle di montone è iper light dalla superficie flat, sovratinta per ottenere una lieve brinatura sui coat o sulle maxi sciarpe a cratere; il baby alpaca crea avvolgenti cappotti a vestaglia,con effetto cozy.
Impalpabile nappa plongé, doppiata con seta, è utilizzata per realizzare gonne e pants dalle lunghezze alla caviglia, mentre dress in seta dalla mano croccante rappresentano l’elemento di luce di una collezione, che si sviluppa nei toni del gray, del blu, dell’emerald, dell’almond fino a toccare sfumature più calde cream ed amber e di una speciale tonalità di bordeaux-mulberry.

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Nel finale, il movimento e la fluidità lasciano spazio a geometrie più essenziali. Un tratto netto, realizzato con filo di lana agugliata, percorre tutte le ultime uscite, come un deciso statement stilistico.
I look sono completati, questa stagione, da morbide bags piegate su se stesse e trattenute da manici gioiello ricoperti parzialmente di pelle oppure agganciate al polso da bracciali dorati.

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Ai piedi si alternano ankle boots percorsi da un piping lucido e con un tacco piatto dalla sezione extra slim, stivali al ginocchio o sandali chiusi sul davanti.
Immancabili sono i gioielli, creazioni dalle forme organiche, che esaltano la calla, fiore simbolo di GIADA. Sono broche e fibbie, in inte in voluttuose colate d’oro, orecchini torchon, bracciali drappeggiati sul polso come tessuti intorno al corpo e collane con ramage che creano una scia metallica di luce.
Anche questa stagione, GIADA conferma il suo impegno verso l’Italia e il suo patrimonio culturale e artistico. In occasione della sfilata autunno-inverno 2018/19, ha donato infatti alla Biblioteca Braidense due lotti di lettere autografe di Francesco Hayez. Carteggi valutati come di enorme interesse per Milano e per il prezioso Fondo dedicato al pittore italiano, custodito dalla Biblioteca stessa.

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