martedì 23 settembre 2014

Anthony Vaccarello S/S 2015

Una collezione ready to wear, a mio parere, deve abbracciare l'intera giornata in ogni suo momento, e nello specifico la giornata di una donna che sicuramente è più complessa di quella di un uomo. Una donna ha un abbigliamento diverso e studiato per qualsiasi cosa faccia. Dal mattino quando porta a scuola i figli, quando va in ufficio, quando va in palestra, quando va a fare spesa al supermercato, shopping, fino all'aperitivo con le amiche e alla cena con la persona amata. Un uomo se la cava con molto meno, si sa.
La collezione di Anthony Vaccarello S/S 2015 oltre a non capire a quali occasioni si rivolga, palestra (?), aperitivo (dove?!) risulta del tutto insipida. Forse provocante? Non basta uno spacco diagonale e una gonna corta per essere provocante. Se non ci metti un po' di "pepe" anche una donna nuda potrebbe risultare insignificante.
Una collezione tanto anonima che dopo averla vista cerchi sul calendario a che ora inizia la sfilata successiva. http://nowfashion.com/anthony-vaccarello-ready-to-wear-spring-summer-2015-paris-10749







2 commenti:

  1. Commento pepato :)
    Non penso che il problema sia tanto che tipo di donna vestire... Parliamoci chiaro, la fashion week spesso e volentieri propone outfit, lunghezze e abbinamenti che una comune mortale non potrebbe indossare... A meno che a posteriori non faccia un bel lavoro di mix and match... Ma a noi piace cosí!
    Del resto é tutti gli effetti uno show e la banalitá non é ammessa.
    Mi sembra piuttosto che la collezione riprenda senza slancio quella della pe14, priva però di quelle idee che l'hanno fatta apprezzare agli addetti ai lavori e non.
    Potró apparire bigotta ma il punto focale é che la donna e coloro che si propongono di vestirla debbano rendersi conto che spacchi vertiginosi o mini lunghezze non sono sinonimo di classe e a volte sono proprio poco "fashion".

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    1. Grazie Martina. Ho apprezzato molto il tuo commento. E' vero le sfilate sono un vero e proprio Show, e le banalità non sono ammesse e queste sono le regole del gioco.Il problema come anche tu sottolinei gli stilisti o chi per loro creano abiti che ti lasciano tante domande. La classe, a cui tu accenni, è diventato un concetto astratto da un lato e molto personale dall'altro. Per fortuna gli stilisti sono tanti e il mercato accontenta un po' tutti...

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